Abodi: “Caso scommesse? Il professionismo raccolga questa sfida”

17.11.2023 14:40 di  Benedetta Demichelis   vedi letture
Abodi: “Caso scommesse? Il professionismo raccolga questa sfida”
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© foto di Mario Giglio/TuttoPalermo.net

Il ministro Andrea Abodi è intervenuto nel corso dell'evento Orientamenti 2023 di Genova. Ecco le sue parole riprese da Tmw: "

Lo sport è collegato alla scuola, alla salute, alle politiche giovanili... La Repubblica ora riconosce il valore dello sport e questo protocollo è una mappa che attraverserà il 2024".

Il caso scommesse?
"Siamo condannati a confrontarci anche con le cadute, l'importante è come si affrontano i momenti difficili: con lucidità, con voglia di risolvere il problema. Dobbiamo lavorare sulla formazione e sulla responsabilizzazione, se cade un professionista si rischia che venga interpretato male tutto ciò che riguarda il professionismo. Per questo stiamo definendo la carta dei doveri, non è che così risolveremo ma è un ulteriore contributo. Il professionista dovrà leggerla e sottoscriverla. Qua siamo in ambito di patologie, la ludopatia coinvolge milioni di italiani e tanti giovani. E' importante che il professionismo sappia raccogliere questa sfida per contrastare queste tendenze diseducative. Affrontiamo le difficoltà, senza ipocrisie e con trasparenza, con la volontà di non far emerge omertà".

Genova può essere una candidata per ospitare l'Europeo 2032?
"La città di Genova credo abbia voglia di uno stadio moderno. Gli Europei sono una tappa importante, il numero di stadi sarà 5 per l'Italia. L'obiettivo è avere uno stadio moderno, autosufficiente anche dal punto di vista energetico. E' un obiettivo che prescinde dagli europei".

Arriveranno risorse governative?
"Le risorse più importanti sono due: progettualità e volontà. A questo si aggiunge il senso della collaborazione, noi cercheremo di fare il possibile, ma i capitali privati pronti ad investire ci sono. Serve volontà e collaborazione fra le istituzioni".

Il problema stadi come si risolve?
"Emerge l'arretratezza delle infrastrutture perché gli stadi sono visibili, ma il concetto riguarda le infrastrutture pubbliche in generale, come ad esempio la scuola. Gran parte delle scuole ha lacune, non sono infrastrutture educanti. Lo sport si prende la responsabilità di essere da stimolo per l'ammodernamento generale. Noi abbiamo la volontà di iniziare il percorso, scuola dopo scuola, palestra dopo palestra, stadio dopo stadio".