Milinkovic-Savic, ecco come tutto è cominciato. Dovevano acquistare il fratello e lui era 'lento e maldestro'

18.06.2018 16:50 di Edoardo Siddi Twitter:    vedi letture
Milinkovic-Savic, ecco come tutto è cominciato. Dovevano acquistare il fratello e lui era 'lento e maldestro'
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

La Juve sogna Sergej Milinkovic-Savic e dopo la Serbia e la Serie A il mondo intero sta scoprendo il centrocampista serbo. Ormai tutto quello che lo riguarda riporta al mercato, ma Bleacher Report fa un bellissimo passo indietro, andando a scoprire le origini del classe '95. E la sua storia è tutt'altro che banale. 

Tutto è cominciato nel maggio 2014, quando Guner Jacob, a quel tempo direttore tecnico del Genk, va in Serbia a visionare la gara tra Vojvodina e Jagodina, finale di Coppa di Serbia. Nel mirino del club belga c'è il giovanissimo Milinkovic-Savic. Ma no, non si tratta di Sergej, bensì del fratello oggi al Torino: Vanja Milinkovic-Savic. Il portiere era sulla cresta dell'onda in quel momento, ma in quella partita a rubare il cuore di Jacob fu il fratello maggiore. Il 'nostro' Sergej. 

"Dopo 20 minuti ho chiamato il mio direttore generale e gli ho detto: so che siamo qui per un ragazzo di nome Milinkovic-Savic, e lo voglio. Ma non il portiere, l'altro - racconta Jacob -. Si muoveva con grande intelligenza in campo e gestiva bene tutti i palloni. Accelerava il gioco giocando a un tocco. Gli altri scout mi dicevano che sembrava troppo lento e maldestro, ma non per me". Il Vojvodina vinse 2-0 la gara portandosi a casa la prima Coppa di Serbia della sua storia e Gunter ottenne un incontro con la madre del ragazzo e con il suo agente: Mateja Kezman.

Sergej rimase sorpreso che il Genk fosse più interessato a lui, 19enne con sole 13 presenze da professionista, che al fratello, ma così fu e in men che non si dica eccolo in Belgio, pronto per la sua nuova avventura. L'inizio non fu dei miglior: doveva avere un ruolo centrale, faticò a imporsi. Non appena concessa l'occasione, però, è diventato intoccabile. Poi l'Italia e il resto è storia.