esclusiva tj

Michele Pazienza: "Mai fidarsi della Juve in difficoltà, ma questa volta dico Napoli. Oggi ci sono pochi leader d'esperienza in campo"

06.04.2021 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Michele Pazienza: "Mai fidarsi della Juve in difficoltà, ma questa volta dico Napoli. Oggi ci sono pochi leader d'esperienza in campo"
TuttoJuve.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex calciatore di Juventus e Napoli, Michele Pazienza, per parlare approfonditamente del big match del recupero della terza giornata di andata e non solo:

Alla vigilia della Supercoppa disputata a gennaio, dicesti che non ti fidavi di una Juventus in difficoltà. E' il tuo stesso pensiero di oggi?

"Confermo questo timore, ma non è la stessa Juve del recente passato. Contro il Torino è andata in difficoltà, ma non ha reagito come al solito. La Juventus resta sempre una grande squadra piena di campioni in grado di far la differenza, il Napoli però è in buon momento e sta vivendo un periodo buono dal punto di vista del morale. Credo che andrà a Torino per fare la sua partita".

Chi vince butta giù dalla torre l'altra? La riassumiamo così?

"Non è proprio così, però lo spintone sarebbe forte. Soprattutto dal punto di vista del morale, non tanto in quello dei punti. Tra i due, il primo è sempre molto importante per i traguardi che contano come la Champions".

Il Napoli vive effettivamente un buon periodo, le quattro vittorie di fila lo dimostrano, anche se con il Crotone si è fatta riprendere in continuazione. Dove è avvenuto il cambiamento?

"Prima di ottenere queste vittorie, il Napoli aveva smarrito la strada e la sensazione è che fosse una stagione fallimentare. E' riuscita ad ottenere dei grandi risultati con avversari importanti, questo ha contribuito a dare morale e a cambiar rotta in classifica. Le rimonte subite con il Crotone non sono da squadra in lotta per la Champions, ma ciò che conta di più sono i punti. E il Napoli è riuscito ad ottenerli".

Mentre prima la strada l'aveva smarrita il Napoli, ora ad essersi persa nei meandri del bosco incantato è la Juventus.

"Sì, soprattutto negli uomini chiave che avevano spostato sempre gli equilibri. E' questo che sta facendo la differenza, perché nel momento in cui li ritroverai potrai ripartire. Nel momento in cui decidi di rifondare il gruppo e lo fai con acquisti molto giovani, è chiaro che prima di carburare ci vuole un po' di tempo. Purtroppo nei grandi club, come la Juve, non c'è mai tempo, ma bisognerà fare delle scelte importanti nel prossimo futuro. L'importante è che i bianconeri riusciranno a ritornare sui loro livelli abituali".

Pirlo parlava di "deconcentrazione" a fine partita, però bisogna considerare anche la sua inesperienza. E' un po' tutto un mix, che cosa sta pesando di più sul piatto della bilancia?

"Penso che il coefficiente di difficoltà sia salito nel momento in cui hai deciso di rifondare, se poi aggiungi dei ragazzi giovani che necessitano di tempo così come l'allenatore, seppur bravo e preparato, allora la cosa è più logica di quanto possa sembrare. Al contrario di quando decidi di comprare dei giocatori esperti, lì il risultato sarebbe cambiato. Penso che la società e lo stesso Pirlo, inizialmente, fossero consapevoli di questo".

La tua Juventus, che non arrivava da anni di successi, decise di rifondarsi affidandosi a giocatori esperti e ad un allenatore, giovane, ma già con esperienza in Serie B e in A. La società era la stessa, l'idea no. Non è che sia stata un po' sopravvalutata la distanza con le altre?

"Il gap era insormontabile fino a quando le altre non sono intervenute sul mercato, perché negli anni Inter, Milan e Napoli si sono rinforzate ricucendo sempre più lo strappo. E' vero quanto affermato sulla mia Juve, però in quell'organico erano presenti leader d'esperienza come Del Piero, Buffon, Chiellini, Barzagli, Marchisio. L'allenatore era giovane, ma conosceva bene l'ambiente. Conte fece un lavoro straordinario, non era affatto semplice o scontato ottenere un risultato nell'immediato".

Conte lavorò molto sulla testa di voi calciatori, quella Juve era forte mentalmente a differenza di quella di oggi che sembra impaurirsi nel momento in cui l'avversario inizia a prendere campo.

"Sono d'accordo, però c'è una differenza: in quella Juve nei momenti difficili erano presenti giocatori d'esperienza in grado di trasmettere la mentalità giusta per arrivare alla vittoria, oggi invece ci sono meno riferimenti a quella di Conte. E' una situazione pesante, oltre che differente da quella vissuta dai due allenatori".

Ed è curioso che a far finire il ciclo sia lo stesso che lo ha iniziato nel 2012, ovvero Antonio Conte.

"A questo punto credo proprio di sì, l'Inter è l'unica favorita per la vittoria del campionato. Anche l'ultima partita, contro il Bologna, l'ha affrontata con massima umiltà e cercando di badare più al sodo. Questo è un segnale forte che i nerazzurri hanno dato alle rivali".

Ti ha stupito vedere Danilo, che è un terzino di spinta, davanti alla difesa come mediano?

"Pirlo sorprendeva in campo in quanto era in grado di vedere delle giocate che nessuno vedeva a bocce ferme, probabilmente questa caratteristica l'ha riportata anche come allenatore e chi meglio di lui può valutare al meglio certe situazioni. Lui è l'unico a vedere ogni giorno i giocatori, a valutare la loro condizione e soprattutto la loro disponibilità. Non so quale sia stato il motivo per cui Danilo gioca come centrale di campo, ma Pirlo sa quel che fa".

Chiudendo come un pronostico: Juve o Napoli?

"Questa volta dico Napoli, perché è caduto troppe volte in questa stagione e si presenta a Torino con una testa differente. E' una squadra più matura, con l'esperienza giusta, consapevole che non potrà far ripartire un avversario in difficoltà".

Si ringrazia Michele Pazienza per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.