LA NUOVA JUVENTUS TRA PROMESSE E REALTA'

07.06.2011 21:00 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
LA NUOVA JUVENTUS TRA PROMESSE E REALTA'
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Krasic, Melo, Aquilani e Marchisio: a differenza di quanto accaduto nel recente passato la Juventus sembrava aver trovato verso la fine del 2010 la soluzione giusta ai suoi problemi sulla linea mediana del campo. Corsa, qualità, geometrie: a partire dal 23 settembre 2010, data della sconfitta interna patita contro il Palermo, sino alla chiusura dell’anno Madama riuscì a non soccombere più, subendo soltanto 14 reti nelle successive 18 gare disputate, Europa League compresa.

Leggendo i suoi numeri si poteva facilmente notare come l’attacco fosse in assoluto il migliore della serie A (sia in casa che in trasferta), così come erano confortanti anche quelli relativi alle sconfitte accumulate nelle prime diciassette giornate di campionato (soltanto due). C’era una malattia da curare, la "pareggite", ma grazie all’ormai prossima riapertura del calciomercato, nella sessione invernale, si pensava di riuscire a trovare la medicina per porvi rimedio. Sistemata la terra di mezzo vi era il reparto offensivo da correggere e potenziare (nonostante la sua prolificità), mentre alla difesa, che adeguatamente protetta dal resto della formazione sembrava in grado di reggere l’impatto con i pericoli provenienti dagli avversari di turno, venne aggiunto Barzagli.

Poi arrivò l’Epifania, il ginocchio di Quagliarella fece crac e Melo affondò il piede destro sul viso del parmense Paci, meritandosi l’espulsione immediata e una squalifica per le tre giornate successive. La squadra riprese a perdere uomini, partite e fiducia, retrocedendo in classifica di posizione in posizione sino a confermare il settimo posto conseguito l’anno precedente.

Conclusa la stagione del calcio giocato e cambiato (nuovamente) allenatore, è iniziata la ristrutturazione del parco calciatori, dato che anche le poche certezze che si pensava di aver tirato fuori dal cantiere di Luigi Del Neri hanno finito con l’essere messe in discussione. Così come accadde la scorsa estate (la prima in bianconero per la nuova dirigenza) si è cominciato a lavorare su centrocampo e difesa, lasciando per ultimo l’attacco, il reparto nel quale dover fare la spesa comporta inevitabilmente esborsi onerosi.

"Cerchiamo dei giocatori importanti per il settore offensivo. Aguero, Tevez e Benzema hanno il profilo giusto", disse a fine maggio Giuseppe Marotta sollecitato dai giornalisti in merito ad obiettivi e speranze bianconere per l’anno che verrà, quello che vedrà Madama lontana dai palcoscenici europei.

Prima ancora di guidare la Juventus sui campi di gioco, con l’uso delle parole Andrea Pirlo ha recentemente tracciato la strada che il suo nuovo club dovrà seguire per migliorare lo stato attuale: "Per arrivare al livello delle squadre più forti, bisogna comprare campioni" .

I campioni, sempre loro: i più nominati, i più attesi, ma anche i più cari. Se non si riesce a costruirli in casa (nonostante ci fosse un "progetto" in tal senso dalle parti di Torino, anni fa...), bisogna necessariamente andarli a prelevare da altre società. Costi quel che costi. Se ti chiami Juventus e vuoi essere tale di nome e di fatto, questo non può e non deve rappresentare un ostacolo insuperabile.

"Prima di me sono passati tanti allenatori negli ultimi anni, ma è un problema che riguarda il passato, io guardo al presente e al futuro". Parole e musica ad opera di Antonio Conte, con un invito da lui firmato rivolto al mondo juventino a dimenticare le recenti delusioni e a concentrarsi sulla nuova stagione, evitando di portarsi dietro il pesante fardello dei ripetuti fallimenti.
La benedizione sulla scelta del tecnico leccese alla guida di Madama, poi, è arrivata direttamente da Andrea Agnelli: "Vogliamo vincere, e vogliamo tornare a farlo con Antonio Conte. È lui il primo tassello di un mosaico per ritornare al successo".

Stilare bilanci sull’operato della società ai primi del mese di giugno, con ancora un’intera estate a disposizione per poter lavorare sulla (ri)costruzione della squadra, è obiettivamente prematuro, oltre che privo di particolari significati. La nuova Juventus per ora figura soltanto sugli schemi abbozzati sotto l’ombrellone: non si può avere adesso la certezza sui nomi che comporranno la rosa ad inizio campionato e sulla lista definitiva di arrivi e partenze.

Resta il fatto che focalizzare l’attenzione su alcune tra le moltissime dichiarazioni rese da membri di spicco del club, le più significative, aiuta a preservare nel tempo le intenzioni e le sensazioni della società così come espresse in questo periodo.

Inevitabilmente arriveranno i momenti nei quali si potranno confrontare le promesse con la realtà, le parole con i fatti, le speranze con le certezze: le due prossime sessioni del calciomercato (estiva e invernale) accompagneranno Madama nel percorso che la condurrà sino alla conclusione della prossima stagione. Dove il verificarsi di un eventuale (ulteriore) fallimento stavolta non potrà ricadere soltanto sulle spalle dell’allenatore e dei tifosi.
Viceversa, una Juventus finalmente riportata ai livelli che le competono rappresenterebbe unicamente un ritorno alla normalità.
Sarebbe l’ora.