A DOMANDA RISPONDE - Xavier Jacobelli: "La Juve deve cambiare subito passo. Non mi stupirei se venisse fatta una scelta. Dybala in crisi? Non scherziamo. Manca un Marchisio. Quelle voci su Inzaghi in bianconero..."
Ogni lunedì la redazione di Tuttojuve.com analizza i temi caldi del nostro calcio con una delle firme più autorevoli del giornalismo sportivo italiano, Xavier Jacobelli, editorialista del Corriere dello Sport-Stadio.
Che cosa resta della prima sconfitta interna della Juve dopo 41 risultati utili consecutivi in campionato?
“La consapevolezza che la squadra debba cambiare passo. Subito. Perché se c’è un anno propizio al Napoli per vincere lo scudetto, è questo. E non soltanto per le 8 vittorie consecutive, i 26 gol segnati, i 5 punti di distacco che adesso separano i partenopei dai bianconeri. La qualità del gioco della capolista in questo momento è nettamente superiore a quella bianconera. Eppure, il calendario può dare subito una mano ai campioni d’Italia: sabato, il San Paolo sarà teatro dello scontro fra il Napoli e l’Inter che, se vincesse potrebbe addirittura sorpassare i campani. La Juve giocherà a Udine: le serve una vittoria, friulani permettendo. Ma un punto nelle ultime due partite non è un campanello d’allarme: è una campana a martello”.
Pensa che la Juve punti più alla Champions che al campionato?
“E’ presto per dirlo, ci sono ancora 30 partite da giocare e 90 punti a disposizione. Ma, è evidente, che la squadra viva un periodo decisamente altalenante, quanto a risultati e a gioco. Come se vincere il settimo scudetto di fila fosse un’impresa più ardua che riguadagnare la terza finale di Champions nelle ultime quattro edizioni. Logicamente, è anche una questione di motivazioni: la Juve ha alle spalle sei scudetti consecutivi e, davanti a sé, il tabù europeo che resiste da ventuno anni. Non mi stupirei se, inconsciamente, i bianconeri concentrassero i maggior sforzi sul traguardo europeo”.
Dybala ha sbagliato il secondo rigore di fila: può diventare un problema?
“Non scherziamo. E’ stato calcolato che Dybala, insieme con gli altri compagni di Nazionale, nell’arco di dieci giorni abbia viaggiato per 25.416 chilometri, salendo anche ai 2.850 metri di altitudine di Quito in Ecuador. Allegri ha fatto bene a non schierarlo titolare contro la Lazio e ad impiegarlo part time. L’errore dal dischetto può capitare, così come un campione del calibro di Dybala può anche sbagliare due penalty di fila. Ma da qui a dire sia in crisi, ce ne corre”.
Qual è il reparto in maggiore sofferenza in questo periodo?
“La difesa. Sta prendendo troppi gol, sia in trasferta e, adesso, anche in casa. Purtroppo, Howedes non ha ancora potuto dare il suo contributo e questo accresce il problema di Allegri. Ma le dolenti note vengono anche dal centrocampo dove il solo Matuidi, sino a questo momento, ha risposto alle aspettative. Douglas Costa e Bernardeschi tolgono spazio a Cuadrado; la rotazione dei titolari alimenta il numero degli errori e alla Juve manca tanto uno come Marchisio a tempo pieno”.
Dicono che, da grande, Simone Inzaghi possa fare l’allenatore della Juve: lo pensa anche lei?
“Inzaghi ha sconfitto la Juve per due volte in due mesi: la prima, il 13 agosto, a Roma, nella finale di Supercoppa di Lega; la seconda, il 14 ottobre, a Torino, spezzando un’imbattibilità interna in campionato che resisteva da quasi 26 mesi. Inzaghi sta guidando una squadra che si diverte a spostare sempre più in là i propri limiti. Il tecnico è fortemente legato alla Lazio e sarà lui a decidere il suo destino. Ma, oggi più che mai, alla domanda: un giorno Simone potrebbe allenare la Juve? La risposta è sì".