ROSICONE A VITA

12.02.2011 09:30 di  Matteo Culotta   vedi letture
ROSICONE A VITA
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

"Mi sentivo preso in giro durante Calciopoli, ma non lo dicevo più perchè sembrava un alibi e allora passavi per scemo. Poi, alla fine, è stato dimostrato che era esattamente come la pensavo io, come la pensavamo tutti". Ci risiamo: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Puntuale come sempre. Altra frecciata, anche perchè nessuno glielo vieta. Va tutto bene così com'è. Inutile provare a convincerlo del contrario, nonostante ci siano prove piuttosto evidenti che smentiscano le sue teorie. E' tutto inutile, sarebbe come cercare di convincere un bambino che Babbo Natale non esiste o che i neonati non li porta la cicogna. Ci rimarrebbe male, forse traumatizzato per tutto il resto della vita, e noi non vogliamo che Marco Materazzi torni a piangere interrottamente. Ci fanno ancora male le immagini che lo ritraggono immerso in un lago di lacrime, quel 5 maggio del 2002.

Ormai è diventato prevedibile. Uno o due giorni prima del "derby d'Italia", non possono mancare le sue "punzecchiate". Parole cui il difensore nerazzurro non dà troppo peso, ormai per lui è uno spasso deridere la Vecchia Signora e non perde mai occasione per sfregiarla. Tuttavia, ciò che gli esce dalla bocca può esser valutato diversamente da alcuni tifosi, soprattutto quelli bianconeri e nerazzurri, che non godono di grande stima reciproca. Lo scorso anno, precisamente la favolosa notte di Madrid in cui l'Inter alzò in cielo la terza Champions League della sua storia - la prima a colori -, Materazzi, a fine partita, decise di indossare una maglietta che ben poco spazio lascia all'immaginazione.

"Rivolete anche questa?", un messaggio senza destinatario scritto, ma lo si intuisce al volo. Era il periodo in cui spuntavano le prime telefonate "oneste" dal centralino di via Durini, il periodo in cui spuntavano le prime intercettazioni che riguardavano altri dirigenti, che si comportavano esattamente come quel cattivone di Luciano Moggi, colui che aveva in mano il calcio italiano, il boss della Serie A. Era il periodo in cui, in corso Galileo Ferraris, a qualcuno cominciavano a "girare" e, sentendosi presi in giro, avevano deciso di chiedere spiegazioni e chiarezza, il minimo che si possa chiedere in questi casi. D'altronde, la Juventus è stata distrutta cinque anni fa perchè si credeva che i suoi dirigenti avessero creato un'organizzazione, interna al calcio italiano, finalizzata a favorire i bianconeri sempre e comunque. La "Cosa Nostra" della Serie A, per intenderci. E' chiaro che, quando cominciarono ad affluire sui giornali (non tutti, qualche giornale rosa fece finta di niente... ) le intercettazioni di dirigenti che si comportavano esattamente come quelli juventini, al popolo bianconero qualche dubbio sulla bontà del processo Calciopoli è cominciato a spuntare. Forse proprio queste intercettazioni hanno rafforzato lo squadrone interista, forse proprio la voglia di dimostrare che non c'entravano niente con Calciopoli, li ha spinti a vincere tutto. La stessa voglia che ha indotto Materazzi - la notte del trionfo europeo nerazzurro - ad indossare quella maglietta. Una maglietta che creò ancora più astio tra il tifo bianconero e quello nerazzurro, tanto che tale Edmondo Bellan -63enne tifoso della Juventus - fu accoltellato ed ucciso da un suo conoscente di fede interista, poichè si permise di ribattere alla provocazione palese ed esplicita espressa sulla maglietta di Materazzi. 

Nessun commento stavolta. Nessuna parola, tutto tace. Materazzi non dice niente, non che abbia molto da dire, sia chiaro, nulla avrebbe potuto fermare la pazzia dell'omicida. Ora, però, ci risiamo. Riparte il disco a poche ore dalla partita più sentita di tutta la Serie A. Da una parte, chi gli scudetti se li è guadagnati sul campo e se li è visti consegnare al termine del campionato; dall'altra chi gli scudetti li scuce dalle maglie di chi li ha sudati sul campo, per cucirli sulle proprie e che si diverte a farseli consegnare comodamente a casa dal tribunale. Da una parte, chi ha già pagato per uno scandalo che di "scandalo" ha solo il processo montato ad arte per eliminare la Juventus, senza prima accettare il coinvolgimento di altre squadre; dall'altra una squadra che, entro la fine del mondo - si spera -, dovrà prima o poi render conto di quello che ha fatto, come tutte le squadre coinvolte in Calciopoli 2.

In ogni caso, il popolo juventino sa benissimo chi sarà il vero giudice della sfida tra Juve e Inter: il campo, poichè nessuna squadra può sfuggire al suo verdetto. Il campo non sbaglia mai, stabilisce sempre chi vince con merito, altro che il tribunale. Materazzi, ora, se la ride. Se la spassa di gran carriera, al contrario del popolo bianconero che piange e non ha mai smesso di farlo da cinque anni. A maggio verranno, probabilmente, assegnati due scudetti: uno valido per il campionato 2010/2011 e l'altro per quel famoso 2005/2006. Chissà chi riderà quando tutto finirà. Di sicuro, se fosse il popolo bianconero, non smetterà più di ridere e chissà quanto tempo passerà prima che Materazzi torni a fare certe simpatiche esternazioni...