Fabrizio Bocca: "La Serie A torna troppo presto, un assurdo dovuto alle troppe squadre"

Attraverso la sua rubrica sul sito di Repubblica "Bloooog", il giornalista del quotidiano romano Fabrizio Bocca ha parlato della nuova stagione di Serie A. Che partirà domani: "Capisco che bisogna essere conformisti, e che la prima cosa che mi diranno è che in tutta Europa è così. Ma a me il campionato che comincia una settimana dopo Ferragosto proprio non piace, quasi non lo sopporto e ho pure una tremenda voglia di ignorarlo. Viceversa mi piacerebbe moltissimo il campionato a Natale e Capodanno, ma siccome i calciatori devono andare alle Maldive d’inverno, ecco che noi dobbiamo beccarci le prime partite di serie A il pomeriggio di sabato 22 agosto. Il calcio è sempre pronto ad ascoltare chiunque tranne che il comune sentire dell’italiano medio, categoria cui mi pregio d’appartenere: c’è il calendario internazionale, bisogna anticipare la preparazione sennò le nostre squadre in Champions League non sono pronte, la nazionale ha bisogno dei suoi dieci giorni, Conte vuole che si cominci prima perché poi ha gli Europei e vorrebbe pure ‘sti benedetti stage. Tutte chiacchiere che mi convincono assai poco. Come sempre il problema è uno solo: ci sono troppe squadre in serie A, almeno 2 o 4 dovrebbero essere tagliate via.
Tra l’altro il livello tecnico del campionato ne risentirebbe molto in positivo, non riempiremmo sabati e domeniche di partite mediocri e inutili. Ma i soliti furbetti da questo orecchio non ci sentono. Il calcio è talmente pieno di squadre ed impegni e partite da giocare che per forza tracima in pieno agosto. Mentre l’Italia è al mare o in montagna, e le città sono vuote, e Sky e Mediaset si litigano i polli da spennare. Quando ero ragazzo le scuole riaprivano a ottobre, settembre era il mese più bello per godere delle ultime ferie a buon prezzo, per riprendere il lavoro con gradualità, per giocare a pallone in strada, nei cortili, nelle parrocchie. Adesso queste schiere di ragazzini che passano dalla spiaggia ai banchi di scuola già ai primi di settembre mi mettono una gran tristezza, ho una gran voglia di urlargli di scappare. Ecco la serie A - che per me significa autunno e domeniche a casa - che arriva già ora è come mettere le castagne e i mandarini a tavola adesso e mi predispone più o meno alla stessa tristezza del vedere quei ragazzini costretti a tornare a scuola troppo presto…".