Nemici storici: Maurizio "Ramon" TURONE

Calciatori simboli dell'anti-juventinità; ovvero, come far diventare immortali personaggi spesso di secondo piano
06.11.2009 10:15 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Nemici storici: Maurizio "Ramon" TURONE

Maurizio Turone nasce a Varazze, in provincia di Savona, il 27 ottobre 1948.
Esordisce a livello professionistico nel 1968 con la maglia del Genoa, disimpegnandosi egregiamente sia come libero che come stopper e, dopo quattro stagioni in rossoblu, viene ceduto al Milan, giocando fino al 1978 e vincendo due Coppe Italia ed una Coppa delle Coppe.
La stagione successiva è ceduto al Catanzaro dove gioca solamente quel campionato. Infatti, nell’estate del 1979 si trasferisce alla Roma e, con la maglia giallorossa, vince due Coppa Italia, nel 1980 e nel 1981.
Soprannominato “Ramon”, Turone diventa famoso per un suo goal annullato dall’arbitro Paolo Bergamo, contro la Juventus.



Il 10 maggio 1981 è in programma il 28° turno di campionato; si gioca al “Comunale” di Torino e la Roma doveva assolutamente vincere per recuperare il punto di ritardo in classifica sui biancone-ri.
La gara è sofferta ed equilibrata, ma è la Juventus che ha più occasioni per passare; Fanna (in due occasioni) e Prandelli “graziano” Tancredi e si rimane sullo 0 a 0. Con la Juventus in dieci per l’espulsione di Furino (evento completamente rimosso nelle rievocazioni a venire), nel finale va in goal, di testa, proprio Turone, ma la rete viene annullato dall’arbitro Bergamo per fuorigioco.
Di quella decisione arbitrale si parla ancora, nemmeno il filmato dell’omicidio di John Kennedy sarà oggetto di tante rielaborazioni, ralenty, ingrandimenti, analisi, manipolazioni. Sarà il presidente romanista Viola a pronunciare, sull’episodio, la “sentenza” definitiva:
«Questione di centimetri», dirà, facendo, dal suo punto di vista, del sarcasmo amaro, ma implicitamente ammettendo la plausibilità dell’errore.
Tant’è, il goal di Turone, riproposto fino alla nausea, si radicherà nell’immaginario anti-juventino e farà, di un discreto giocatore, una sorta di martire dell’antistoria del calcio italiano, quella che pretende di riscrivere la realtà raccontando ai suoi adepti, in effetti già persuasi della tesi, che la Juventus ha rubato tutti i suoi successi.
Il giocatore giallorosso, a distanza di tanti anni, commenta:
«Bruno fece uno dei suoi soliti cross perfetti, Pruzzo sfiorò la palla ed io mi ci avventai sopra scaraventandola alle spalle di Zoff. Esultammo felici, ma Bergamo dopo aver convalidato il goal, cambiò idea e fece marcia indietro. Sono convinto che fosse un goal valido, Pruzzo non era oltre i difensori e non lo ero neppure io, potevamo vincere lo scudetto».
I giallorossi si infuriano. Conti racconta che Turone avrebbe voluto picchiare tutti, ma lui smentisce:
«In realtà le nostre reazioni tutto sommato furono nella norma. Ci sentivamo scippati, è ovvio, ma anche le polemiche nel dopo gara furono contenuto. Se lo stesso episodio fosse accaduto oggi, sarebbe scoppiato il finimondo. Non riesco neppure a immaginarmi le conseguenze, anche in termini di violenza, che ci sarebbero adesso».
Fuori dal campo Viola e Boniperti si scambiano battute al veleno, ma con sottofondo di ironia, girano anche un metro e righello: la famosa questione di centimetri:
«Allora c’erano personaggi incredibili, che vivevano il calcio con grande passione. Era un altro sport, meno manageriale, più caldo, gli interessi in palio erano meno devastanti».
Si riusciva ancora a scherzare, persino attorno all’eterna domanda: errore umano o complotto diabolico ???
«Errore, errore per carità, come sbaglia goal un attaccante, così un arbitro può non vedere bene un’azione. Capita, capitò nella domenica sbagliata. Nella domenica in cui ci giocavamo tutta una stagione».
Ammette “Ramon”:
«Sul piano personale, tuttavia, quell’ingiustizia mi ha concesso l’immortalità calcistica».

Nell’estate 1982 si trasferisce al Bologna, appena retrocesso in serie B; al termine della stagione la squadra emiliana retrocede, per la prima volta nella sua storia, in serie C1. Turone torna in Liguria per chiudere la carriera con tre stagioni in serie C2, le prime due col Savona, la terza con la Cairese.