Padovano: "Un calvario durato 17 anni, in carcere ho trovato tanta umanità"

Intervistato da "La Verità", Michele Padovano, ex attaccante della Juventus tra le altre, torna al calvario, durato 17 anni, che lo ha visto finire in carcere da innocente: "Il 10 maggio del 2006 io ero a cena con degli amici. Come spesso succedeva e come spesso succede. Prendo la macchina per andare a casa. Dopo qualche chilometro mi fermano tre volanti dei carabinieri in borghese. Tutti rigorosamente armati. Mi arrestano con modi an- che molto duri. Il primo pensiero che faccio è quello di essere su Scherzi a parte. Era il periodo in cui facevano gli scherzi agli ex calciatori. Anche perché credimi erano modalità veramente da film.
Il carcere? Devo dirti che all’interno del carcere ho trovato tanta umanità. Non posso dire lo stesso fuori. Perché in questi anni ho provato a vivere normalmente. Andando allo stadio. Ma percepivo il pregiudizio nello sguardo delle persone. In carcere questo non l'ho mai provato. Credevo fosse così perchè ero un calciatore conosciuto. Ed invece no. Era così per tutti i nuovi arrivati. A meno che tu non ti sia macchiato di reati infamanti, che nella legge del carcere sono la pedofilia o aver fatto il confidente per le forze dell'ordine facendo fare la galera anche ad altri. Una sensibilità che mi porto dentro.
Cosa faccio oggi? Oggi lavoro per Sky, racconto il calcio in maniera professionale, divertente. Sono felice e mi godo questo bel momento. Chiaramen- te questi 17 anni a me e alla mia famiglia nessuno li ridarà indie- tro. Le cicatrici ci sono. Devo dire che io da questa vicenda ho imparato tantissimo. Mi sento un uomo migliore con la U maiuscola. Non ho più voglia di cazzate. Di persone che dicono una cosa e ne fanno un’altra. Ho l’esperienza tale per riconoscere i cazzari a 100 metri di distanza. Li evito. Perché la vita è troppo breve e adesso ho bisogno di godermi il mio tempo. E ho un lavoro che mi piace. A Sky mi trovo davvero molto bene".