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Secco su Buffon: "Istrionico e profondo, scelta spontanea del 2006 sublimazione del suo essere, Sarà un grande esempio per i più giovani"

02.08.2023 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Secco su Buffon: "Istrionico e profondo, scelta spontanea del 2006 sublimazione del suo essere, Sarà un grande esempio per i più giovani"
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Il ritiro di Gianluigi Buffon dalla scena agonistica, di certo, non può passare inosservato. I milioni di tifosi bianconeri di ogni continente si sono riversati sui social network dedicando affetto e devozione nei confronti di colui che ha fatto la storia con indosso questa maglia. La nostra redazione ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex direttore sportivo, team manager e addetto stampa della Juventus (oggi stimato procuratore), Alessio Secco, per parlarne approfonditamente e non solo:

Partirei con un ricordo di Gigi, quale è il primo che ti viene in mente?

"Non è il più immediato, ma ricordo il suo fare scanzonato all'interno dello spogliatoio. Gigi era quasi sempre di ottimo umore, scanzonato, aveva voglia di scherzare e da quel punto di vista era un capo banda. Era dissacrante, un bontempone, non potevi mai rilassarti con lui nei dintorni. Nel senso buono della frase, ti dovevi aspettare sempre di tutto (ride ndr)".

Credi sia stato il più forte nel suo ruolo della sua generazione?

"Per me Gigi e Neuer sono stati i due mostri sacri della loro epoca. Poi essendo stato il portiere della Juve, è chiaro che lo metto sul gradino più alto del podio. Anche lui, che è sempre stato super onesto, non avrà difficoltà a riconoscere il valore dell'estremo difensore tedesco".

Come era dal punto di vista personale?

"E' un ragazzo molto profondo, con una sensibilità d'animo che non traspariva subito per il suo fare istrionico. Riusciva ad esser divertente e scherzoso, ma allo stesso tempo serio e maturo nel momento in cui la situazione lo richiedeva. Gigi poteva apparire in una certa maniera, ma era tutt'altro che superficiale".

Lo racconta bene nel libro, ma nel periodo in cui avete condiviso insieme Gigi ha raccontato di aver sofferto di depressione. Ricordi qualcosa di quel periodo?

"Quando un individuo, a prescindere dal lavoro che svolge, attraversa una fase della vita come quella di Gigi, significa che alla base c'è una sensibilità più spiccata rispetto a stimoli esterni. Lui ha avuto la forza di raccontarlo, che non è banale, e ha trattato quel periodo come se fosse un infortunio muscolare. Ha avuto la serenità e la lucidità di parlarne, ne è uscito bene e questo rappresenta la sua grandezza. Ho avuto il piacere di vederlo a Torino non meno di un mese fa, l'ho salutato e l'ho visto già proiettato al futuro. Direi molto bene".

Parliamo del 2006, il ricordo credo più immediato per il tifoso bianconero quando si parla di Gigi Buffon. 

"Quanto accaduto nel 2006 è la sublimazione del suo modo di essere. Gigi aveva appena vinto la Coppa del Mondo, era il migliore e poteva decidere di andare ovunque desiderasse. La sua decisione di rimanere alla Juve fu assolutamente spontanea e non sollecitata da nessuno. Stavamo mettendo insieme i pezzi in quell'estate, ricordo davvero la grande difficoltà vissuta. Quando ci comunicò che voleva restare, per noi fu una grande benedizione. Lui era, senza mancare di rispetto a tutti gli altri, quello con più mercato, e per qualche compagno fu un segnale positivo da prendere come esempio. La sua fu una scelta coraggiosa, una di quelle che dimostra ancor prima il valore dell'individuo più che dello sportivo".

Credi che sulla scelta di rimanere alla Juve abbia potuto influire anche la vittoria della Coppa del Mondo e il tempo trascorso insieme ai compagni (come Del Piero) che non sapevano quale sarebbe stato il loro destino una volta ritornati in Italia?

"Non gliel'ho mai chiesto, è stata una decisione intima e fatta col cuore. E conoscendolo, non c'è nemmeno modo di ricercare una risposta a questa domanda. C'è sempre stata grande generosità in Gigi, non ha mai ragionato con un secondo fine o calcolando le varie situazioni".

In quale ruolo vedrai Gigi Buffon nel prossimo futuro? Dirigente, allenatore oppure agente sportivo?

"Affermare che abbia una grande conoscenza di questo mondo è abbastanza banale, è in possesso di un carisma piuttosto spiccato. Lo vedrei meglio come capo delegazione, come scritto dai giornali, piuttosto che nel ruolo di un agente sportivo. Il Gigi degli ultimi anni è più maturo che scanzonato, credo possa essere un esempio per i più giovani. Lo vedrei meglio sotto queste vesti".

Si ringrazia Alessio Secco per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.