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Hans Nicolussi Caviglia: "Onorato di giocare nel Südtirol, mi ispiro a De Bruyne. Che emozione l'esordio nella Juve. Kean? E' davvero forte. Su Marchisio..."

29.07.2022 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Hans Nicolussi Caviglia: "Onorato di giocare nel Südtirol, mi ispiro a De Bruyne. Che emozione l'esordio nella Juve. Kean? E' davvero forte. Su Marchisio..."
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex centrocampista bianconero in prestito al Südtirol, Hans Nicolussi Caviglia, per parlare approfonditamente della sua nuova avventura e non solo:

Come ti stai trovando al Südtirol?

"Mi sono trovato subito benissimo, appena arrivato sono partito per il ritiro e in queste due settimane c'è stato modo di poter conoscerci meglio e amalgamare un gruppo che lo scorso anno è stato protagonista nella promozione in Serie B. E' un onore poter giocare in questo club".

Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato per questa stagione?

"A livello individuale vorrei giocare con continuità in modo così da tornare sui miei livelli, a livello di squadra toglierci le maggiori soddisfazioni possibili".

Hai già respirato l'aria di questa categoria, come te l'aspetti questa stagione?

"Forse è un po' diversa, perché quest'anno saranno presenti tante piazze storiche che sono poi anche delle corazzate. Ci sarà molta bagarre per salire in Serie A, le nostre prime tre giornate saranno molto difficili ma del resto non esistono mai partite semplici".

Conosci molto bene mister Zauli, dove pensi ti impiegherà?

"Il tipo di rapporto è molto buono, è stato un incentivo in più per la scelta di questo club. Il mio ruolo è quello di mezz'ala destra o sinistra, ma per me è indifferente la zona di campo in cui mi impiegherà".

Se ti dico Juve, che cosa ti viene in mente?

"Sono arrivato nei pulcini, avevo otto anni ed ero davvero molto piccolo. E' stato un susseguirsi di emozioni vissute ad altissima intensità. Ovviamente ringrazierò per sempre la Juventus, è dal 2008 che ero lì e non mi ha mai fatto mai mancare nulla. Nel momento di difficoltà, quello dell'infortunio, mi sono sempre stati vicini così come la mia famiglia".

Poi hai avuto anche l'occasione di poter esordire con la prima squadra.

"Marzo del 2019, come dimenticare quel momento. E' un ricordo unico nel suo genere, atteso fin dalla prima volta che ho indossato la maglia della Juve nei Pulcini. Lo avevo sognato ogni notte. Una volta entrato in campo ero come se fossi in un'altra dimensione, ma questo non mi ha distratto: ho giocato tranquillo e sereno".

Il giocatore a cui eri subentrato, Moise Kean, oggi è ancora protagonista con la maglia bianconera. Che cosa pensi di lui?

"Siamo cresciuti insieme, anche lui era arrivato nei Pulcini con mister Grabbi. E' un bravo ragazzo, è un giocatore potente ed esplosivo che all'interno dell'area è fortissimo. Se trova la giusta continuità a livello realizzativo, per me è davvero forte. E' cresciuto qui, può essere una risorsa importante".

Magari un giorno vi rincontrerete alla Juventus, no?

"Sì, speriamo (sorride ndr)".

Quanto sarà utile il cammino in U23 per il tuo prosieguo di carriera?

"Mi è servita nel 2019 prima di fare il salto in Serie B, e successivamente le partite giocate negli ultimi mesi che mi hanno consentito di riacquisire una certa continuità. Saranno molto utili per questa avventura".

Il tuo amore per Cruijff è ormai cosa risaputa, ma c'è un calciatore moderno al quale ti ispiri?

"Chi interpreta meglio il mio ruolo è De Bruyne, è il mio punto di riferimento e cerco di guardarlo il più possibile. Lui è intelligente in ogni fase di gioco, sa attaccare e difendere con la stessa bravura, è dinamico e onnipresente. Posso solo che imparare dal calciatore belga".

Non è proprio il calciatore più vicino a te, mi riferisco al fatto che De Bruyne ha iniziato la sua carriera in una posizione molto più avanzata. Il punto di incontro, dunque, quale può essere?

"E' nato come trequartista, oggi è diventato un tuttocampista. Il punto di incontro è la duttilità, posso giocare in ogni zona di campo e mi trovo molto bene come mezz'ala. C'è molta dinamicità, questo è un aspetto in comune. Si lavora sempre per fare più gol, ma l'obiettivo è vincere le partite".

In bianconero, invece, c'era qualcuno a cui cercavi di "rubare il mestiere"?

"Negli anni in cui sono stato in prima squadra, ho imparato molto da Pjanic. Ha un'intelligenza calcistica fantastica, dal vivo si notava la grande velocità di pensiero. Ero sempre molto attento ad osservare ogni suo minimo movimento e giocata, cercavo di rubare il più possibile da lui. Chi mi ha più impressionato durante gli allenamenti erano Cancelo e, ovviamente, Dybala. Per l'atteggiamento Chiellini, dall'alto della sua esperienza e disciplina ci ha sempre insegnato tutto a livello di mentalità. Era come se fosse un fratello maggiore".

Ti ha mai destabilizzato l'accostamento a Claudio Marchisio?

"Non mi ha mai destabilizzato, ogni giocatore è diverso e ha il proprio modo di giocare. Ognuno cerca di essere se stesso".

Vero, ma quindi non lo osservavi in allenamento?

"Lo osservavo eccome, quando ero un po' più piccolo mi sono anche allenato con lui. Ha caratteristiche che affascinano, era una mezz'ala completa in grado di fare molti gol e assist. Poi ha arretrato il proprio raggio d'azione a fine carriera, ma rimaneva sempre molto elegante nelle movenze. Era forte, incredibile, un vero piacere averlo conosciuto. Il suo senso d'appartenenza per la Juventus deve essere d'esempio a tutti".

In chiusura una battuta su Nicolò Fagioli: merita la prima squadra della Juventus?

"Purtroppo non mi sono allenato ultimamente con lui, però ci sono molti buoni giocatori che facendo le giuste esperienze e accumulando minuti in Serie A potrebbero poi rientrare nella rosa della prima squadra. Ha sempre avuto molta qualità".