L'IMBOSCATA - Rimonta Juve? Auspici e favole. Solo una cosa potrebbe salvare la panchina di Allegri a fine stagione. Il nodo centrocampo e la (corretta) posizione di Di Maria. La certificazione di una preparazione fatta male (o non fatta)
di Andrea Bosco
La questione è culturale. Nei paesi anglosassoni, mentire, equivale ad essere bollati per la vita. In Italia è diverso. L'Italia, paese cattolico, si dispone alla confessione che porta al lavacro del perdono: escluso nei paesi luterani. In Italia chi mente viene sovente esaltato per la furbizia. Non a caso l'Italia è uno dei paesi con il più altro tasso di evasione fiscale. Esiste una sterminata letteratura, approdata in buona parte al cinema, nella quale l'esaltazione del “furbo“ viene celebrata. Il Bruno nel capolavoro di Dino Risi “Il sorpasso“, interpretato da Vittorio Gassman è forse l'esempio più eclatante. I giorni della politica italiana ci stanno offrendo menzogne in serie. Come spiega nel celebre film “Caccia ad Ottobre Rosso“, il segretario alla difesa americano, di essere “bugiardo e mentitore: uno che ruba le caramelle ai bambini“. Cosa c'entra questa premessa con il calcio e la Juventus? C'entra.
E' evidente come, a meno di “miracoli sportivi“, la stagione della Juventus sia già compromessa. Per colpe collettive: società, allenatore, giocatori. La Juventus verosimilmente è fuori (al 98%) dalla Champion's. E in campionato l'unico obiettivo al quale aspirare, a meno di clamorosi sovvertimenti (peraltro possibili nel calcio), potrebbe risultare quello di qualificarsi per la Champion's: una impresa stante la fila delle avversarie che in classifica la precedono. Ma la sosta per il Mondiale potrebbe modificare gli scenari. Potrebbe, la Juventus, in caso di esclusione dalla Champion's, approdare in Europa League. E potrebbe essere un bene: ricominciando da zero nel secondo torneo continentale, una volta recuperati i tanti giocatori attualmente fuori uso, potrebbe ambire a giocarsi il trofeo . Così come in Coppa Italia dove affronterà il Monza, vittorioso contro l'Udinese. La Supercoppa italiana, come noto, Madama, non avendone titolo, non la giocherà. A mio modesto parere solo un successo in Europa League potrebbe salvare la panchina di Allegri a fine stagione. Nonostante il residuale anno di contratto . E l'amicizia in stile Berlusconi – Putin che lega l'allenatore della Juventus al presidente Andrea Agnelli. Senza quel trofeo e dopo due stagioni (nel caso) fallimentari, si farebbe fatica a comprendere la sua (eventuale) permanenza . Sarri e Pirlo furono congedati dopo un anno. E nonostante avessero vinto, uno il campionato e l'altro due coppe nazionali.
Quindi, quando leggo che la Juventus può “recuperare” , leggo auspici più che una analisi logica. Quando ascolto illustri colleghi addentrarsi in ipotesi suffragate solo dalla speranza, ascolto cose simili alle favole .
La Juve dovrà dimostrare con i fatti di aver invertito la rotta. Già contro l'Empoli. Squadra con l'obiettivo della salvezza, ma che è ben allenata. La Juventus ha vinto il derby giocando ancora una volta male. Il nodo è sempre quello del centrocampo. Perché bene o male la difesa se la cava. Bene o male, pur con stitichezza, il gol in attacco la Juve la confeziona. Ma a centrocampo non pressa, non difende, non attacca: soprattutto non “pensa“ . Cambieranno le cose con il rientro di Pogba e Di Maria? E' possibile. Specie se Allegri si rammenterà di come Ancelotti al Real usava Di Maria: da centrocampista, non da ala. Serve fosforo e inventiva alla Juventus in quella zona del campo. Magari - se Allegri farà la grazia- tornando a dare fiducia anche a Miretti. Escluso da qualche tempo (eccola la menzogna, il cerotto disinfettante) non per “affaticamento“ ma per scelta tecnica.
Anche il tifoso più appassionato, sa che il cammino sarà irto di difficoltà. Perché la squadra gioca un calcio improbabile fatto di balbettamenti , errori, scarsa conoscenza del gioco, scarsa condizione . In quest'ultimo caso, quasi certamente per responsabilità che non possono che essere dello staff dell'allenatore. Mezza Juve piegata in due dalla fatica al minuto 77 del derby la certificazione di una preparazione fatta male. Probabilmente non fatta.