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Luigi Delneri: "La meritocrazia di Sarri, de Ligt sulle orme di Scirea. La Juve è già europea, nessun punto debole. Sul Verona, Chiellini e il 2011..."

20.09.2019 11:00 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Luigi Delneri: "La meritocrazia di Sarri, de Ligt sulle orme di Scirea. La Juve è già europea, nessun punto debole. Sul Verona, Chiellini e il 2011..."
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

"Mi sto guardando intorno, nel frattempo seguo molto volentieri il calcio giocato e secondo me si preannuncia una stagione interessante sotto tutti i punti di vista". E' un Gigi Delneri che, dall'altra parte della cornetta, ci fa capire che non si è allontanato definitivamente dal mondo del calcio giocato. Il tecnico di Aquileia, dopo l'ultima esperienza all'Udinese, è ancora ai box in attesa dell'occasione giusta. E la nostra redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per parlare degli ultimi avvicendamenti in casa Juventus e non solo:

La Juventus riprenderà domani il campionato dopo la bellissima prestazione di Madrid. Quale è il tuo giudizio a proposito?

"Si è rinfrancata davvero tanto a Madrid, le cosiddette seconde scelte - un eufemismo visto che son tutti campioni - hanno visto in Cuadrado uno dei migliori in campo. Il colombiano ha avuto voglia, sprint ed è stato decisivo per la sua squadra. Oltre a lui, ho visto una bella partita da parte di tutti. Certo, l'unico neo sono stati i due gol subiti da calcio piazzato ma questo non toglie la grande sicurezza messa in mostra al Wanda Metropolitano".

Sai benissimo che alla Juventus vincere non è importante ma è l'unica cosa che conta. Quest'anno il presidente Agnelli è andato un po' in controtendenza con questo concetto, ha preso Sarri invece di altri allenatori più blasonati. Che cosa ne pensi?

"Penso che abbia voluto cambiare un po' la filosofia del club, anche perché sono due allenatori differenti e a Massimiliano importava più la concretezza che l'estetica. E' stata scelta una persona come Maurizio che è un insegnante di calcio, il tempo con lui è sempre stato galantuomo e lo sarà anche alla Juventus. Ha sempre fatto bene ovunque è andato, bisognerà vedere come disporrà i propri calciatori durante l'arco della stagione. La dirigenza ha sposato sin dall'inizio le sue idee ed è consapevole che a lungo termine saprà garantire dei buonissimi risultati".

Siamo solo a settembre, ma a Sarri qualche critica è già arrivata.

"Ci sono state un po' di critiche, è vero. Ma è normale quando alleni la Juventus. Maurizio arriva dalla vittoria in Europa League, non è mai facile conquistare un trofeo a livello europeo. Personalmente, poi, difendo sempre la meritocrazia e lui ha lavorato sodo per arrivare dove è ora. Ho avuto piacere quando ho saputo che sarebbe diventato il nuovo allenatore dei bianconeri".

Dicevi che sono scese in campo le seconde linee, si può dire che Sarri non abbia voluto stravolgere le gerarchie e almeno inizialmente vuol proseguire sui giocatori cardini di Allegri.

"Sì, però la scelta ricade sempre sui giocatori che in quel momento ti forniscono maggiori garanzie. E mi sembra che non stia sbagliando, giocatori come Khedira e Matuidi godono di buona forma. E c'è una lunga panchina, ci sono giocatori che può impiegare in corso d'opera per cambiar la partita".

Il mercato bianconero, secondo te, ha avvicinato le big europee?

"Pensando agli acquisti fatti dalla società, il primo nome che mi viene in mente è quello di Buffon che è una garanzia e uno juventino doc. Lui, Bonucci e Chiellini rappresentano la mentalità Juventus, quando rientrerà Barzagli in società il discorso sarà completo. E' arrivato un giovane da un passato già importante come de Ligt, ha ampi margini di miglioramento e deve ancora assaporare benissimo il nostro calcio. Perché i concetti, rispetto a quelli dell'Ajax, sono molto diversi. Penso che il suo arrivo sia il segno della continuità in difesa, sulle orme di quelli che sono stati campioni come Scirea. Un domani molto vicino toccherà a lui proseguire questa tradizione, così come ora già sta facendo Bonucci".

Non solo de Ligt, la Juve come ha detto Paratici ieri ai microfoni di Sky si è rafforzata molto anche a centrocampo.

"Esatto, è arrivato un giocatore come Rabiot ben strutturato fisicamente e molto qualitativo. Ramsey è un incursore, a centrocampo non dimentichiamoci inoltre di Bentancur, Matuidi protagonista di un ottimo match a Madrid ed Emre Can che non è fuori dal progetto anche se non gioca in Champions. Non è mai una decisione facile lasciar fuori un calciatore da questa lista, sicuramente chi l'ha fatta non si è sentito molto bene. Finchè sarà così non si potrà far nulla, ma a mio parere questa regola dovrebbe esser cambiata perché tutti hanno il diritto di partecipare".

La critica ha definito la Juve più europea nell'atteggiamento rispetto al recente passato, anche se Allegri è arrivato per due volte in finale di Champions negli ultimi cinque anni. Condividi questo aspetto?

"La Juve ha il dovere di incarnare questa figura, purtroppo quel che manca è la Champions. Credono che sia facile arrivare fino all'ultimo atto, ma invece non lo è affatto. Il merito di essere arrivata le deve esser data, questo non lo si può negare. E in quell'ultima partita ci sono molti fattori che devono girare a tuo favore. Facendo un esempio a doc: anche la mia Juve sarebbe arrivata terza se Quagliarella non si fosse infortunato nel girone di ritorno".

Sì ha sempre affrontato squadre forti come Barcellona e Real Madrid, anche se l'anno scorso l'Ajax di de Ligt non sembrava così ingiocabile.

"Ma può capitare una serata storta, la squadra olandese in quel momento della stagione era più fresca e più in forma. Sicuramente la Juventus è europea ormai da diversi anni perché è sempre ad alto livello, a livello italiano è la migliore. Quest'anno ha preso giocatori già pronti e belle speranze, il giusto mix per far bene. Per la prima volta, inoltre, si trova ad avere una rosa molto profonda che può gestire al meglio in tutte le situazioni".

C'è tanta abbondanza, giustamente. Ma in attacco, a tuo avviso, si potrebbero creare delle situazioni di difficoltà? Ci sono poche maglie per tante teste: ad esempio uno tra Dybala e Bernardeschi rischia di rimaner fuori.

"Secondo me sono due giocatori diversi, perché Bernardeschi ha dinamicità esterna, cambio di passo ed è un giocatore che se sta bene fisicamente può fare l'esterno alto dei quattro o dei tre. Dybala, invece, è più estroso e simile a Del Piero perché ha il colpo ad effetto oltre al dribbiling e alla grande qualità. L'argentino non può essere un tornante come Callejon, ha un ruolo ben definito e il concetto è che deve essere al centro del gioco".

Quindi non è un punto debole?

"No, affatto: c'è Douglas Costa che è out, Cuadrado, Ronaldo è un punto fermo, c'è Higuain che è tornato bene. L'unica pecca, a mio parere, è che non è presente in rosa un giocatore dalle qualità del 'Pipita'. Va bene che il portoghese può fare la punta centrale, ma non c'è chi fa a sportellate. Poi sono sepmre convinto del mio parere: la mancanza di Giorgio, che è l'anima della difesa, si sente eccome".

La mancanza di Chiellini può aver originato i tanti gol subiti e, soprattutto, le rimonte subite con Napoli ed Atletico?

"Sì, perché le sue caratteristiche non sono facili da rimpiazzare. A livello europeo è uno dei migliori nell'uno contro uno, ha aggressività, temperamento ed è un calciatore che ama l'ordine calcistico. E' migliorato moltissimo perché lo vedo anche impostare, prende tutto seriamente e ha una cultura del lavoro invidiabile. Non dovrebbe mai mancare nella Juventus, anche se in rosa ci sono grandi difensori. E' insostituibile".

La sfida con il Verona: a che partita assisteremo?

"Il Verona ha una sua quadratura di gioco, è andata due volte in dieci con squadre come Bologna e Milan che occupano le prime posizioni in classifica e non ha sfigurato. Non lascia nulla al caso, i giocatori si muovono bene e credono in quel che fanno. Rispecchia molto Juric. Sulla carta non c'è storia, la Juve domani faticherà ma non si lascerà sfuggire l'occasione di portare a casa i tre punti".

La Juve può sfruttare il turno favorevole, visto che il Napoli affronterà un Lecce molto rinfrancato dalla vittoria di Torino.

"Ho visto il Napoli contro il Liverpool, è una squadra che propone un calcio moderno e un 4-2-4 che vede davanti Callejon, Insigne, Mertens e Lozano. Con Llorente primo sostituto, con Ruiz giocatore d'entrata ed Allan che è uno schermo. E' molto offensiva. In difesa sono entrati Di Lorenzo e Manolas che si sono ben integrati, Meret in porta è una sicurezza ed è già esperto a 22 anni. Avete visto la parata su Salah? Ha grandissima attenzione, compie pochi interventi ma tutti di pregievole fattura. Senza dimenticare Koulibaly, che affronta sempre nell'uno contro uno il suo avversario".

E c'è anche il derby Milan-Inter.

"Il Milan è un punto di domanda, è ancora in costruzione e possiede tanti giovani. Sarà, a mio parere, un anno di transizione positiva anche perché è allenata da un grande tecnico. L'Inter, invece, ha preso un allenatore vincente, non ha la pressione di trionfare immediatamente ed è una valida alternativa a Juventus e Napoli. Può solamente crescere in questo momento. Ha trovato un assetto importante con Lukaku e Sanchez, Sensi e Barella si sono bene integrati. Farà un gran campionato, ma in generale quest'anno è molto ben equilibrato. Non sai mai quel che può succedere la domenica ed è un bene, perché c'è più interesse a seguirlo".

Una curiosità finale: prima parlavi di terzo posto se Quagliarella non si fosse infortunato. Dunque, nel caso di raggiungimento della Champions saresti rimasto alla Juventus?

"Avevo firmato un biennale, per cui penso di sì. Al completo eravamo terzi nel girone di andata, stavamo lavorando bene ma poi le cose nel calcio possono sempre cambiare. Onestamente, però, più che pensare al passato mi godo la soddisfazione di aver lavorato in una grande società come la Juventus. Ho conosciuto un mondo fantastico dove la maglia pesa: il 10 di Dybala deve produrre calcio. L'importante è che venga indossata da giocatori esperti, che capiscono e mettono in campo la mentalità. Manca solo la Champions League, è una lunga corsa che prima o poi dovrà finire. Lo auguro davvero, perché una società così seria, accurata, che vince da tanti anni lo meriterebbe".

Si ringrazia Luigi Delneri per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.