IL TERZO TEMPO - Sarri mente sapendo di mentire: domenica sarà una finale-scudetto a tutti gli effetti. Buffon e le polemiche da osteria

Domenica sera allo Stadium si deciderà una grossa fetta del titolo. Sarri sa che per il "suo" Napoli è l'ultima chance. Su Buffon, qualcuno avrebbe fatto meglio a zittire.
19.04.2018 12:50 di Luigi Risucci   vedi letture
IL TERZO TEMPO - Sarri mente sapendo di mentire: domenica sarà una finale-scudetto a tutti gli effetti. Buffon e le polemiche da osteria
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Altalena di emozioni (e di classifica) nel turno infrasettimanale della Serie A. A mezz'ora dalla fine la Juventus era a +9 sul Napoli ed aveva praticamente chiuso il discorso scudetto. Invece la rimonta dei partenopei sull'Udinese e la rovesciata di Simy rimettono tutto in discussione, come nelle trame più avvincenti dei film di Hollywood. Aveva ragione Allegri ad avvertire tutti sulla precocità dei festeggiamenti, inaugurati nel week end, dopo il pareggio degli uomini di Sarri a San Siro contro il Milan. Non sarà la manona di Donnarumma su Milik a mettere la parola fine sullo scudetto ma toccherà ai bianconeri recitare la parte dei protagonisti nella sfida alla rivale degli ultimi anni, il Napoli, in questa stagione autore di una cavalcata da applausi. Allo Scida la squadra di Allegri ha giocato una partita sottotono contro una squadra giustamente agguerrita, in piena lotta per la salvezza, che ha meritato ampiamente il punto strappato ai campioni d'Italia. In questa stagione, almeno contro le cosiddette piccole, non è stata la solita Juventus. Quattro punti persi tra Ferrara e Crotone, sofferenza e tre gol subiti nelle due partite contro il Benevento fanalino di coda, un atteggiamento “spocchioso” per niente rispondente alle caratteristiche storiche del club torinese, abituato a non lasciare nemmeno le briciole agli avversari più deboli. Higuain e Dybala, quelli che per tasso tecnico dovrebbero fare la differenza contro certi avversari, assenti ingiustificati. Soprattutto il talento ex Palermo, per distacco il peggiore in campo, si è rivelato incapace di imbastire un'iniziativa degna di nota, imbrigliato da Zenga e dalla sua difesa organizzata e da un atteggiamento a dir poco superficiale. Bene, a tratti, il solito Douglas Costa, l'unico capace di alzare il tasso di pericolosità della squadra. Male Benatia e Sturaro, rimandati Marchisio e Lichtsteiner probabilmente alle ultime apparizioni in bianconero. Urgono soluzioni in vista della sfida scudetto di domenica sera, quando sbagliare non sarà più consentito ed i punti in palio peseranno come macigni. Una vittoria chiuderebbe con ogni probabilità il discorso per il titolo, un pareggio lascerebbe tutto pericolosamente in ballo mentre una sconfitta lancerebbe il Napoli verso l'impresa. Il calendario, infatti, prevede per i bianconeri due partite “morbide” tra le mura amiche con Bologna e Verona e due trasferte complicatissime contro Inter e Roma, squadre invischiate nella serratissima lotta per la zona Champions League. Saranno fondamentali i rientri nella formazione titolare di Buffon, Chiellini e Pjanic (se, come sembra, riuscirà a recuperare), Mandzukic e Khedira.

Il tedesco, spesso bistrattato da un parte della tifoseria e sottovalutato dagli addetti ai lavori, è il perno più importante per l'equilibrio della squadra, in grado di garantire copertura in fase di non possesso ed inserimenti nelle manovre offensive. É giusto che un campionato più che mai combattuto tra due squadre, con un testa a testa avvincente, veda il suo punto di svolta nello scontro diretto già ago della bilancia all'andata, quando il guizzo dell'ex avvelenato Higuain ammutolì il San Paolo, lanciando la rimonta dei bianconeri. Il Napoli, questo Napoli, è l'avversario più duro degli ultimi sette anni, sta tenendo una media punti spaventosa ed è la squadra che, nei campionati europei, più di ogni altra è riuscita a ribaltare situazioni di svantaggio: con quelli di ieri, sono ben 28 le lunghezze ottenute a suon di rimonte, un record. Nonostante ciò anche la squadra di Sarri non vive un momento brillantissimo, subisce più gol, ne segna meno e le gambe cominciano ad accusare la stanchezza di una stagione in cui i protagonisti sono i soliti dodici o tredici “titolarissimi”. Non sono bastate le rese anticipate firmate nelle coppe europee e nella Coppa Italia per risparmiare energie sufficienti a tenere i ritmi forsennati di gran parte della stagione. Sarri ieri ha fatto spallucce, ribadendo che l'unico obiettivo degli azzurri è quello di migliorare il record di punti e che la Juventus fa un campionato a parte, essendo dotata della “rosa più forte d'Europa”. Dichiarazioni di facciata, perchè il tecnico toscano vuole lo scudetto a tutti i costi e sa benissimo che ripetere i risultati di quest'anno sarà difficilissimo se non impossibile, visto che anche dalle parti del Vesuvio il rinnovamento della rosa è dietro l'angolo. La Juventus dal canto suo, dopo la discussa eliminazione dalla Champions League ed il conseguente strascico di polemiche, ha ancora due obiettivi ben chiari nel mirino: vincere il settimo scudetto di fila e centrare il quarto “double” nazionale consecutivo con la finale di Coppa Italia del prossimo 9 maggio. Due imprese mai riuscite prima a nessuno. Il finale più giusto affinchè Buffon termini la sua carriera in questo sport nel modo migliore. A proposito del capitano, in questa settimana un po' tutti si sono permessi di giudicare il suo sfogo a margine della sfida del Bernabeu. Molti, da Pirlo, a Galliani, allo stesso Zegna, insomma gente che il calcio lo mastica, ha difeso a spada tratta Gigi, altri non hanno perso occasione per dar sfogo alle proprie frustrazioni personali e professionali, vomitando sfoghi da osteria. Credo che chi non ha mai calcato un campo di calcio, nemmeno per disputare la sfida “scapoli vs ammogliati”, avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa. Se non si conoscono le sofferenze, i sacrifici, le rinunce fatte da uno sportivo di grande livello per inseguire un sogno, strappato a quarant'anni, in quella maniera, da un pivello da dieci direzioni in Champions League non può capire e non deve parlare. Farebbe meglio a guardare la storia e la carriera del capitano della Juventus e della nazionale e, prendendo esempio dal pubblico madridista, applaudire.

Db Torino 15/04/2018 - campionato di calcio serie A / Juventus-Sampdoria / foto Daniele Buffa/Image Sport
nella foto: Gianluigi Buffon
© foto di Daniele Buffa/Image Sport