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Raffaele Palladino: "Vincerà la Juve, vi spiego perché nel 2009 non esultai. Pirlo bellissimo da vedere, su McKennie mi sono sbagliato. Dybala? Del Piero era un'altra cosa"

11.12.2020 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Raffaele Palladino: "Vincerà la Juve, vi spiego perché nel 2009 non esultai. Pirlo bellissimo da vedere, su McKennie mi sono sbagliato. Dybala? Del Piero era un'altra cosa"
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© foto di Giacomo Morini

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex calciatore di Juventus e Genoa e doppio ex della sfida del "Marassi", Raffaele Palladino, per parlare approfonditamente dell'incontro e non solo:

Come procede la tua avventura a Monza?

"L'avventura da allenatore degli allievi del Monza procede nel migliore dei modi, ringrazierò sempre Galliani e la società per avermi offerto questa opportunità. Fino a quando il 'Covid-19' non ha interrotto tutto, i risultati erano molto positivi. Speriamo di poter riprendere molto presto, il lavoro mi piace e sto studiando da casa per tenermi aggiornato".

Studierai Andrea Pirlo ancor di più dopo l'incredibile impresa del Camp Nou?

"Andrea non mi sta sorprendendo, lo affermavo già anche quando non stava ottenendo i risultati richiesti. Lo conosco molto bene, siamo amici e sono a conoscenza di dove vuole arrivare. Inizialmente ci vuole sempre un po' di tempo, ribadisco che la Juventus ha fatto molto bene ad affidarsi a lui per avere una nuova idea di calcio differente. Le aspettative non verranno tradite, anche se in Italia c'è troppo squilibrio nel giudizio".

A tuo parere, c'è il rischio che la vittoria di martedì possa riflettersi negativamente sul campionato?

"Per me no, la vittoria del Camp Nou è stata a livello di personalità, organizzazione e compattezza. Pirlo ha affrontato i catalani con un 3-5-2 in fase di possesso e si affidava al 4-4-2 in fase difensiva, non è tutto casuale bensì è evidente come sia già visibile la sua mano. La Juventus ha capito che può giocarsela contro tutte le rivali più grandi, tra l'altro il Barcellona non perdeva in casa da sette anni. Non accade esattamente tutti i giorni".

Ti sei stupito nel vedere due mezze ali, come le ha definite Pirlo, piuttosto che due giocatori di fascia come Kulusevski e Chiesa?

"Pirlo ha preparato la partita in maniera perfetta, è stato bellissimo vedere quell'elastico tattico. Sinceramente ho pensato si presentasse con Kulusevski o Chiesa per avere un giocatore in grado di saltare l'uomo, così da agevolare un 4-3-3 con Cristiano unica punta, invece è stato sorprendente veder far quel lavoro a Ramsey e McKennie. Davvero molto bravo Andrea".

Nell'ultima intervista rilasciata ai nostri microfoni, dicesti che la Juve avrebbe fatto fatica a Crotone. Sarà così anche a Genova?

"Questo sarà un match diverso, perché il Genoa è in un momento in cui sta davvero facendo molta fatica. La situazione di classifica è molto preoccupante, la Juve poi arriva con grandissime motivazioni. I bianconeri, specialmente negli elementi più giovani, dovranno stare attenti al dispendio di energie soprattutto mentali dell'incontro di martedì sera, in quanto implicitamente può essere normale affrontare gli avversari un po' sottotono".

Allora ci vogliono sempre undici Cristiano Ronaldo in campo?

"Cristiano è una macchina, non ho mai capito come riesce ad allenarsi senza mai aver bisogno dello stesso riposo degli altri. Sarebbe davvero da studiare. La Juve, tornando al match, deve affrontare il Genoa senza sottovalutarlo, ci vogliono giocatori motivati come Chiesa e Kulusevski che hanno gran voglia di farsi vedere per fare bene. A livello di spirito, per me non sbaglierà approccio".

Quale è il tuo giudizio su McKennie?

"Ammetto che su questo ragazzo ho cambiato opinione, perché inizialmente da play e mediano non mi aveva affatto impressionato. Invece ha una duttilità pazzesca, alza sempre più il livello delle sue prestazioni e la sua onnipresenza gli permette di essere efficace in fase offensiva e difensiva distruggendo il gioco avversario. Per me potrebbe essere davvero il jolly di questa Juventus".

Sarà la partita di Dybala?

"Sì, me lo auguro. A mio parere è un grande talento, ma l'impressione è che sia sottotono dal punto di vista mentale. Deve capire che è un giocatore determinante, può fare la differenza anche quando subentra a dieci minuti dalla fine. La coppia di attacco attuale è quella composta da Ronaldo e Morata, con quest'ultimo che sta facendo una stagione pazzesca. Alla Juventus i giocatori devono determinare, lui ha questa capacità".

E poi sulla schiena ha un numero pesante, nella tua esperienza lo hai visto sulle spalle di Alex Del Piero che ha un po' ribattezzato Dybala come il suo erede. 

"Sicuramente è stato etichettato come il suo erede, ma avendo giocato con Del Piero posso affermare che era tutta un'altra cosa. Alessandro era davvero un campione, determinante in ogni match e continuo in ogni sua prestazione. A mio parere, per raggiungerlo, a Dybala manca ancora uno step, deve ancora maturare del tutto. Credo siano state messe troppe aspettative su questo ragazzo in maniera esagerata, lo lascerei crescere tranquillamente ma al contempo deve capire che deve essere più decisivo".

Sul fronte Genoa, può essere la partita dell'ex Pjaca?

"Pjaca sta facendo molto bene, è un giocatore in grado di spaccare le partite. I giocatori della Juventus lo conoscono molto bene, a mio avviso saranno in grado di prendere delle efficaci contromisure. Ma nel Genoa non spicca solo il talento del croato, ci sono altri ragazzi come Scamacca, Shomurodov che possono far bene, complessivamente è una buona squadra ma in questo momento manca tranquillità e serenità".

Marassi sponda Genoa è sempre stato un campo ostico per i bianconeri, ci sono state alcune battute d'arresto come quella del 2009. E forse te la ricordi ancora bene.

"Ricordo quella partita in maniera particolare, da ex sentivo molto la sfida ed ero emozionato. Il Genoa lottava per un posto in Champions League, la Juventus invece cercava punti decisivi per lo scudetto. E' stata una delle partite più equilibrate tra le due squadre degli ultimi anni, con il risultato sbloccato da Thiago Motta, che fece doppietta, e ripreso due volte da Del Piero e Iaquinta. Era sempre in bilico, poi quasi allo scadere sono riuscito a segnare il gol del 3-2. Ma il 'Marassi' senza tifosi non è la stessa cosa".

A distanza di anni, ci puoi svelare il perché non esultasti contro la Juve? Che cosa spinge il giocatore a non festeggiare il gol? Anche perché, alla fine, la marcatura viene comunque realizzata.

"Il giocatore può anche esultare contro la sua ex squadra, ma questa è sempre una linea molto sottile. Io l'ho fatto come segno di rispetto nei confronti dei miei ex tifosi che erano stati molto calorosi, per me è stata una forma di ringraziamento per il tempo trascorso insieme. Al contempo, però, si arrabbiano quelli della tua squadra, proprio perché non hai esultato. Era ciò che mi sentivo di fare in quel momento".

In conclusione come finirà Genoa-Juventus?

"Con il cuore mi auguro un pari, ma coerentemente penso che vincerà la Juventus. Poi questo è un campionato molto equilibrato e molto bello, in cui la Juve non è più quella cinica e spietata degli anni scorsi. Può succedere di tutto".

Si ringrazia Raffaele Palladino per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.