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Professor Ippolito (CTS): "Nessun protocollo garantisce al 100%, rischio zero non esiste. Su positività CR7 e bolla modello NBA..."

18.10.2020 16:31 di  Luca Cavallero   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Professor Ippolito (CTS): "Nessun protocollo garantisce al 100%, rischio zero non esiste. Su positività CR7 e bolla modello NBA..."

In merito all'impatto del Covid sulla Serie A e sui casi sempre più frequenti nel mondo del calcio italiano (e non solo), la redazione di TuttoJuve.com ha intervistato in esclusiva Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Lazzaro Spallanzani e membro del Comitato Tecnico Scientifico.

Il protocollo adottato dalla Lega Serie A, sottoscritto da tutti i club, è pienamente garanzia di sicurezza?

"Nessun protocollo garantisce al 100%, il rischio zero non esiste. I protocolli e le linee guida, che sono stati realizzati dalle categorie produttive in collaborazione con il CTS e con il Ministero della Salute e grazie all’insostituibile apporto dell’INAIL, servono per permettere ai settori produttivi – e il calcio professionistico, che muove tanti soldi, è uno di questi – di poter continuare ad operare al meglio in un contesto complicato come quello attuale. Naturalmente con l’evoluzione della situazione anche i protocolli possono essere aggiornati e modificati, ma da quello che ho letto distrattamente negli ultimi giorni – non seguo lo sport, scusatemi – le squadre di calcio prima di pensare a modificare il protocollo esistente dovrebbero cominciare ad applicarlo come si deve".

L’emblema dei calciatori positivi è forse Cristiano Ronaldo. Nel corso della prima ondata non si erano verificati, frequentemente, casi analoghi: il virus è maggiormente contagioso rispetto a prima? 

"Oggi ci sono più positivi, anche tra i calciatori, perché si fanno più test e, nello specifico, il calcio in collaborazione col Ministero della Salute si è dato delle regole per poter proseguire le attività. Che Ronaldo sia positivo vuol dire che il virus, a suo modo, è democratico e non fa distinzioni: ne sa qualcosa anche il presidente USA Trump".

Come commenta l’eventuale ipotesi di una bolla “modello NBA” per garantire il regolare proseguimento della Serie A, alla luce dei numerosi casi positivi?

"La NBA, con uno sforzo organizzativo eccezionale, è riuscita a completare il campionato chiudendo per tre mesi venti squadre di basket – circa cinquecento persone tra giocatori e staff - in un parco di divertimenti, e giocando circa due partite al giorno. Qui dovremmo fare la stessa cosa, ma dovremmo segregare molte più persone per molto più tempo. E dove la faremmo questa bolla, a Gardaland? Poi ci sono le partite delle nazionali, e le coppe europee. No, onestamente mi sembra una ipotesi irrealistica, ma io di sport mi intendo poco".