La Stampa - Italia, sprint per Amauri

03.03.2010 13:30 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Fonte: di Massimiliano Nerozzi per "La Stampa"
La Stampa - Italia, sprint per Amauri
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© foto di Castellani / De Luca

L’ultima notte senza passaporto (italiano), Amauri la trascorrerà oggi: «Da domani sarà italiano», annunciava ieri sera Marcello Lippi. Come già aveva anticipato lunedì, al raduno di Coverciano: «A giorni avrà il passaporto». Solo che per portarlo al Mondiale, il ct, e l’Italia tutta, dovranno fare un record, pure questo mondiale, di efficienza burocratica. Da domani, infatti, l’attaccante brasiliano potrà presentare alla Prefettura di Torino i documenti necessari per ottenere la cittadinanza, poi inizierà l’iter: «Per il quale, solitamente, occorrono dagli uno ai due anni - spiega Gianni Giacone, direttore dei Servizi Civici del comune di Torino - anche se termini perentori non ci sono». Per presentarsi in Sudafrica, da italiano, stavolta dovranno essere ridotti a due mesi, al massimo: «Nulla lo vieta ma un tempo così breve non mi è mai capitato».

Di norma, per la totalità degli stranieri che presentano domanda, controlli e procedure si mangiano anni: «Il 3 marzo 2009 - racconta Giacone - la moglie di Amauri, Cynthia Cosini Valadares, è diventata cittadina italiana giurando sulla Costituzione a Palermo. E secondo la nuova normativa, il pacchetto Maroni, dopo un anno, da domani cioé, Amauri potrà presentare la sua domanda». Avendo già pronte le carte, inizia il giro degli uffici: «I documenti vengono inviati al ministero dell’Interno che fa tutte le verifiche, dopo di che le rispedisce. Dalla Prefettura arrivano in Comune, dove la persona presta il giuramento di fedeltà alla Repubblica sulla Costituzione». Chi ha informato Lippi dell’imminente cittadinanza, la Federcalcio, si presume abbia avuto precise rassicurazioni dal ministero.



Sistemata la burocrazia, arriveranno le scelte del campo. E stasera a Montecarlo passa pure l’ultima notte prima dell’esame Mondiale, per chi vuole andarci, nell’amichevole contro il Camerun. Lippi, commissario d’ammissione, lo dice chiaro: «Questa è l’ultima occasione per fare verifiche e prove, a questi livelli, e proprio per questo quelli che sono qui per la prima volta li farò giocare». Nulla di speciale, si attende, semplicemente il mestiere di ognuno: «Mi aspetto quello che sanno fare, quello per cui sono qui. Come pure da tutti gli altri». Il calendario pre-mondiale offrirà pure le amichevoli con Messico e Svizzera, il 3 e il 5 giugno, ma all’epoca le scelte saranno già state fatte e la squadra per il Sudafrica assemblata.

Da stasera a maggio, allora, il ct dovrà risolvere qualche dubbio, decidere i ballottaggi, cinque o sei quelli aperti. Qualche consiglio gli arriverà oggi, per Bonucci (nella difesa a tre) e Cossu, che partiranno dall’inizio, altri verranno con il decorso degli infortuni. Anche se Lippi dice di non esserne preoccupato: «Non lo sono, perché gli infortunati sono sulla via del recupero». Ma non dev’essere poi così tutto liscio, visto che quando gli chiedono se sente già l’atmosfera mondiale, a cento giorni dal via, neppure l’accende: «L’aria vibrante la sento solo per i giocatori infortunati». Di chiacchiere ne vibrano pure attorno a Mario Balotelli, sul quale Lippi si divide tra giramento di scatole e, chissà, futura apertura: «Non ho nessun commento da fare - attacca riferendosi alle pagine dei giornali - è il gioco delle parti. Voi dovete costruire i vostri filoni, e per un po’ vi seguo, poi no. Balotelli deve vincere con l’Under 21, perché qui c’è il rischio di non qualificarci e perdere anche le Olimpiadi. E sarebbe bene si pensasse a questo. In futuro, penseremo ad altro».

Decise le primarie per i posti da assegnare, Lippi dovrà sperare nella condizione fisica di chi adesso non ha neppure la salute. Nel frattempo si cautela: testa cloni di chi è a rischio, o cerca di fabbricarne in casa. Come nel caso di Camoranesi, nuovamente cigolante ai muscoli dopo un’assenza di due mesi e mezzo. Nella partitella di ieri, da esterno destro del tridente ha giocato Claudio Marchisio, che ha talento e corsa per crossare e tirare. Il giovane bianconero si sta rivelando un formidabile jolly, avendo in curriculum i mestieri di centrale e laterale, centrocampo a quattro o a tre non fa differenza. Senza mai lamentarsi: «Ho giocato alla Messi - sorride dietro un paio di Rayban a specchio - e la verità è che qui o alla Juve farei anche il portiere». Per la difesa, invece, Lippi spera ancora in Nesta: tanto è già italiano.