IL TERZO TEMPO - La sfida di Conte a Sarri. Il problema infortuni e le scuse che non reggono. A Madrid serviranno los huevos e la Joya

La prestazione e la sfortuna di Firenze da archiviare in vista del Wanda. Scintille Conte-Sarri. Intanto Dybala scalda i motori per rilanciarsi.
16.09.2019 21:00 di  Luigi Risucci   vedi letture
IL TERZO TEMPO - La sfida di Conte a Sarri. Il problema infortuni e le scuse che non reggono. A Madrid serviranno los huevos e la Joya
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Primo pareggio e primi segnali di allarme in casa bianconera. La prestazione di sabato pomeriggio a Firenze ha portato con sé non pochi strascichi, anche in termini di infortuni. Insufficiente quasi in ogni reparto, la squadra è apparsa a corto di energie mentali e soprattutto fisiche, al contrario di quanto fatto vedere nelle prime due uscite stagionali, quando almeno nella prima ora di gioco aveva mostrato ottimi spunti offensivi. La pausa nazionali, il campo secco del Franchi, i cambi obbligati, il caldo e l’orario “cinese” non sono scuse che alle latitudini della Mole siamo soliti ascoltare. Da questo punto di vista, mister Sarri deve ancora calarsi a pieno nella mentalità sabauda, perché dai fatturati al caldo il passo è breve. Meno lamentele e più concretezza, perché le alte temperature sono state patite anche dai viola, che hanno giocato una partita eccellente sotto ogni punto di vista (a proposito, un plauso alla splendida applicazione di Ribery, da molti ingenuamente additato come un pensionato d’oro in terra toscana). Alla luce di quanto visto in campo, il punto di Firenze vale oro anche se costa, dopo quasi seicento giorni di fila, la vetta della classifica ai bianconeri. Il sorpasso operato da Conte e dalla “sua” Inter è confezionato con tanto di nota polemica del tecnico salentino, che non le ha mandate a dire a Sarri, aprendo una schermaglia che regalerà titoloni ai giornali nel corso del campionato. Per quanto pungente e probabilmente azzardato, in linea di principio Conte non ha detto il falso, perché la Juventus è la favorita e, per una serie di motivi, rappresenta la parte “forte” del duello che presumibilmente vedrà anche il Napoli come terzo incomodo. L’Inter ha smesso di essere pazza ed ha già la concretezza spietata del suo allenatore, mentre la Juve è ancora lontana dall’assimilare quel sarrismo che tanto affascina ed incuriosisce. La strada che porta al faccia a faccia di domenica 6 ottobre è ripidissima e ricca di trappole per entrambe le compagini, anche perché la Champions League è alle porte. A proposito d’Europa, tra una manciata di ore andrà in scena la succulenta riedizione della sfida del Wanda Metropolitano, dove pochi mesi fa i bianconeri che furono di Allegri uscirono con le ossa rotte salvo poi salvarsi con un’epica rimonta casalinga. I Colchoneros sono un ostacolo durissimo e conosciuto bene da Madama, incattiviti ulteriormente dalla brutta sconfitta rimediata nel week end ad opera della Real Sociedad. C’è poco da scherzare, perché nel girone i punti pesano molto più che in campionato ed una sconfitta potrebbe già compromettere il primato del raggruppamento, traguardo non superfluo in vista della fase ad eliminazione diretta. In giro per il continente non sono mancate le sorprese: sconfitte per Atletico e Real in Spagna, caduta del City in Inghilterra, stop per il Bayern a Lipsia, vittoria all’ultimo respiro per il PSG a riprova del fatto che, in questa fase della stagione, niente è scontato. Capitolo infortuni: molti attribuivano allo staff ed alla preparazione di Allegri gli incidenti muscolari degli anni passati.

Al netto dell’infortunio traumatico di Chiellini, i problemi occorsi a De Sciglio, Douglas Costa e Pjanic forse non sono puro frutto del caso. Occorrono riflessioni se non rimedi immediati, perché una rosa seppur ampia e varia come quella juventina, non può permettersi di perdere un giocatore a settimana. Il reparto mediano deve ancora abbracciare il talento di Ramsey e Rabiot, in ritardo rispetto ai compagni ma in rampa di lancio per conquistarsi la titolarità. I due nuovi arrivi possono rappresentare la svolta in un reparto solido ma povero di idee, ancor di più se dovesse perdere il fosforo del bosniaco per qualche settimana. Infine le difficili situazioni legate a Dybala, Emre Can e Mandzukic. Il croato, Paratici dixit, dovrebbe partire verso i ricchi mercati qatarioti (con un introito di circa 10 milioni in cassa ed un risparmio non indifferente sul monte ingaggi). Un peccato che l’avventura bianconera del guerriero si chiuda nell’anonimato e suoni quasi come una liberazione. Mario ha dato tanto alla causa ed un’uscita più soft sarebbe stata sicuramente più degna della sua storia. Can sembra aver chiarito con Sarri l’esclusione dalla lista europea e probabilmente sarà titolare contro il Verona domenica prossima. Anche qui il caso è stato gestito con superficialità e negligenza da chi di dovere, anche dal punto di vista mediatico. Il valore del tedesco non è in discussione e la speranza univoca è quella di vederlo stimolato dagli eventi avversi, in vista della seconda lista Champions che si compilerà a girone terminato. La Joya è apparsa triste e sconsolata in panchina al Franchi, quando Cuadrado ha rilevato lo stremato Danilo. Per lui solo un quarto d’ora in stagione, tanta panchina e troppe polemiche (non ultima quella del fratello Gustavo via Twitter). Chi scrive è convinto che lo spazio per il 10 non mancherà, a patto che l’argentino mantenga salda la sua professionalità e conservi pazienza. Sarri ha il potere-dovere di trovare spazio al suo immenso talento, anche a costo di sacrificare qualche chilogrammo nel reparto offensivo. Chissà che la sua opportunità non arrivi già mercoledi sera, a Madrid.