Anti-juventinismo sugli scudi e fegati spappolati a profusione. Fino alla fine: delle scorte di maalox!

Lo ammettiamo: l'attesa è stata lunga e spasmodica. In certi frangenti, siamo stati addirittura attanagliati dalla paura che il mondo dell'informazione sportiva fosse preda di inconcepibili raptus di lucida imparzialità. A parte l'acidità gastrica dei soliti noti (Pistocchi e Ziliani in testa) e la folkloristica visione/versione degli eventi di alcuni ultras da telecronaca o tastiera (pensiamo ai vari Caressa o al "ragazzo della curva B" Varriale), pareva che, la maggior parte degli addetti ai lavori, fosse sotto l'effetto del roipnol o sostanze simili. Per fortuna, sono bastati tre giorni del nuovo anno per farci capire che tutto è come e più di prima e che quindi va tutto bene. Finalmente hanno fatto la loro comparsa le classiche citazioni quali “La Juve ruba”, “Campionato falsato”, “Rubate anche col Var” e giù di lì.
Già, la tecnologia: santificata ed osannata nella prima parte della stagione dagli addetti ai lavori (quando gli episodi erano stati “contro” la Juve in più di una occasione) e ripudiata dagli stessi ai primi episodi dubbi pro Vecchia Signora. I voli pindarici di alcuni, poi, farebbero rabbrividire lo stesso Pindaro, come il buon Zazzaroni che, nel giro di una settimana, ovvero dal fallo di mano di Mertens a quello di Bernardeschi, ha cambiato radicalmente il proprio punto di vista. Chissà come mai. Rimane quello strano mistero per cui, chi dovrebbe raccontare di sport in modo obiettivo ed imparziale, non riesce proprio a togliersi la sciarpa dal collo o la proprio corteccia di anti-juventino a prescindere. Belli i tempi in cui, di un giornalista, non si capiva la fede calcistica, se non a fine carriera. Belli i tempi in cui le penne sapevano narrare e scrivere con sobria ironia e non urlare parole in modo più becero del peggior ultrà ubriaco. Se poi tutto ciò, viene perpetrato da giornalisti del servizio pubblico, allora la cosa è decisamente più grave, visto che imparzialità e professionalità dovrebbero essere requisiti obbligatori. In un mondo normale (non perfetto, ma normale) funzionerebbe così, ma certo, ci rendiamo conto di avere aspettative davvero esagerate.
Ovviamente, sono passati sotto traccia gli insulti razzisti nei confronti di Matuidi, sia a Cagliari che a Verona. Nessun accenno nei servizi sportivi della tv pubblica, nessun accenno nei dibattiti post gara. Probabilmente se fossero stati cori contro i napoletani o contro giocatori napoletani (magari all'Allianz Stadium) ne avrebbero parlato per ore. Nessun accenno nemmeno all'accoglienza riservata ai tifosi del Verona all'arrivo alla stazione di Napoli (folklore, ovviamente). Il problema non è chi commette o subisce, perché gli episodi vanno censurati sempre e comunque. Il problema è che chi dovrebbe fare informazione, la fa in modo parziale, così come chi giudica (vedi Pecoraro), lo fa spesso con la sciarpa al collo della squadra per cui tifa.
Il tutto mentre, per la prima volta da anni, sono praticamente scomparse le immancabili classifiche senza errori arbitral/var. Chissà come mai. Certo, che meravigliosi momenti di poesia, quelli della prima parte della stagione, con decisioni arbitral/var a sfavore della Juve. Che meravigliosi momenti di sportività, i commenti dei nostri eroi dell'informazione che tendono a minimizzare ogni svista a favore delle altre squadre con ricostruzioni degli eventi degni dei migliori film di fantascienza. Che meraviglia l'esaltazione di chi, ad oggi, non ha vinto nulla, però ha collezionato un sacco di trofei morali (decisamente più importanti dei noiosi titoli collezionati dalla Juve che ruba). E' per questi e tanti altri motivi che i bianconeri devono portare a casa il settimo scudetto e poi uno ancora, e poi un altro e un altro ancora. Fino alla fine....delle scorte di maalox.