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Sarri, parla l'amico Virgili: "Ho scommesso con lui che vincerà la Champions, per Juve-Inter mi deve una bottiglia di vino. Vi svelo il suo soprannome. Su 'Gimmi' e Higuain..."

28.05.2020 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Sarri, parla l'amico Virgili: "Ho scommesso con lui che vincerà la Champions, per Juve-Inter mi deve una bottiglia di vino. Vi svelo il suo soprannome. Su 'Gimmi' e Higuain..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Un'amicizia ultra ventennale quella tra Aurelio Virgili, figlio dell'indimenticato Giuseppe ex calciatore della Fiorentina, e il tecnico bianconero Maurizio Sarri. Più volte, nel corso della chiacchierata, lo definisce un "fratello". E non potrebbe essere altrimenti per chi ha condiviso insieme un percorso pieno di avventure, cominciando dalla banca Fideuram - dove Aurelio lavora tutt'ora - e arrivando fino al palcoscenico del grande calcio in cui è giunto senza scorciatoie. La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per provare a svelare qualche aneddoto e non solo:

Come è il Maurizio Sarri allenatore della Juventus?

"E' sempre il primo tifoso della squadra che allena, è concentrato e vuole vincere con questi colori. A Torino si trova davvero bene, è una persona che si fa ben volere nell'ambiente in cui lavora. A lui voglio talmente bene che, pur essendo tifoso della Fiorentina, esulto ogni qualvolta segna la Juventus. In realtà. però, lo facevo l'anno scorso con il Chelsea e due anni fa con il Napoli. Sono il suo primo ammiratore".

Quale è il suo punto di forza?

"Maurizio è uno che vive totalmente per il calcio, è uno studioso ed è attento ad ogni singolo dettaglio. E' un computer, conosce ogni sfaccettature del campo. Se gli chiedi a fine partita quanti palloni ha giocato Pjanic o quanti chilometri ha percorso Ronaldo, riuscirà a darti la stessa risposta di un database. Il factotum del Napoli raccontava una diversità molto importante: mentre Benitez gli chiedeva di portarlo in giro per conoscere la città, Sarri era sempre chiuso nel suo ufficio per elaborare dati. A livello psicologico riesce a tirar fuori il meglio da tutti, riesce a farti divertire".

Chi lo conosce ne parla, poi, come una persona molto schietta e diretta.

"Sì, è vero. E' una persona che non le manda a dire, se non gli piace un calciatore lo dice chiaramente. Un po' come è successo con Emre Can. E' ovvio che il soggetto interessato potrebbe non prenderla bene, ma a mio parere questa è una caratteristica fondamentale se vuoi fare l'allenatore. E' una persona di cultura, ironica, non sente le pressioni e le sue reazioni sono genuine e spontanee. Era così anche quando allenava la prima categoria, non è cambiato di una virgola. Non è perché allena la Juventus si è montato la testa".

Lo hai sentito negli ultimi giorni?

"E' da qualche settimana che non lo chiamo, diciamo che nel periodo del campionato ci sentiamo ogni settimana. Ha sofferto molto il periodo della quarantena, ora però sarà sicuramente contento di esser tornato in campo e di aver ricominciato il suo pane quotidiano".

Un aneddoto che ti viene in mente?

"Una sera a tavola gli ho chiesto di Cuadrado, per me è stratosferico e anche a mio padre piaceva quando giocava nella Fiorentina. Lui inizia a parlarmene e lo definisce 'Gimmy', non capendo il perché chiedo spiegazioni. E mi risponde, con il sorriso stampato in faccia, che in quel momento aveva la faccia da 'Gimmy' e quindi lo chiama così per tutto l'allenamento. All'inizio non lo sentiva, poi si è girato e nel momento in cui glielo ha detto tutta la squadra rideva. A parte che nella nostra regione è consuetudine darci dei soprannomi".

Ah sì? E Sarri come è soprannominato?

"Dalle parti di Figline era conosciuto, da giovane, come 'il secco' perché era magrissimo come un chiodo. Anche se ora non lo è più. Ma comunque ai miei amici juventini ho detto, non perché sono di parte, che hanno preso il top dei top in panchina. E la Juventus, che lo è altrettanto a livello europeo, può ambire finalmente a vincere la Champions League. A mio avviso la società dovrà comprargli i giocatori adatti al suo ruolo, perché quest'anno Maurizio ha lavorato con chi gli è stato messo a disposizione".

E' un bel tabù la Champions League dalle parti di Torino.

"A tal proposito, ho scommesso con lui che la Juventus vincerà la Champions League. E l'ho sempre battuto (sorride ndr). Il premio, come sempre, è una bottiglia di vino. Mauri è già in debito con me, perché nell'ultima scommessa aveva previsto, anche un po' per scaramanzia, la vittoria o il pareggio dell'Inter mentre io ero convinto dell'1 fisso. Sappiamo tutti come è andata poi a finire".

Nei discorsi fatti con Maurizio, ti ha mai parlato di Higuain?

"Quando è andato via dal Napoli ha sofferto molto di questa cosa, anche perché gli vuole bene come un figlio. Maurizio ha sempre avuto delle belle parole per lui, non ha mai detto delle cattiverie. D'altronde è così, è una persona che non ha rancore per il prossimo. Anche quando subisce torti, e ne ha subiti nella sua carriera professionale, preferisce passare avanti. Credo che Higuain con un altro allenatore avrebbe un altro rendimento, è Sarri a trasmettergli quella carica addosso che vediamo quando indossa la maglia della Juventus. Non a caso la miglior stagione è arrivata a Napoli".

Ti ha mai confidato che sarebbe diventato l'allenatore della Juventus?

"No, però non ho mai ritenuto opportuno chiedere riscontri su quanto scriveva la stampa. Ho agito così perché, molto semplicemente, lo rispetto a tal punto che ho preferito non rompergli troppo le scatole. Nel periodo in cui stava andando al Napoli era stato cercato anche da Milan e Fiorentina, ma ricordo che mi chiamò subito dopo la firma del contratto. Era raggiante perché stava per andare ad allenare la squadra della sua città".