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Casanova, ex tecnico di Rabiot: "A Tolosa già giocava alla Pogba, è il più forte centrocampista della Juve. Ma non chiamatelo cavallo pazzo"

19.11.2020 13:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Casanova, ex tecnico di Rabiot: "A Tolosa già giocava alla Pogba, è il più forte centrocampista della Juve. Ma non chiamatelo cavallo pazzo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex portiere transalpino e allenatore del Tolosa in cui giocava il giovanissimo Adrien Rabiot, Alain Casanova, per parlare approfonditamente di lui e non solo:

Se le nomino Adrien Rabiot, come lo descrive?

"Aveva 17 anni e mezzo quando l'ho avuto, era giovanissimo e l'ho lanciato nei professionisti. Aveva un gran potenziale, già tanta sicurezza nei propri mezzi e una tecnica eccezionale col mancino. Possedeva già un ottimo primo tocco di palla, aveva grande padronanza sotto pressione e in zone dense del campo. Adrien era capace di far la differenza palla al piede, prendeva palla e si buttava come una mezzala, un numero 8, alla Pogba, in grado di rompere le linee anche un gran tiro. Era un giovane ragazzo, gli mancava esperienza, minutaggio, forza e potenza, ma si capiva che sarebbe diventato un grande. In 6 mesi, ha fatto una mezza stagione magnifica".

Quando lo osserva giocare, c'è qualcosa in lui che gli ricorda il tempo trascorso a Tolosa?

"Sì, per esempio, in Portogallo, abbiamo visto un giocatore cosi forte dal punto di vista tecnico, ma lo era di più fisicamente e tatticamente, ha acquisito ancor più sicurezza. Ha accumulato tanta esperienza, è voluto andare alla Juventus per giocare con un grandi giocatori come CR7 anche se ce ne erano già al PSG. Penso che abbia avuto anche la possibilità e la fortuna di progredire con grandi allenatori: Sarri uno dei migliori al mondo tatticamente, Pirlo che è un ex-centrocampista lo sta aiutando a migliorare le sue qualità. In bianconero avrà lavorato molto anche fisicamente, lo avrà fatto durante il periodo di lockdown. Ha mantenuto le sue qualità da 18enne, ma è migliorato".

E' ancora un ragazzo timido ed introverso? Come è Adrien dal punto di vista umano?

“Sono sorpreso per come viene descritto a volte, ho l’impressione che si parli di un ragazzo problematico, conflittuale e con un carattere difficile. Ma non è assolutamente cosi, è un ragazzo bellissimo dal punto di vista umano. E' sì introverso ma è felice in un gruppo, ama ridere, divertirsi, adora il calcio, si allena bene, ascolta, riproduce sul campo quello che gli viene chiesto. E uno dei ragazzi piu bravi mai conosciuti, zero problemi, ho apprezzato sia l'uomo che il calciatore e sono felicissimo che stia facendo grandi cose con la Juventus e la Nazionale dove è stato criticato. E tornato con tanta sicurezza, sfruttando l'opportunità, dimostrando che è un grande calciatore".

Come mai, a suo parere, ha avuto delle difficoltà alla Juve?

"E' arrivato in un grande club, un'istituzione con tutte le difficoltà legate al cambio di lingua, di paese e del modo di giocare. E' normale tutto questo. Ora, però, Adrien sta diventando uno dei giocatori chiave della Juventus. E questo va sottolineato".

E' il giocatore più forte del centrocampo bianconero?

"Sì, è il piu forte di tutti i centrocampisti bianconeri. E migliorerà ancora".

Condivide il suo soprannome "cavallo pazzo"? E' giusto a suo avviso chiamarlo così?

"No, perché è un ragazzo molto calmo. Nel suo repertorio dispone della capacità di correre, di inserirsi, di sfruttare gli spazi, moltiplica le corse. Cavallo pazzo, vorrebbe dire che non ha testa e che non pensa. Per nulla. Anzi, con la Nazionale, in entrambi i match disputati ha chiuso i suoi avversari di sinistra nel 442 in fase difensiva in maniera molto intelligente".

Secondo lei, Pirlo lo fa giocare nel suo ruolo?

“Ho visto qualche partita, penso che Adrien giochi bene in tutti sistemi di gioco perché è molto polivalente, di qualità - anche quelle mentali -, resiste, si sforza ed è molto generoso. Poi, non dimentichiamo che è ancora molto giovane".

Il Psg si starà pentendo della sua cessione?

“E' stata una strategia economica, non posso giudicare. Peccato per il PSG, e tanto meglio per lui. Come tutte le squadre che formano calciatori, che è il caso del PSG che possiede un ottimo settore giovanile così come Barcellona e Real, l’ideale è tenerli e poi venderli a caro prezzo. Lui era a fine contratto perché non ha trovato un accordo economico. A volte, va così".

Si ringrazia Alain Casanova per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.