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Mazzia su Vlahović: "Non potrà ripetere un altro campionato del genere, Juve dovrà decidere che fare. Gestione Pogba? Un altro giocatore sarebbe stato messo in disparte"

27.03.2023 15:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Mazzia su Vlahović: "Non potrà ripetere un altro campionato del genere, Juve dovrà decidere che fare. Gestione Pogba? Un altro giocatore sarebbe stato messo in disparte"
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"C'è stato un guizzo importante nelle ultime partite, a dimostrazione che una Juve quasi al completo ottiene risultati migliori. Ho buone sensazioni per le prossime partite". Pensieri e parole di Bruno Mazzia, ex giocatore bianconero dal 1959 al 1962 e dal 1964 al 1966, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com analizza l'inizio della settimana che porterà i bianconeri a giocarsi nove partite durante tutto il mese di aprile e non solo:

Quasi al completo in effetti, perché continua ad esserci ancora qualche infortunato di troppo.

"E' un po' quel che mette in difficoltà l'allenatore, perché deve sempre fare i conti e scegliere le formazioni diverse. Il momento è un po' delicato, però senz'ombra di dubbio le prospettive sono migliorate".

Il primo nome che può venire in mente, riprendendo il concetto espresso da te in precedenza, è quello di Paul Pogba. Ti riferivi per caso a lui?

"Ci si può riferire a lui, ma come fai? Ha fatto qualche scampolo di match, e basta. Purtroppo ci sono anche altri giocatori come Chiesa, che si è fermato con l'Inter, e Di Maria, che gioca una partita su due, ma Pogba è ormai da molto tempo che convive con molti infortuni e non si capisce il perché non sia riuscito a recuperare completamente. Pare che sia in fase di recupero, ma tra poco siamo ad aprile. E' un po' tardino".

Se non si chiamasse Pogba e non avesse il suo status, pensi che un altro calciatore sarebbe stato gestito diversamente dalla Juventus?

"La società si è trovata ad affrontare molti problemi, quello di Pogba era senz'altro imprevedibile. Questa difficoltà è stata gestita, ma purtroppo non era semplice venirne fuori completamente: non per incapacità, ma per i suoi problemi fisici notevoli. Qui stiamo parlando di un grandissimo giocatore, se non si fosse chiamato Pogba sarebbe stato messo in disparte. Per me fanno bene a cercare di recuperarlo, perché il suo valore è indiscutibile".

Nella Juventus che ha sbancato San Siro c'erano in campo molti giovani. A tuo parere, da qui a fine stagione, saranno ancora protagonisti?

"Dipende se sono stati impiegati per necessità o perché sono poi riusciti a convincere l'allenatore per il talento e la personalità. Nella Juventus c'è bisogno dei giovani di valore, non di quelli di belle speranze. Io sono rimasto colpito da Miretti e Fagioli, per me sono quelli un po' più avanti degli altri".

Qualche tempo fa, Darko Kovačević diceva ai nostri microfoni che Fagioli gli ricorda Del Piero. Potrebbe essere reale il paragone?

"Ho conosciuto bene Del Piero visto che l'ho allenato a Padova, a me sembra improbabile che ad oggi Fagioli possa avere un rendimento simile. Penso sia ancora troppo presto paragonare una leggenda e un giovane che sta trovando continuità e presenze nell'arco di questa stagione. Il ragazzo, però, ha dimostrato qualcosa di buono, a me piace molto".

Si parla di un ritorno in pianta stabile di Rovella la prossima stagione. Saresti favorevole?

"E' molto bravo, ma un conto è giocare nella Juve e un altro nel Monza. Non è che non ho fiducia in lui, però i giovani devono maturare in squadre di alto livello. Rovella promette bene, non vorrei si trasformasse in una meteora. Per questo, sono sicuro che i dirigenti bianconeri sapranno bene come gestire al meglio il suo prossimo futuro".

Un commento finale su Vlahović, che è tornato a fare gol in nazionale.

"E' sicuramente un'ottima notizia per la Juve. Vlahovic è un centravanti vecchio stampo, quasi antico, che predilige più partecipare alle conclusioni che al gioco. Quest'anno non c'è stata la possibilità di concludere molto spesso, però è riuscito ugualmente a segnare i suoi gol. Anche a Firenze ebbe delle difficoltà, poi l'allenatore (Prandelli ndr) fu bravo a capire che dovevano giocare per lui. E' un lottatore, solo così può far bene".

Non è che alla Juventus non lo capiscono poi così bene?

"No, in realtà conoscono benissimo le sue caratteristiche. Però dovranno decidere che cosa fare: se dargli fiducia, o cambiare rotta".

Provo a tradurre la tua ultima affermazione: per "cambiare rotta", si intende accettare un'offerta da 90/100mln.

"Non è il caso, perché è un grande attaccante. Qui è vivi o muori, il prossimo anno non potrà più fare lo stesso campionato. Se dovesse accadere, non sarebbe più un calciatore da Juventus. Il rischio, molto grande, può esser quello di cederlo ad una squadra che capisce come impiegarlo. E la società non dovrà commettere questo errore".

Si ringrazia Bruno Mazzia per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.