08 Maggio 2005: Duelli indimenticabili

Esistono big match dalla storia unica, infinita, come Milan-Juventus, eterne alleate-nemiche e sempre pronte a dare vita a leggendari incontri, come quello di 4 anni fa, quando a San Siro si affrontarono per conquistare lo slancio definitivo verso il tricolore.
Dopo il fischio d’inizio del direttore di gara il ritmo tarda ad alzare i toni, frutto di un eccessivo nervosismo di entrambe le compagini. Quando meno te lo aspetti ecco però sorgere il fatidico minuto 27: un anticipo di Nedved nei confronti di Nesta consente a Del Piero di ricevere pallone sul settore sinistro del campo. Alex ritrova il tempo perduto nel primo contrasto con Gattuso riuscendo a rovesciare al centro dell' area un bel pallone, che Trezeguet gira di testa alle spalle dell' incerto Dida, tra gli immobili Stam e Maldini.E così, dopo 27 minuti di noia assoluta, al primo vero tiro in porta i bianconeri spezzano lo 0-0. Trovato il vantaggio, i nostri campioni hanno il merito di chiudere tutti gli spazi ai rossoneri, già in evidente difficoltà fisica, ma anche tattica per le precarie condizioni di Pirlo, incapace di dirigere il gioco come sa fare nelle sue giornate migliori. Quando Pirlo non gira tutto il Milan ne risente, ma stavolta le sofferenze sono ancora maggiori perché attorno a lui Seedorf sbaglia tutto, mentre Gattuso è costretto a ingaggiare una dura battaglia fisica con Nedved. Come non bastasse poi Kakà non è al top dell’ispirazione e così Appiah ed Emerson controllano con sicurezza le operazioni in mezzo al campo, lasciando a Camoranesi il compito di andare a disturbare Maldini sulla fascia per non abbandonare al loro destino Del Piero e Trezeguet. Visto che il malato non risponde, Ancelotti prova ad operarlo schierandouna difesa a tre dove, davanti a Dida, la retroguardia è guidata da Nesta, Stam e Maldini. Ma soprattutto esce l' irriconoscibile Pirlo e al suo posto si rivede Serginho, che completa un nuovo centrocampo con l' avanzato Cafu a destra, in linea coi due centrali Gattuso e Seedorf. Più della tattica, però, conta la paura di perdere che si trasforma in grinta. E così nella ripresa il Milan occupa costantemente la metà campo avversaria. Visto che Tomasson si vede ancor meno di Shevchenko, Ancelotti toglie il danese per rilanciare Inzaghi che ha subito un' occasione d' oro, nell' unico contropiede concesso dalla Juve. Buffon, però, è bravissimo a bloccargli il tiro in uscita e in fondo rimane questa l' unica vera occasione per il Milan, che non a caso dopo 20 partite smarrisce la strada del gol. Con Birindelli al posto dell' infortunato Camoranesi, la Juve fa valere la forza della sua grande difesa, esaltata da Cannavaro e Thuram, e al 20' potremmo persino raddoppiare con il vivace Del Piero, che colpisce la traversa di testa. Gli ultimi inserimenti di Rui Costa per Seedorf, Zalayeta per Trezeguet e Blasi per Appiah, si rivelano così semplici mosse di assestamento più formale che sostanziale. Perché ormai la Juve ha la vittoria in tasca. E così gli ultimi 5' di recupero sono soltanto un interminabile conto alla rovescia prima di festeggiare la prodezza di Trezeguet. Un golden gol che significa Scudetto.