SOTTOBOSCO - Si vede la mano di Allegri, ma le lacune in mezzo restano. Speranza Arthur (e attenti a quei tre). Rigori, ammonizioni e i misteri del Var. Gravina faccia i compiti

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
04.10.2021 00:35 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Si vede la mano di Allegri, ma le lacune in mezzo restano. Speranza Arthur (e attenti a quei tre). Rigori, ammonizioni e i misteri del Var. Gravina faccia i compiti
© foto di Andrea Bosco

La Juve che agguanta il derby con un gol del sempre più inserito Locatelli è una Juve che aggancia anche la parte medio alta della classifica.  Non tutti i problemi sono risolti. Alcuni sembrano di difficile soluzione. Ma il lavoro di Allegri si sta vedendo. La Juve nelle ultime due gare non ha preso gol. Fatica  a farne, ma se la difesa regge, se l'intensità resta costante, allora la Juve potrà (con il rientro di Dybala e Morata) anche pensare in grande. Nonostante  le carenze a centrocampo restino evidenti. Ma in serie B stanno crescendo Fagioli e Ranocchia. E con l'Under 23, il talentuoso Miretti  ha lasciato ancora il segno. Converrà fare di necessità virtù, sperando che al rientro Arthur non si riveli il “pizzardone“  visto  durante le gestione Pirlo. Serve un uomo d'ordine in mezzo al campo che sollevi Locatelli da questa incombenza.

La Juventus può crescere. La speranza è che la nuova sosta per gli impegni delle Nazionali non provochi danni alla rosa. La Juve può crescere: a  patto che alcuni dei suoi “crescano“. Ma anche crescendo la situazione appare complessa: almeno per una eventuale “rimonta“ con vista “titolo“. Perché  davanti stanno andando forte. Nell' ultima giornata la Juve ha recuperato su Atalanta e Lazio. Le altre sembrano avere gli stivali delle sette leghe. E una attitudine al gol decisamente superiore a quella della Juve.

L'abilità di chi sta guidando la classifica. E  le “variabili  dipendenti“. C'è chi ottiene un rigore a partita. Chi non prende ammonizioni, neppure per entrate “stile tir“. Chi le prende anche solo per aver sospirato. Chi viene penalizzato dal Var.  Chi dal Var viene (misteriosamente) graziato.  E poi c'è il calendario: sfornato ad uso delle televisioni. Con l'assenso e la complicità delle società . Inutile lagnarsi a posteriori. La riforma dei calendari (tutti, non solo quello italiano) appare la cosa più urgente del calcio. C' è un limite alle “capacità“ di resistenza dei giocatori. Si dica una volta  per tutte se le Nazionali sono più importanti dei campionati nazionali. Se si vuole continuare con l'indigesto “panino“. Una overdose che provoca “rigetto“ anche nel più incallito vizioso di calcio. Inutile poi  stupirsi se i giovani sono più interessati ai videogiochi rispetto alle canoniche gare .   

Servirà che Gravina faccia i compiti: non entro il 2024 o magari “oltre“. A fine campionato,  dovrebbe farli. Riducendo il numero delle partecipanti alla serie A: 16 al massimo se si vuole mantenere inalterato il programma delle Nazionali. E  una serie B a 18 partecipanti. Il  resto “semiprofessionistico“ .

E poi un salary cup che funzioni. Un fair play  che funzioni. Una revisione dell'intero sistema calcio. Si è andati troppo “oltre“. Gravina ha dato un'occhiata ai bilanci della serie A? Fino a quando il sistema potrà reggere, ancorato alle  plusvalenze farlocche?

Posso essere reputato un profeta di sventure.  Provate a dimostrarmi che sono in errore.