L'IMBOSCATA - La fine delle speranze Scudetto, la Juve di oggi è la tempesta perfetta. Dall'addio di Marotta al "mostro": ecco cos'è accaduto. Ora Dybala "libero" e fiducia a KJ. Polemiche Var, la verità...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
29.10.2021 00:41 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - La fine delle speranze Scudetto, la Juve di oggi è la tempesta perfetta. Dall'addio di Marotta al "mostro": ecco cos'è accaduto. Ora Dybala "libero" e fiducia a KJ. Polemiche Var, la verità...
© foto di Andrea Bosco

La sconfitta contro il Sassuolo decreta la fine - a mio parere -  di ogni speranza Juve  relativamente alla corsa scudetto. Troppi i punti di distacco dalla vetta. E soprattutto, troppe squadre davanti.

Questa Juve (a parte Locatelli e Kajo Jorge) è la Juve costruita nel tempo da Fabio Paratici.  Che ha avuto responsabilità nella conduzione delle cose. Ma, che va detto, le ha condivise con Andrea Agnelli e  Pavel Nedved. Le cifre sono impietose per Allegri: ha 5 punti in  meno rispetto alla Juve di Pirlo, 8 rispetto a quella di Sarri.

Max confidò di aver trovato “macerie“. Tradotto: sul campo, ma anche è presumibile, nello spogliatoio. La Juventus neppure si ritrova dentro alla “tempesta perfetta“ . La Juventus oggi “è” la tempesta perfetta.

Facile immaginare cosa possa essere accaduto. Dopo nove scudetti, varie coppe nazionali, due finali di Champions, la dirigenza della Juventus si deve essere sentita, onnipotente. In grado di rinunciare ad un uomo basilare come Marotta, in grado di preferire ai giocatori solidi quelli esteticamente “belli“. Ingaggiati con stipendi faraonici. Stipendi che, inevitabilmente, fanno girare gli zebedei all'interno di uno spogliatoio. Chi ne ha frequentato qualcuno, lo sa.

Poi c'è stato l'ingaggio del “mostro“ . Ad una cifra “mostruosa“ . Cr7 che faceva oltre 30 gol in stagione, ma per tre anni (è stato raccontano) corpo estraneo alla squadra . Solo Pinsoglio potrebbe spiegare il triennio di Ronaldo a Torino.

La Juve oggi non è carne: né pesce. Allegri non è diventato scarso, al pari di molti suoi giocatori  Alcuni sono  fisicamente in riserva . Altri  giocano fuori ruolo: per necessità. Tiene lo “zoccolo duro“. Ma non sempre basta .

Al posto di Allegri  ruoterei al minimo l'organico. La squadra ha bisogno di certezze. Direi ai miei centrocampisti: se superate la metà campo vi prendo a legnate. La Juve oggi può solo difendersi, confidando nella giocata gol in contropiede. Non ha un gioco da imporre. Ma continua – io reputo – a ritenersi  migliore di quanto in realtà sia. Lascerei libertà a Dybala. E vedrei  di che pasta sia fatto questo Kajo Jorge.

Sarei  cinico: fino alla brutalità. Questa Juve non può pensare di poter competere in ogni manifestazione. Coppa Italia e Supercoppa contano relativamente. Conta arrivare almeno quarti in campionato. E conta andare avanti in Champions:  fino a dove, capacità e  sorte, consentiranno. Ogni energia (anche mentale) va preservata .

Chiudo con una nota sul Var. Polemiche ovunque. Prima dell'ultimo turno (piacerebbe che la solerzia di certi giornalisti fosse applicata  a tutti: io sono veneziano, un episodio a caso, l' espulsione  in Venezia – Salernitana, arbitro Di Bello, indimenticabile direttore di gara di un Torino- Fiorentina)  e  per le gare terminate mercoledì sera. Hanno protestato Andreazzoli. E con lui , Zanetti e Mazzarri:  magari mi sono perso altri . La verità è che nessuno accetta più l'errore. Perché gli era stato detto che  la tecnologia avrebbe sanato ogni eventuale ingiustizia . Ma non è stato così. Perché il regolamento cambia ad ogni stagione, perché gli arbitri sono uomini, soggetti all'errore. Perché  alcuni di loro difettano in personalità. Tu puoi avere la sala Var più tecnologica del mondo: restano gli uomini ad impostare l'algoritmo. La verità è che l'ambiente tutto dovrebbe darsi un regolata. Il mondo del calcio ha la sindrome del “Processo del Lunedì“ . Aldo Biscardi oggi  avrebbe ribrezzo per come il suo ( a lungo inseguito ) sogno si sia malamente realizzato . Ma in fondo questo è  un dettaglio. Di un calcio pieno di debiti, sempre più “avido“, incapace di approntare  la ben che  minima riforma. E  che sta correndo verso l'abisso.  Ha spiegato mesi fa Andrea Agnelli che i giovani sono sempre meno attratti dal calcio. Lo scrivo il più delicatamente possibile:  potrebbero non avere torto.