Quagliarella: "Lo stalker era un mio amico. Schifosa l'accusa di pedofilia. Alla Juve sono stato accolto bene"

Intervistato dal "Corriere della Sera", Fabio Quagliarella, ex attaccante della Juventus, torna a parlare della brutta vicenda di stalking che lo ha riguardato quando era nel pieno della carriera: "La vicenda dello stalking? Ci sono pacchi di lettere a casa dei miei genitori a ricordarmi cosa ho passato, l’incubo che vivevo. Era un amico che frequentava casa, a ripensarci ogni volta sto male. Uno che di mestiere faceva il poliziotto postale, capisce?
le accuse che mi ha fatto? Tutte infamanti, quella di pedofilia è schifosa. L’arresto di quest’uomo che si fingeva amico e ci diceva che ci stava aiutando a capire chi fosse lo stalker è stata una liberazione. Dopo è stato pure peggio: quando per tanti anni sei ricattato, la paura ti resta dentro. Sei un pedofilo ma non solo, sei anche invischiato con camorra, droga e calcio scommesse. Le minacce di morte a mio padre: “Gli spariamo in testa” e “Adesso mettiamo una bomba nel suo palazzo”. Una volta fece trovare sotto casa una bara con sopra la mia foto. Mi stava distruggendo la carriera, rovinò il mio trasferimento al Napoli.
Il Napoli dopo una stagione mi comunicò che sarei andato via. Non potevo dire nulla, c’erano indagini in corso. Ma neanche loro fecero riferimento a quelle lettere. So soltanto che quando arrivai al Napoli dissi al mio procuratore che sarei rimasto a vita e invece..
La Juve? Sono un professionista e sono andato. A Torino fui accolto bene, con Conte ci siamo divertiti. A Napoli dopo anni tutti hanno capito, e ricevo ancora oggi testimonianze di affetto".