TJ - BRAGHIN: "Il Milan ci somiglia, l'accesso alla Champions l'obiettivo. Lo scorso anno scudetto a metà col Brescia. Guarino fondamentale, ci ha dato credibilità"

13.02.2019 17:00 di  Edoardo Siddi  Twitter:    vedi letture
Fonte: inviato a Vinovo
TJ - BRAGHIN: "Il Milan ci somiglia, l'accesso alla Champions l'obiettivo. Lo scorso anno scudetto a metà col Brescia. Guarino fondamentale, ci ha dato credibilità"
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Nel bellissimo progetto Juventus Women ci sono le mani e la testa di Stefano Braghin. Il responsabile del settore femminile bianconero, dopo tanti anni ai vertici del settore giovanile, si è gettato nella nuova avventura con entusiasmo e voglia, raccogliendo subito risultati eccezionali. Sul campo, con lo scudetto cucito sul petto al primo tentativo, e fuori, dove la Juve ha illuminato un mondo che ha finalmente ricevuto le dovute attenzioni e che continua a crescere.

Oggi l'abbiamo incontrato per avere una finestra sullo stato delle ragazze bianconere in vista della partita contro il Milan, con un campionato da vivere fino alla fine, dopo che il pari contro il Mozzanica ha ridotto il vantaggio sulle inseguitrici: “Milan? Sono appena partiti, rivedo un po' il nostro percorso dell'anno scorso. Grande entusiasmo, grande novità, grande voglia di fare bene e direi che hanno scelto un'allenatrice di grande spessore, Carolina Morace, che li sta aiutando a conoscere il calcio femminile. È una scelta simile, se vogliamo, a quella che ho fatto io con Rita: prendere un'icona del calcio femminile italiano che dia credibilità al progetto e conoscenze tecniche. Quindi grande allenatore, società molto dedicata a questo progetto e la squadra è una squadra molto forte. Oltre alla classifica lo dicono i numeri del loro attacco: hanno segnato tantissimo in due giocatrici. Secondo me è una squadra sul nostro livello, ci possiamo equivalere, poi gli episodi e chi arriva più o meno pronto potrà spuntarla. Loro forse sono più a trazione offensiva, noi invece ci basiamo di più sulla solidità difensiva. Lo dicono i numeri, sono un po' due filosofie di calcio che si scontrano. La Fiorentina forse è la più equilibrata, che ha grande solidità e propensione offensiva e un anno di vantaggio. Leggo che sono convinte della loro forza, speriamo non facciano il Triplete che hanno annunciato e ci lascino qualcosa (sorride, ndr)".

"Il pari con il Mozzanica? - ha proseguito -. Giocare questa partita con un distacco maggiore avrebbe potuto dare un po' più di tranquillità o, quantomeno, consentire un avvicinamento più sereno. Poi, una volta che sei lì, questi scontri diretti sono comunque decisivi e, quindi, a prescindere dal vantaggio li devi giocare relazionandoti con una partita decisiva. Veniamo da una settimana in cui abbiamo pareggiato, perciò questo match qualche attenzione in più la richiede. Credo cambi più l'approccio anziché la gara vera e propria, che affrontiamo comunque essendo davanti. Dunque, forse le pressioni sono più sull'altro fronte anziché sul nostro Poi sicuramente portare la maglia di questo club è un peso, è un onore ma in un certo senso anche un onere: perché si gioca per milioni di persone. Cambia proprio la prospettiva, le ragazze sono intelligenti e sensibili. Non è molto diverso dalla vigilia di una gara maschile, poi alla fine il calcio è uno e le sensazioni sono le stesse. Forse c'è un po' più di ansia nell'affrontare una cosa nuova, ma che può accadere a chiunque si trovi ad affrontare una cosa nuova. Noi le accompagniamo con grande serenità, questa squadra ha un anno di storia, abbiamo già scritto già pagine importanti e ci stiamo giocando il secondo titolo consecutivo e siamo in piena Coppa Italia. C'è la consapevolezza che in questo momento le altre squadre sono come noi, forse hanno anche qualcosina in più: mi riferisco alla Fiorentina, che sta correndo. Contro loro e il Milan per vincere dovremo fare quasi due partite perfette”.

L'obiettivo della Juve, comunque, resta l'accesso alla Champions League, visto che per natura i bianconeri non possono che guardare all'Europa e per guadagnarselo bisognerà lottare: "Quest'anno, intanto, sono aumentate le squadre che possono togliere dei punti, per cui il campionato è più aperto e cambia un po' l'approccio a tutte le partite. Poi, il fatto di essere in tre e non in due a lottare per il titolo è molto rilevante per il fatto che una delle e tre non farà la Champions League, che credo di poter dire che anche per le altre squadre rappresenti l'obiettivo principale della stagione. La nostra attenzione è quella di conquistare un posto in Champions League. Poi, naturalmente, se riusciremo a vincere il campionato saremo felici. Dal momento che eventualmente si sarà consolidata l'Europa, si faranno i conti pensando al primo posto".

Non arrivare in Champions, comunque, economicamente, non avrebbe grosse conseguenze: “Ad oggi a livello economico impatta molto poco, per non dire nulla. Sicuramente cambia a livello di attrattiva per le calciatrici straniere, perché proporre la Champions League permette di affacciarsi a un target di calciatrici europee diverso rispetto alla dimensione nazionale. E poi, naturalmente, cambia la visibilità del progetto. A fronte di un impegno oneroso, non solo di denaro ma anche di energie, poterlo proiettare a una dimensione europea è molto diverso rispetto ad avere una prospettiva solamente nazionale. Dal punto di vista sportivo, forse, chi non disputa la Champions League è anche agevolato, ma il prezzo da pagare è troppo alto. L'obiettivo è esserci per poter competere sul palcoscenico internazionale, e attrarre interessi che possono essere sia commerciali sia tecnici di un certo livello”.

C'è spazio anche per un focus sul Braghin dirigente, che non può non richiamare lo scudetto conquistato l'anno scorso, con bellissime parole per Rita Guarino e un messaggio ancor più bello rivolto al Brescia: "Io ho iniziato la mia carriera in prima categoria, nulla mi spaventa. Nel calcio femminile ho trovato tanta passione e genuinità degli inizi della mia carriera e mi ha fatto ritrovare cose che avrei perso nel cammino. Quando ti professionalizzi, certe dinamiche le apprezzi meno. Devo dire che faccio questo mestiere per passione. Se domani dovessi fare il direttore sportivo di una squadra di Pulcini la farei come se dovessi vincere la Champions League. Per me non è cambiato nulla. Ho solo applicato concetti che non applicavo più, ho dovuto ricordare come risolvevo i problemi una volta. E’ molto stimolante. Il fatto di vincere subito? Il calcio ha tante dinamiche. L’anno scorso abbiamo fatto una scelta cruciale che è quella dell’allenatore (Rita Guarino, ndr). Ci conoscevamo da tanti anni e sono andato sul sicuro. Lei ha fatto un grandissimo lavoro dando credibilità ad un progetto che non c’era. Rita l’ho spesa come patente di credibilità. Negli anni aveva seminato molto bene nei rapporti quindi le ragazze sono venute volentieri. Non sapendo nulla sono partito da due concetti: uno le più brave in Italia e due ho fatto colloqui. Credo che la persona venga prima del giocatore. Ho avuto la fortuna di vincere qualche campionato nella mia carriera, sempre con gruppi sani, persone con certi principi. Ne ho persi con giocatori molto forti. Con le persone giuste quasi mai. La scelta, non conoscendo benissimo il calcio femminile, era la persona. Più le conoscenze di Rita. Poi ci vuole anche fortuna. Quando vinci lo Scudetto all’ultimo calcio di rigore di uno spareggio, quel campionato l’hai vinto in due. Mi sento di condividerlo col Brescia. Poi dopo il campo ha detto quella roba lì e io sono felice. In questo senso ti dico fortuna perché poi ci sono momenti in cui sinceramente è difficile dire che il Brescia abbia perso il campionato. Al momento buono abbiamo avuto un po' di fortuna, abbiamo avuto dei passaggi più sfortunati durante la stagione, il calcio è quella roba lì. Però se fai più o meno tutto giusto quello che dipende da te, poi hai anche un po' fortuna, questo l’ho imparato invecchiando. Non voglio fare il filosofo, ma spesso il calcio si gira su delle situazioni. Si cerca di dare spiegazione a certe cose e per me nel calcio non puoi spiegare tutto. E’ un gioco, c’è una variabile casuale che secondo me è abbastanza alta, tu devi fare molto bene quello che dipende da te. Sapendo che puoi perdere o vincere anche perché ogni tanto accade una roba tra quelle che tu non controlli. E quella roba li devi metterla in conto. La mia esperienza è che se tu fai molto bene quello che dipende da te, ragionevolmente il tuo lo porti a casa ma devi avere anche la serenità di accettare che ci sono cose che non controlli".

La chiave sono quindi le persone dietro le calciatrici e in tal senso il gruppo, racconta Braghin, è compatto, con ogni ragazza che porta qualcosa di suo: “Sono tutte molto integrate. È più una cooperativa che una S. p. A. il nostro spogliatoio, quindi faccio un po' fatica a individuare leader. Ciascuna porta il proprio. Aluko per esempio ha una grande storia e una grande professionalità e ha portato la visione di una ragazza che ha fatto una semifinale di Champions. Le nostre hanno portato l'entusiasmo di chi farà un Mondiale dopo 20 anni. C'è davvero un grande mix, farei fatica a dirti chi può aver dato di più o di meno. Hanno dato cose diverse”.

Tornando al campo, qualche informazione anche su come stanno le ragazze al momento ferme ai box: "Rosucci è in pieno recupero. È al quinto mese di un crociato, è in piena tabella. Lei in campo per il Mondiale dovrebbe esserci, poi dipende dalle scelte. Io Martina la vorrei in squadra anche con un ginocchio solo, però sono io (ride, ndr). Sanderson infortunio un po' più complesso, è in fase di recupero. Dal punto di vista medico ha recuperato in pieno, ma ora deve ripartire da tre mesi di inattività. Cantore, invece, è pronta e a breve esordirà. Spero già che i medici le diano una passerella contro il Tavagnacco la prossima settimana. Rimarrà aggregata alla prima squadra, poi decideremo se aggregarla alla Primavera per un po' di minutaggio”.

Chiarimento anche sulla situazione contrattuale delle bianconere: “Le ragazze e tutto lo staff hanno ancora un anno di contratto. Tutte le ragazze della Nazionale hanno un accordo in vista della prossima stagione, perché visto che il Mondiale potrebbe essere una vetrina ci siamo tutelati. Il rinnovo è avvenuto l'anno scorso, la scorsa estate con tutte ho cercato di avere un prospettiva post Mondiale, perché arrivare alla competizione con le ragazze in scadenza sarebbe incauto. Poi sapete che se una società professionistica arriva dall'estero e le contrattualizza le perdi in un pomeriggio, però io credo anche nelle persone. Se poi dovesse accadere, si andrà avanti, ma ragionevolmente nel mio mondo firma e stretta di mano ti vincolano. Avremo ancora un anno di respiro e tendenzialmente non ci saranno grosse rivoluzioni. Bisogna essere onesti, molto farà la qualificazione o meno alla Champions League”.

 

STEFANO BRAGHIN CI HA ANCHE RACCONTATO STRUTTURA E DIETRO LE QUINTE DEL PROGETTO JUVENTUS WOMEN: CLICCA QUI