Callegari: "La Juventus non ha ancora un centravanti titolare, la squadra ha perso la compattezza iniziale"

Callegari: "La Juventus non ha ancora un centravanti titolare, la squadra ha perso la compattezza iniziale"TuttoJuve.com
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di Giuseppe Giannone

Direttamente dalle pagine di "Calciomercato.com", Massimo Callegari analizza i problemi della Juventus, squadra che sembra aver perso molte certezze rispetto all'inizio di stagione: "Pensateci: cos’è realmente cambiato rispetto all’anno scorso, quando il quarto posto venne raggiunto solo nei minuti finali a Venezia, dopo le tremende eliminazioni con PSV ed Empoli e il surreale ko in Supercoppa, in una semifinale controllata per 70’? Non è aumentata la qualità dei centrocampisti, la difesa continua a dipendere dalla presenza di Bremer, al giovane Veiga è stato preferito Kelly, meglio nell’area avversaria che nella sua. È mutato solo il reparto offensivo, alimentando una concorrenza a lungo termine pericolosa. Non possiamo sapere se il gol fallito da David (dopo uno splendido smarcamento, ahilui oscurato dal misfatto) sia l’effetto della pressione di doversi conquistare il posto. Di certo sappiamo che la Juventus, a differenza di tutte le squadre top, non ha ancora un centravanti titolare. Nella sua carriera Openda ha giocato da attaccante centrale solo a Lens, peraltro facendo bene. Ma al Lipsia si è evoluto da seconda punta, al fianco di Šeško, partner non statico. David non ha l’eleganza come primo requisito e sta cercando la sua dimensione in un campionato completamente diverso dalla Ligue 1: la Serie A è meno veloce, ci sono meno spazi, si fa più attenzione alla fase difensiva. 

Openda e David sono patrimoni della società, Vlahovic no. È in scadenza e solo la diplomazia di Tudor, Chiellini e c. ha evitato strappi che sarebbero stati dannosi per tutti. Le parole dell’ex difensore a Vila-Real sono passate un po’ sottotraccia: “Vlahovic si è allenato sempre al 100%, anche più che in passato”. Insomma: l’atteggiamento recente è stato inappuntabile, prima non sempre. Tudor viene criticato per la sua (non) scelta ma con onestà intellettuale bisogna ammettere che né il canadese né il serbo hanno convinto dall’inizio. Sette partite stagionali sono ancora poche per un giudizio definitivo, però il test della verità sarà con Milan e Real Madrid: nelle grandi partite, devono giocare i titolari.

Resta la sensazione di una squadra che ha perso la compattezza che sembrava avere a inizio campionato. E i cui limiti, tecnici e di personalità, rischiano di ricadere ancora sull’allenatore, che sta cercando di tenere a bordo tutti, ma proprio tutti, compreso l’impresentabile Koopmeiners. Due settimane fa, dopo Inter e Borussia, chiedevamo a Tudor un salto di qualità nel gioco, un palleggio più leggero e un maggiore controllo della partita. La richiesta non cambia ed è legittimo concedere ancora tempo. I tre pareggi con Verona, Atalanta e Villarreal sono arrivati in modo diverso ma con un (minimo) comune denominatore: partite giocate a metà, bene un tempo e male l’altro. Una squadra a metà, che non ha risolto i problemi strutturali della scorsa contraddittoria stagione. È vero: senza il pessimo arbitraggio di Verona, la Juve potrebbe essere prima. Ma, in attesa del bagno di realtà contro Max Allegri, il principe dei realisti, quel primato rischierebbe di essere illusorio. Proprio come il 3-2 di Lipsia di dodici mesi fa".