SOTTOBOSCO - Macelleria Rocco

05.10.2019 19:03 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Macelleria Rocco

La vicenda è emblematica. Di un paese intellettualmente insensibile .

A Trieste in Via Tarabocchia, angolo via Slataper, l'edificio che divide le due strade, da tempo è in restauro. Lo stabile ha una vecchia insegna “Macelleria Rocco“ . Là lavorava Giusto Rocco, padre di Nereo Rocco. Che nei suoi anni giovanili abbinava la sfilettatura delle bistecche al campo di calcio .

Per salvare l'insegna si sono mossi il Comune di Trieste, la Regione Friuli- Venezia Giulia, cittadini e tifosi. Respinti con perdite: l'insegna verrà rimossa . Non è chiaro se l'architetto che presiede ai lavori non sia in grado di trovare una soluzione “originale“ , per integrarla al resto dell'edificio. O se viceversa siano i proprietari dello stabile a non volerla. Sottovalutando che quella insegna, potrebbe diventare una attrazione turistica .

E' vero che Trieste non è Napoli e che Rocco non è Maradona: tuttavia...

Di origini austriache, il nonno di Nereo di chiamava Roch: arrivò a Trieste durante il regno di Francesco Giuseppe. Durante il fascismo, il nome fu cambiato. Doveva essere Rocchi, ma per l'errore di un impiegato comunale, divenne Rocco.

Nereo Rocco, non è stato solo un grande allenatore che ha vinto scudetti e Coppe Campioni, legando il suo nome oltre che al Milan, ad altre società italiane.

Nereo Rocco è stato un maestro, collocato nell'Olimpo del calcio milanese. In una stagione nella quale il calcio milanese era eccellenza nel mondo . Rocco e Rivera da una parte. Helenio Herrera e Mazzola dall'altra.

Nereo Rocco, che sia stato lui o sia stato Gipo Viani ad inventare il “catenaccio“, il modulo che piaceva a Gianni Brera (ma Nereo spiegava a chi glielo chiedeva che forse l'idea era venuta per primo ad un suo compagno “Gino, de Mira“, località a qualche chilometro da Venezia) rappresenta un fiore all'occhiello del calcio mondiale .

C'era lui con Nick Carosio in quella vignetta satirica che ogni settimana il genio Marino, sfornava su quell'incredibile settimanale di calcio e cultura che fu il “Guerin Sportivo“ del Conte Rognoni.

Un calcio che sapeva sorridere di se stesso.

Rimuovere i simboli legati a quel calcio è cosa inopportuna . Una società senza memoria è destinata sparire.

Spiegava Cicerone , in “Cato Maior de senectute"che “la memoria si indebolisce... se non la eserciti“ . Cicerone: scrittore latino, non guida turistica. Risulta?