Aldo Serena: "Juve squadra matura, c'è differenza di consapevolezza tra Italia ed Europa. Allegri? Chi lo critica lo fa per partito preso. Sulla Serie A e su Pogba..."
A più di ventiquattro ore d distanza, la redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex attaccante bianconero, Aldo Serena, per rivivere Milan-Juventus e non solo:
Che Juventus hai visto a San Siro? Come hai giudicato la sua prestazione?
"Mi è sembrata molto matura, è una squadra che nei novanta minuti ha interpretato bene il match e quando è andata in vantaggio ha cercato di fare il secondo gol con giudizio senza mai lasciare spazi agli avversari. Ad inizio secondo tempo, per una decina di minuti, c'è stata un po' di sofferenza ma ha poi subito ripreso il controllo e ha aspettato per chiudere l'incontro. Non c'è mai stato equilibrio, il Milan poteva rientrare in gioco solo con l'episodio del rigore ma Szczesny ha fatto davvero una gran parata".
I bianconeri non hanno giocato al 100% e hanno ripetuto la stessa prestazione delle ultime sfide di campionato.
"Ma con il Manchester, invece, c'è stata più intensità e più volontà di andare in avanti e di trovare il gol. Sì, ha perso ma la prestazione è stata molto buona. Con il Milan non ha giocato così, mancava la stessa furia che la contraddistingue in Champions".
Infatti, in Italia, i giocatori sanno benissimo che possono vincere anche non giocando al massimo al contrario dell'Europa. E' un po' questa, secondo te, la differenza che porta poi a sviluppare una mentalità del genere?
"Sì, forse c'è questa consapevolezza di maggior forza e di una rosa che ti permette di avere in panchina dei giocatori in grado di aggiustare la partita in corsa. In Italia, a mio parere, il divario è grosso rispetto alle altre. La Juventus è abituata a giocare su più fronti, ma in ambito europeo cerca di aggredire e attaccare di più l'avversario. E' una squadra che ormai interpreta con intelligenza ed astuzia i vari momenti della stagione".
C'è qualche tifoso che critica Allegri proprio perché vorrebbero vedere sempre una Juventus al 100% capace di chiuderla subito invece di soffrire. Ma, intanto, il mister ha vinto nelle ultime ore l'ennesima "Panchina D'Oro" ed è un altro merito per lui.
"Quando alleni squadre con un blasone del genere devi sempre puntare a vincere, ma mantenere la forma per 9/10 mesi è impossibile. Non mi reputo un'integralista a cui piace distruggere l'avversario con il possesso, soltanto poche squadre ci sono riuscite in maniera episodica e i loro cicli sono durati un paio d'anni. Quelli sono casi eclatanti nel mondo del calcistico, al contrario della Juventus il cui ciclo è mostruoso da ormai sette anni e il suo allenatore è bravo a garantirgli stimoli continui. Chi critica Allegri, per me, lo fa per partito preso in quanto è impossibile contestare chi vince sempre in Italia e domina nella maniera più assoluta in Europa".
Come hai giudicato le parole finali di Gattuso? Le sue parole, secondo te, sono da esempio positivo per chi, ultimamente, cerca sempre di buttare benzina sul fuoco parlando di calcio?
"Gattuso parla così perché non vuole dare alibi ai suoi calciatori, vuole che la sua squadra cresca in consapevolezza ed autostima. E' facile passare dall'episodio alle scusanti, sa benissimo tutto questo perché è stato un grande giocatore che ha vinto tanto in carriera. Facendo in questo modo, più che guardare alla Juventus, cerca di responsabilizzare i suoi ragazzi senza fornire nessun tipo di attenuante. E' sicuramente un esempio positivo, è un allenatore serio e ha voluto che si guardasse in faccia la realtà. Soltanto così la squadra può migliorare le carenze mostrate contro il tuo avversario".
Ronaldo e Higuain sono stati i due poli opposti: il primo ha gioito per il suo gol e per il successo della squadra, il secondo è stato espulso per via della troppa tensione dimostrata in campo. Come li hai visti?
"Mi sono immedesimato in Higuain perché, molto spesso, ho affrontato le mie ex squadre e sono a conoscenza del carico emotivo e della pressione che si ha, ma a mio avviso doveva cercare di rimanere più lucido. E' quello il rischio dell'emotività, lì c'erano dei conti da regolare con i dirigenti della Juve e voleva mostrare che avevano sbagliato nei suoi confronti. Non solo il rigore, è stato sbagliato tutto l'input della partita. Doveva cercare di rilassarsi e non agitarsi. Il confronto con Ronaldo è stato perso: il portoghese non ha fatto una delle sue migliori prestazioni ma nella seconda parte ha cercato il pallone giusto per chiudere la partita. Il portoghese si è dimostrato una vera e propria macchina da guerra".
Alla sosta, Juventus e Napoli arrivano con un distacco di sei punti mentre l'Inter ha rallentato il passo con la roboante sconfitta di Bergamo. Quali sono le tue sensazioni per questo campionato? Rivinceranno ancora i bianconeri?
"Come dicevo in precedenza, il divario è troppo grande e non credo verrà colmato quest'anno. La Juventus ha già tracciato il solco e sta andando per la sua strada, la vittoria con il Manchester avrebbe garantito più respiro fino a febbraio ma il passaggio del turno resta comunque fattibile. Dietro è davvero una bella lotta per la seconda piazza: il Napoli non ha fatto colpi speciali ma De Laurentiis è riuscito a creare una squadra che ha saputo combinare i pregi di Sarri e di Ancelotti, mentre l'Inter non ha ancora la continuità della grande squadra sotto il profilo mentale ma si propone per restare al vertice. Per il quarto posto ci sarà una bella lotta, per tanti club è fondamentale proprio dal punto di vista economico. Milan e Roma su tutte. E' quella la lotta interessante, perché i tifosi vorrebbero vedere una lotta serrata per lo scudetto che ad oggi non esiste".
Prima si parlava di perfezione non ancora raggiunta. Per il 10 e lode manca soltanto Paul Pogba?
"E' risaputo che Pogba non si trovi bene con Mourinho, forse il feeling tra loro non è mai sbocciato. Tornare nel club in cui sei cresciuto per importi ha sicuramente una difficoltà maggiore rispetto a tutti gli altri, due anni è stato un affare per entrambi perché tutte e due le parti ci hanno guadagnato. Direi di sì se il francese dovesse tornare con la stessa fame di prima, non ho dubbi sulle sue qualità ma rispetto ad un paio di anni fa sono cambiate parecchie cose. Non è più il ragazzino che ha voglia di stupire, ora è il ragazzo campione del mondo che ha acquisito clamore e non ho idea come stia vivendo tutto questo. Il gioco del calcio vive di sfide continue, se ti compiaci troppo di te stesso alla fine la festa te la faranno gli altri".
Si ringrazia Aldo Serena per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.