Il 26 novembre 1996 la Juventus vince la Coppa Intercontinentale a Tokyo. Il racconto di Paolo Tomaselli nel suo libro "Le Leggende della Juventus"

26.11.2020 22:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Il 26 novembre 1996 la Juventus vince la Coppa Intercontinentale a Tokyo. Il racconto di Paolo Tomaselli nel suo libro "Le Leggende della Juventus"

 Il 26 novembre 1996 la Juventus vince la Coppa Intercontinentale a Tokyo, battendo gli argentini grazie al gol decisivo di Alessandro Del Piero. Questo episodio è raccontato nel capitolo " MICHEL PLATINI. Il Re" all'interno del libro "LE LEGGENDE DELLA JUVENTUS" del giornalista del Corriere della Sera Paolo Tomaselli:

"Il campione simbolo della prima squadra a vincere tutti i trofei europei, però, ha ancora tanto da dare e la finale della Intercontinentale a Tokio contro l’Argentinos Juniors è il palcoscenico giusto per riassaporare il sapore dolce della vittoria e della gioia di vivere il calcio alla Platini, con classe, leggerezza e gusto del paradosso. I giapponesi in tribuna si chiedono: come è possibile che guadagni solo due miliardi? E Michel, in una finale memorabile che consegna ai rigori il trofeo a una squadra europea dopo otto anni di dominio sudamericano, segna il gol annullato più bello della storia.
Il risultato è fermo sull’1-1, Bonini di testa serve dentro l’area Platini dopo una respinta della difesa, il numero 10 stoppa di petto e col piede destro supera con un pallonetto il difensore che gli si fa sotto. Piroetta e tiro al volo di sinistro, una parabola discendente che batte Vidallé. L’arbitro Roth, ancora un tedesco, fischia un fuorigioco che non c’è. E – se c’è – non è certo di Platini. Il Re non ci sta, resta disteso con la testa appoggiata al gomito, come fosse sulla spiaggia a protestare per uno spritz arrivato senza abbastanza ghiaccio. Assieme a Laudrup, Platini è il grande artefice del 2-2 e segnerà il rigore decisivo, ma viene ricordato soprattutto per quell’immagine, che lo ritrae
in modo così fedele. E che resta nella testa e nel cuore, anche di fronte a un altro scudetto, ai tre palloni d’oro, al duello tiratissimo con Maradona.
Non ci sono più dubbi: per l’Avvocato «Platini è il miglior giocatore che io abbia mai visto in maglia bianconera». Un’affermazione che costringe un certo Omar Sivori a prendere carta e penna e scrivere una lettera: «Caro Avvocato, messo in coda dietro a Platini io non mi ci trovo. Lui ha avuto anche la fortuna di arrivare in una squadra che era già fortissima». Ma il francese resta in cima al podio fino all’ultimo, anche nel ritiro gonfio di malinconia del maggio 1987, ad appena trentadue anni, perché è la proiezione dello stile e della classe: è come avrebbe voluto essere Gianni Agnelli se fosse stato un calciatore, secondo la felice spiegazione di Boniperti.
Al punto che il 12 marzo del 1991, l’Avvocato invita Platini al mitico ristorante Maxim’s di Parigi, a
una cena di gala per i suoi settant’anni: «Ha fatto un piccolo discorso di ringraziamento, nel quale ha ricordato solo tre persone: la bambinaia che lo ha allevato, Henry Kissinger e me».
Stavolta, di fronte all’incoronazione definitiva, nemmeno Le Roi ha la battuta pronta.