No all'equivalenza ultras uguale delinquenti. Rispetto per la sud.

Chi ha sbagliato dovrà pagare, ma smettiamola di etichettare tutti gli ultras come delinquenti e di considerare la curva sud come tale.
30.09.2019 19:45 di  Enrico Danna   vedi letture
No all'equivalenza ultras uguale delinquenti. Rispetto per la sud.
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Sarebbe opportuno parlare e scrivere quando si ha conoscenza dei fatti. Sarebbe eticamente e civilmente corretto accusare ed esprimere giudizi su qualsiasi persona dopo che questa sia stata condannata in modo inequivocabile per i reati commessi (e non sulla base di congetture, sentito dire, presunzioni, etc..). Basta un secondo per rovinare una reputazione e di mostri sbattuti in prima pagina e poi rivelatisi completamente innocenti, la storia e la letteratura ne sono pieni. Inoltre, evitare di generalizzare sarebbe quanto meno un gesto di buon senso, ma certo, scrivere e lanciare accuse è un acchiappa “like” da paura, fa “figo”, fa sentire importanti anche se non si sa minimamente di ciò di cui si parla. Sparare a zero sulla curva sud è ormai diventato un gioco quotidiano: non solo chi non ci ha mai messo piede ma anche chi nemmeno ne conosce l'ubicazione si sente in dovere di sputare sentenze; così, per partito preso. “Covo di delinquenti, bagarini, gente che si arricchisce con i biglietti delle partite”. E poi ancora “Finalmente lo stadio a dimensione famiglia, via quelle bandiere, quelli che non ti facevano sedere al tuo posto, etc, etc.”. (ipocrisia a livelli galattici). Che mondo meraviglioso senza questi ultras. Via tamburi, megafoni, via gli stendardi, via le maglie, via le sciarpe dei vari gruppi, etc. Insomma, via tutto. Certo, i delinquenti devono essere allontanati: su questo non ci piove; prima devono essere accusati dei reati a loro ascritti. Chi ha sbagliato, paghi. Se però fate un calcolo rapido rapportando il numero degli indagati al totale degli abbonati in curva, arriverete alla conclusione che almeno il 99,8% di essi non è coinvolto in nessuna indagine, nessun procedimento, né tanto meno ha accuse pendenti. La presenza di qualche mela marcia non significa che tutto l'albero sia marcio. Anzi. Far parte di un gruppo è sinonimo di orgoglio, appartenenza, presenza. La “pezza”, lo “stendardo”, lo “striscione” sono simboli che hanno un significato enorme, così come lo sbandierare il bandierone del proprio gruppo (Se avete letto “I ragazzi della via Paal” potete comprendere cosa significhi lottare per difendere la propria bandiera e la propria ideologia). Uno stadio senza striscioni, senza bandiere, senza stendardi, senza ultras è come un cuore senza anima: batte, ma non pulsa. Uno stadio non è un teatro, né tanto meno un convento di educande. Attribuire agli ultras il significato di spacciatori, delinquenti, e chi più ne ha più ne metta è profondamente ingiusto nei confronti di coloro che da anni seguono la squadra in casa e in trasferta, in Italia e in Europa, in condizioni spesso estreme, facendo enormi sacrifici a livello economico e fisico (sì, perché vi posso assicurare che farsi tutte le partite, anche a livello fisico, è piuttosto stancante). Quelli che giravano la penisola nell'anno della B, negli anni bui del posto Farsopoli, quelli che c'erano, ci sono e ci saranno sempre, meritano solo applausi e rispetto.

Chi scrive ha una idea romantica di stadio, legata al vecchio Comunale, dove il tifo della curva faceva tremare i gradoni, dove le partite si intuivano (più che vedersi) stando uno addosso all'altro ed era un vanto di cui fregiarsi orgogliosamente con gli amici, quello di poter vedere una gara accanto al bandierone che sventolava. Al contrario di quello che è accaduto negli ultimi anni, dove il leit motif più gettonato, era “Togli (o abbassa) quella bandiera”. Che poi in curva di posti ce ne sono tanti, quindi basterebbe eventualmente solo spostarsi un po'....(ma è troppo difficile da capire per chi queste cose non le ha mai vissute).

Che piaccia o no, la sud è il cuore pulsante dello stadio, perché la bolgia non la creano né la est, né la nord, né tanto meno la ovest. Anzi: se non canta la sud, pare d'essere all'interno di una residenza “Anni sereni” più che in uno stadio di calcio. L'idea dello stadio/teatro può riempire la bocca nell'immediato e in tempi di vacche grasse, ma cosa succederà quando arriveranno i giorni bui?

Al di là delle considerazioni e delle opinioni personali, un consiglio spassionato: prendete sempre con le pinze ciò che sentite o leggete. Mettete da parte i pregiudizi e documentatevi il più possibile ascoltando le voci di tutte le parti chiamate in causa: solo così potrete farvi una opinione plausibilmente vicina alla realtà.

Rispetto per la sud.