Italia U20, Nunziata: "Baldanzi e Casadei sono i più pronti per la Nazionale maggiore"

Carmine Nunziata ai taccuini di 'Tuttomercatoweb.com' traccia un bilancio del Mondiale Under 20 concluso domenica notte con la sconfitta in finale contro l'Uruguay. Gli azzurrini ieri sono stati accolti in Federazione a Roma dal presidente FIGC Gabriele Gravina. Abbracci e complimenti per un gruppo che non partiva certo coi favori del pronostico, né con fari puntati addosso. "La cosa più emozionante è stato tutto l'entusiasmo che abbiamo creato in Italia", ha detto il ct degli azzurrini. "Siamo partiti con una squadra un po' improvvisata e siamo arrivati fino alla finale".
Grande orgoglio, quindi, nonostante la sconfitta contro l'Uruguay
"Inizialmente c'era delusione. Si arriva a giocare una finale dopo tutto il percorso e la delusione per la sconfitta è grande. Poi però ci torni dopo qualche ora, il giorno dopo, e la sensazione a mente fredda cambia. L'orgoglio per il percorso fatto ha preso il sopravvento sulla delusione finale".
Cosa è mancato in finale?
"Probabilmente loro stavano meglio fisicamente. Abbiamo giocato 7 partite, una ogni tre giorni: non è facile tenere una condizione fisica ottimale. Per di più abbiamo giocato su un campo che non ci favoriva: noi che siamo abituati a giocare calcio abbiamo fatto fatica, mentre loro si sono trovati più a loro agio a giocare nello sporco, sulle seconde palle. Detto ciò, è vero che hanno controllato di più la partita ma poi alla fine avevano tirato una volta sola in porta e hanno avuto fortuna su quei due-tre rimpalli che hanno portato al gol. Le finali sono un po' particolari, si giocano sui dettagli. E un dettaglio da non sottovalutare erano i 39mila spettatori tutti uruguaiani. Col Brasile e con l'Inghilterra il clima fu molto diverso".
Gruppo un po' improvvisato, però ha portato avanti il percorso tracciato un anno fa con l'Europeo
"E' due anni che con questa squadra lavoriamo su degli obiettivi. Il primo obiettivo lo scorso anno era arrivare in fondo all'Europeo e qualificarci al Mondiale: ci fermammo in semifinale, contro l'Inghilterra. Devo fare i complimenti alla squadra perché s'è presentata ai nastri di partenza con una mentalità vincente, voleva arrivare in fondo".
E in fondo ci siete arrivati. Come ci siete riusciti?
"Per raggiungere tutto questo l'unica strada che conoscevamo era quella del gioco e molti dei ragazzi nuovi sono stati fantastici, si sono integrati subito e in 3-4 giorni siamo riusciti a sviluppare il nostro gioco. Era il mezzo per andare avanti il più possibile, il gioco è la leva che ci ha permesso di ottenere risultati. Abbiamo sempre cercato di imporre il nostro gioco, con le nostre qualità".
Qual è stata la gara che le ha dato più soddisfazioni?
"Sono state tutte gare belle e particolari. Quella che ci ha dato grande convinzione è stata la prima col Brasile, dopo mezz'ora sei sul 3-0... Poi la gara contro l'Inghilterra: ci tenevamo a prenderci la nostra rivincita e ci siamo riusciti. Ma anche le altre, in verità. La Corea del Sud non perdeva da undici partite, non giocava un bel calcio ma era molto solida ed era arrivata in finale al precedente Mondiale, aveva più esperienza di noi".
Tra Baldanzi e Pafundi chi l'ha sorpresa di più?
"Sono due ottimi giocatori. In questo momento la differenza la fa l'esperienza: Baldanzi quest'anno ha giocato un campionato importante in Serie A, oltre alle grandi qualità tecniche ha maturato una esperienza che ha fatto la differenza. Simone ha 17 anni, ha un futuro radioso davanti e grandi qualità. Poi però ha giocato poco e questo un po' lo penalizza".
Che consiglio si sente di dargli?
"Baldanzi sta giocando, viene già da un campionato fatto molto bene in Serie A. Deve continuare così. Simone deve iniziare a giocare, all'Udinese o altrove. Solo giocando si può migliorare: lui è molto giovane ma quest'anno ha giocato poco, deve trovare continuità ed esperienza. Io in questi anni dall'Under 17 in poi ho notato una cosa..."
Prego
"I nostri giocatori maturano un paio d'anni dopo rispetto agli altri, incominciano a giocare tardi nel calcio che conta mentre all'estero a 17-18 anni sono già titolari. Prima cominciano a fare campionati che contano, prima possono migliorare. L'abbiamo visto con Baldanzi, ha iniziato la stagione titolare e guardate come è cresciuto. Prima iniziano a giocare nei campionati che contano e meglio è per tutti. Come in tutte le cose e in tutti lavori, il futuro è nei giovani e dobbiamo credere in loro".
Casadei capocannoniere: quanto è merito delle sue qualità e quanto del modo di giocare di questa Italia?
"Un po' tutte e due le cose. Cesare già di suo ha questa qualità negli inserimenti ed è stata sfruttata benissimo da parte sua. Poi c'è stato il grande lavoro dei suoi compagni e di tutta la squadra: se non hai un gioco, non hai tutte queste opportunità".
Qual è stata per lei la cosa più gratificante?
"Aver dato una chance in più a questi ragazzi che se la meritavano e se la meritano. Ghilardi è reduce da un grande campionato in C, Zanotti e Guarino in Primavera come Esposito che è un 2005 e ha fatto molto bene. Tutti hanno avuto una opportunità importante".
Baldanzi e Casadei quelli più pronti per la Nazionale maggiore?
Sicuramente. Ma sono più pronti perché hanno già accumulato una esperienza: Baldanzi ha giocato in Serie A, Casadei in Championship. E' questo a fare la differenza".
Cosa ci sarà nel futuro di mister Nunziata dopo il Mondiale Under 20?
"Non lo so e per ora non mi sono nemmeno posto questa domanda, siamo tornati ieri dopo un giorno di viaggio. Mi piace tantissimo stare in Nazionale, vediamo un po' ma non ci ho pensato. Mi prendo un po' di tempo..."
Come definirebbe questo mese in Argentina?
"Un'avventura straordinaria e indimenticabile. L'ho detto anche ai ragazzi alla fine del percorso: al di là di vincere o perdere queste esperienze ti restano dentro. Questo mese in Argentina resterà indimenticabile".