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Capuano: “Accordo Juve innovativo. Chiellini voto alto da dirigente, come capitano di spogliatoio…”

30.03.2020 21:00 di Simone Dinoi Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Capuano: “Accordo Juve innovativo. Chiellini voto alto da dirigente, come capitano di spogliatoio…”
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La riduzione dei compensi annunciata nella serata di sabato dalla Juventus in accordo con giocatori e allenatore della Prima Squadra ha portato a un effetto economico positivo di circa 90 milioni di euro sull’esercizio 2019/2020. Per discutere del tema e del futuro del calcio italiano in questo periodo dettato dall’emergenza coronavirus, la redazione di Tuttojuve.com ha contattato in esclusiva il giornalista di Radio24 e Panorama Giovanni Capuano.

Cosa ne pensa dell’accordo fra Juventus e tesserati della prima squadra sulla riduzione dei compensi?

"Penso che, al di là delle tecnicalità che vedranno una fetta dell’accordo posticipato oltre il 30 giugno, l’accordo della Juventus sia un qualcosa di innovativo, fatto in anticipo con i tempi giusti. È stata una risposta rapida e flessibile di un gruppo di lavoro a una situazione d’emergenza che consente di rasserenare la prospettiva in vista della chiusura di questa stagione che sarà chiaramente complessa dal punto di vista finanziario-economico oltre che nella costruzione della ripartenza. La Juve si è messa al riparo sistemando parte dei suoi conti. Averlo fatto, prima che si profilasse una bozza d’accordo fra Lega e AIC e mentre in Europa nella stragrande maggioranza dei casi si stava aprendo la battaglia del grano fra calciatori e club, ha anche un significato politico che non può essere diviso dal ruolo che ha Agnelli in Europa come presidente dell’ECA".

La figura di Chiellini in questo patto: come valuta il ruolo da collante del capitano della Juventus fra dirigenza e spogliatoio?

"Se devo dare un voto a Chiellini dirigente do un voto altissimo, un 8, perché fa da tramite e si fa artefice di un accordo estremamente positivo. Non so se il voto possa essere uguale per il Chiellini calciatore: ha dovuto fare sintesi della posizione di uno spogliatoio molto complesso dal punto di vista delle personalità e dei profili economici. In questo doppio ruolo sicuramente potrà essere sembrato per alcuni compagni un po’ più distante di un capitano di spogliatoio. Poi nella realtà nella Juventus questa intesa è stata trovata e si presume che gli accordi individuali vadano a sistemare anche eventuali diversificazioni fra i giocatori perché non tutti hanno la stessa situazione contrattuale".

Si aspetto ora che nel dialogo fra Lega e AIC si vada tutti nella stessa direzione intrapresa dai bianconeri?

"Mi aspetto che una parte dei costi di questa crisi la sostengano i calciatori. Al momento mi sembra che si vada in ordine sparso. In assoluto non è neanche un male perché è difficile immaginare di legare insieme ad esempio il destino di Lecce e Juventus che giocano solo nominalmente nello stesso campionato ma in realtà rappresentano due entità profondamente diverse anche nel rapporto coi calciatori. Se Lega e AIC riuscissero in tempi ragionevoli a fornire una cornice entro la quale i club possano muoversi sarebbe importante per tutti".

Il CIES ha descritto, come ha analizzato lei su Panorama, dell’abbassamento del valore dei giocatori: quanto inciderà questo sui club e, andando nel dettaglio, su quello che è il processo di crescita che sta portando avanti la Juve da anni?

"L’incidenza immediata l’avrà sulla prossima sessione di calciomercato dove per i club sarà più complicato monetizzare i giocatori che devono essere ceduti per esigenze di bilancio o scelte tecniche. Come ha detto Paratici sarà un mercato più di scambi che di contanti e questo chiaramente penalizza un po’ tutti. La Juventus si è portata avanti nei mesi scorsi cominciando a incamerare una serie di plusvalenze ma non so se nella prossima estate avrà modo di farne altre. Questa è un’altra ragione per la quale è stato importante anticipare i tempi con il taglio dei costi operativi. In assoluto poi le valutazioni lasciano un po’ il tempo che trovano, il mercato è sempre un incrocio fa domanda e offerta quindi non è detto che ci sia questa svalutazione di circa un terzo del valore dei giocatori se non si giocherà più".

Lei crede che la stagione calcistica possa ripartire stando alle parole dei diretti interessati?

"La verità è che non lo sa nessuno, non mi sbilancio. Dico solo che certamente oggi a fine marzo è prematuro immaginare di dare già per abortita la stagione anche dovesse andare a finire che non si torni più in campo".

Se non dovesse ripartire quale sarebbe secondo lei la soluzione migliore? Annullamento con sola assegnazione dei posti UEFA oppure scudetto alla prima in classifica?

"Penso che un terzo di stagione mancante sia troppo per assegnare uno scudetto così come decidere che una squadra entri in Champions e una in Europa League. Quello però viene chiesto della UEFA, bisogna consegnare una graduatoria e diventa un sacrificio da dover sostenere come sistema. Ho qualche dubbio in più sul fatto di negare la promozione a chi ha dominato due terzi di Serie B. Temo che una soluzione ideale non esista e che in ogni caso ci sarà qualcuno danneggiato".