SOTTOBOSCO - In campo a maggio o a giugno? Zitti, per decenza. Cercasi un centro di Gravina permanente. Si ferma il calcio e ci fermiamo anche noi, decisione sacrosanta. La conferma: Juve di un altro pianeta, alla faccia dell'AIC

29.03.2020 13:35 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - In campo a maggio o a giugno? Zitti, per decenza. Cercasi un centro di Gravina permanente. Si ferma il calcio e ci fermiamo anche noi, decisione sacrosanta. La conferma: Juve di un altro pianeta, alla faccia dell'AIC
© foto di Andrea Bosco

Chi afferma che si tornerà a giocare, a maggio o a giugno, straparla. Si viaggia ormai, in Italia, ad una media di 800 morti al giorno. Zitti: per decenza.

Il calcio è allegria. Il calcio ha una funzione sociale. Il calcio è una azienda. Tutto vero. Tutto, oggi, drammaticamente secondario. Il rugby ha stabilito di non assegnare per questa stagione, il titolo. Presto dovrebbero farlo anche il basket ed il volley. Dovrà farlo anche il calcio. A nessuno dovrebbe interessare questo scudetto del Corinavirus, dei contagiati, dei morti, della disperazione. 

Cercasi un centro di Gravina permanente. L'unica cosa sensata che il presidente federale può fare è quella di programmare il “dopo“ . Che sarà difficile, forse traumatico. Potrebbero sparire alcune società. Perché alcune società potrebbero dover portare i libri in tribunale. Non potrà confezionare, la Figc, gironi costellati dal segno “meno“ per irregolarità amministrative. Non ci saranno fideiussioni albanesi o bulgare a taroccare le iscrizioni. Lo Stato sarà impegnato ad elargire quattrini alle aziende e a chi sta già, letteralmente, morendo di fame. Non potrà darne al calcio .

Gravina ha l'obbligo di approntare una riforma all'insegna dei tagli. Sarà obbligato a fare quanto finora non ha potuto (o voluto) fare: le riforme . 

Sarà una stagione, la prossima, senza quattrini a disposizione. Tutti, Juventus compresa, dovranno probabilmente  pensare anche a cedere. Ma intanto i giocatori (e l'allenatore)  della Juve hanno raggiunto un accordo per decurtarsi quattro mensilità. Sono circa 100 milioni che consentiranno alla Juventus di respirare e di programmare il futuro. Alla faccia dell'Aic. Vedremo quante altre società raggiungeranno simili accordi. Ancora una volta la Juve ha dimostrato (e con la società i suoi tesserati) di essere di un altro pianeta. 

Se il calcio si fermerà come, perdurando questa situazione, inevitabilmente accadrà, non ci saranno le risorse derivanti dalle Coppe. Non ci saranno quelle derivanti dai diritti televisivi.

Servirà che tutti siano responsabili. Se il calcio si ferma, si ferma tutto. Anche i media. Lo dico con la consapevolezza del grande sforzo che il mio editore sta facendo. Tutti vorremmo che l'incubo finisse e che il calcio potesse, per il bene comune, rimettersi in moto. Ma oggi la priorità sono le vite. E fino a quando il virus continuerà a mieterle non si giocherà. Né a giugno, né a luglio o ad agosto. E sarà una decisione sacrosanta.