Ricordate quel giorno? JUVENTUS-CREMONESE

La rivisitazione di alcune partite giocate dalla Juventus; storie di vittorie e di sconfitte per riassaporare e rivivere antiche emozioni
14.05.2023 10:20 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Ricordate quel giorno? JUVENTUS-CREMONESE
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16 marzo 1930 – Campo di Corso Marsiglia
JUVENTUS-CREMONESE 4-1
Juventus: Combi; Rosetta e Caligaris; Mosca, Varglien I e Della Valle; Vojak II, Zanni, Munerati, Cesarini e Orsi. Allenatore: Aitken.
Cremonese: Desti; Pollastri e Bodini; Perotti, Mondini e Sbanzarini; Foglia, Camisaschi, Dossena II, Trovati e Defendi. Allenatore: Talmazzini.
Arbitro: Sassi di Roma.
Marcatori: Cesarini al 7’ e al 13’, Camisaschi al 30’, Cesarini al 64’, Zanni all’84’.

“HURRÀ JUVENTUS”
Per la prima volta il campionato italiano si disputa con la formula del girone unico. Fra le protagoniste non può mancare la Juventus, seconda in classifica a due lunghezze dall’Ambrosiana Inter solitaria capolista. Mentre i nerazzurri milanesi sono di scena sul difficile campo di Bologna, la Juventus se la deve vedere con la Cremonese. Si tratta di un impegno agevole, perché i grigiorossi sono tristemente relegati sul fondo della classifica. Al 7’ i bianconeri sono già in vantaggio con una stoccata di Renato Cesarini, nato a Senigallia in provincia di Ancona ma cresciuto in Argentina, e prelevato dal Chacarita Juniors: un oriundo insomma, come l’ala sinistra Raimundo Orsi. La supremazia della Juventus è netta. Al 13’ Cesarini raddoppia. Due goal in poco più di dieci minuti: prodezza insolita per un giocatore destinato a passare alla storia per le reti segnate intorno all’ultimo minuto di gioco. Alla mezz’ora Camisaschi, interno destro dei grigiorossi, sorprende Combi e riduce lo svantaggio. Ma la Juventus è sempre padrona del campo e sfiora ripetutamente la terza rete. Che arriva al 64’ sempre per merito dell’irresistibile Cesarini. A sei minuti dal termine è Zanni ad andare ancora in goal per la Juventus, che con questo successo si porta a un solo punto dall’Ambrosiana, costretta al pareggio per 2–2 dal Bologna. Ma al termine del torneo saranno i nerazzurri a trionfare. Per la Juventus l’appuntamento con lo scudetto è rinviato di un anno.

“LA STAMPA”
La partita si è risolta, come era prevedibile, con la facile e meritata vittoria della Juventus. L’avversario non destava preoccupazioni ed era condannato alla sconfitta. Sorprese il suo generoso impegno nel primo tempo, che si chiuse con un solo goal di vantaggio dei bianco–neri, ma nella ripresa, quando gli ospiti oramai stanchi rallentarono l’andatura, il successo dei concittadini assunse proporzioni maggiori e più clamoroso ancora avrebbe potuto essere solo che i giocatori avessero creduto di prodigarsi in modo maggiore. Ma il numero dei goal non aveva importanza alcuna Ieri. Ordini di “scuderia” stabilivano che i giocatori non dovevano troppo affaticarsi per poter essere mercoledì in piena efficienza; gli ordini sono stati eseguiti, i due punti sono andati ad accrescere il bottino generale; i giocatori hanno compiuto un buon allenamento, e la partita, giocata così senza rudezze e senza accanimento, ha soddisfatto gli spettatori. A voler guardare, l’incontro dal lato della tecnica e della bellezza del gioco possiamo ben dire che poco esso ci ha offerto, ma, considerata la scarsa levatura tecnica degli avversari dei juventini, considerato ancora che i bianconeri non potevano da soli cambiar tono alla contesa, dobbiamo ben concludere che certi incontri sono destinati proprio a essere di per se stessi poco interessanti. Fanale di coda contro leader; disparità di forze, distacco di classe, diverso valore di elementi. Tutto questo si è visto ieri sul terreno della Juventus. La Cremonese non è attualmente che l’ombra dello squadrone di un tempo, quando essa rappresentava il “Babau” delle unità di grido e giocava nel grande torneo un ruolo di primo ordine. Passati ad altre compagini tutti gli elementi migliori, immiseritasi la cassa sociale, innestati nei ranghi giovani volonterosi ma immaturi, la Cremonese non può far altro quest’anno che tirare innanzi alla meno peggio tentando di racimolare qualche punto nelle partite che si svolgono sul suo terreno e rassegnandosi a chinar il capo sui campi avversari, dove volontà ed entusiasmo non bastano a salvare dalla sconfitta. Del team di un tempo che è rimasto? Sono rimasti... i colori e basta; che i visi noti fra i grigio–rossi sono pochi e la difesa non ha più la saldezza di quando i fratelli Ravani formavano una barriera difficilmente superabile e mediana e attacco non hanno più la forza e il gioco vivace di quando erano formate da elementi di valore provato. La Cremonese attuale gioca senza direttive precise e senza pratiche idee costruttive. Il portiere viene a essere così l’elemento sul quale si addensa il lavoro e gli attaccanti, i quali pure riuscirono ieri a essere pericolosi in parecchie occasioni, hanno il torto di giocare a casaccio, sperando nella buona stella propria e negli eventuali errori avversari. Così essa, conscia di questa sua inferiorità, ha incassato la sconfitta con la più grande disinvoltura, lieta ancora che la sconfitta non si sia mutata in disastro. Nelle file dei bianco–neri un uomo ha fatto la parte del leone: Cesarini. Questo giocatore migliora di domenica in domenica. A Napoli deluse; contro il Livorno ci fece convinti delle sue possibilità, ma non resse all’andatura della partita per tutti i novanta minuti di gioco; ieri finalmente ci ha interamente palesata la sua classe e ci ha fatto vedere che la Juventus ha veramente trovato in lui quell’elemento da porre al fianco di Orsi, che in precedenza aveva invano sperato di trovare. Cesarini era in vena ieri, e i suoi tiri fortissimi e piazzati trovarono tre volte la via per scuotere la rete cremonese. Abbiamo visto quindi In lui il tiratore preciso e potente; il giocatore che sa usare e non abusare del dribbling; l’altruista che non rinuncia al passaggio quando un compagno sia in posizione più favorevole della sua per tentare il tiro conclusivo. Si palesarono insomma Le doti dell’uomo veramente di classe e se anche si può credere che Cesarini abbia ancora a migliorare nelle prossime partite, già si può dire molto bene di lui, secondo le risultanze attuali. La scaltrezza e l’insidiosità di Orsi contrastano apparentemente con il gioco semplice e lineare di Cesarini, ma la coppia risulta invece assai affiatata perché i due giocatori conoscono ognuno le possibilità dell’altro e così Orsi al termine delle sue fughe velocissime sa di trovare nel biondo compagno un uomo che è in grado di condurre a termine l’azione da lui iniziata e così Cesarini a sua volta sa, nel lanciare Orsi, di dar vita a un’azione pericolosa e di trasferire di colpo la minaccia nell’area avversaria. Ai difensori cremonesi non riuscì che poche volte di tenere in freno questo “tandem” di eccezione, ma crediamo che anche quando di fronte ad Orsi e Cesarini saranno posti avversari di maggior valore, sarà pur sempre un compito ben arduo quello di neutralizzare la pericolosa efficienza della coppia. Gli altri uomini del quintetto bianco–nero non sono, per contro, all’altezza dei due citati; Munerati estrema di valore, continua a essere uno spostato al centro e la sua finezza di giuoco non ha modo di risaltare di fronte a difensori decisi e il suo accordo con le mezze ali non è sicuro; Zanni, volenteroso e lavoratore instancabile è tecnicamente di una classe al disotto dei compagni; Vojak II è in progresso e svolge un giuoco giudizioso e preciso, ma manca di quello che in gergo sportivo si chiama “mordente”. V’è squilibrio, quindi, nel quintetto e bisognerà attendere che Cevenini ritorni in squadra e che Munerati sia riposto all’estrema per capire quale può essere il vero valore della linea. Buona fu la prova dei mediani, che ebbero in Mosca un elemento non in piena forma ma comunque efficiente, in Della Valle un distruttore implacabile; in Varglien un centro in gran giornata e particolarmente in vena per servire con accorti palloni l’attacco. Il trio estremo palesò, nei novanta minuti, qualche incertezza, ma conviene notare che Caligaris scese in campo febbricitante e che il giuoco disordinato e confuso degli attaccanti cremonesi pareva fatto apposta per trarre in errore una difesa che pure avesse idee chiare. Nel corso del match la Juventus mise al suo attivo sei corners contro zero della Cremonese. La serie dei goal fu aperta al 7’ da Cesarini; un suo tiro fortissimo, scoccato in area, fu deviato in reto col pugno dal portiere cremonese. Al 13’ secondo goal di Cesarini. Goal da giuocatore di classe: quattro uomini “dribblati” a partire da metà campo e la palla piazzata nell’angolo alto a sinistra del portiere. Un goal che suscitò un subisso di applausi. Alla mezz’ora la Cremonese segnava inattesamente il suo punto dopo di essere giunta nei pressi di Combi con una serrata azione del trio centrale. Trovati, in area passava la palla in profondità a Camisaschi; Caligaris per un soffio non giungeva a intercettare e il tiro de cremonese mandava la palla in rete a mezz’altezza, e quasi a filo del montante destro, senza che Combi avesse tempo di tentare la parata Nella ripresa il bottino dei bianconeri aumentò al 20’ con un terzo splendido goal di Cesarini, il quale indirizzò in rete la palla con un tiro scoccato dal limite dell’area a conclusione di un’azione partita da Varglien e continuata da Vojak. Al 30’ ultimo punto, azione Varglien, Vojak, Cesarini; quest’ultimo, a terra, riesce a passare a Zanni, il casalese segnò imparabilmente.