SOTTOBOSCO - Giraudo può riaprire Calciopoli. Gravina trema. L'ombra di un maxi risarcimento e il possibile intervento dello Stato. I due Scudetti tornano a Torino? Occhio a Elkann. Condanna Agnelli: lurido accanimento e vendetta.

di Andrea Bosco
Solo il 39, % degli italiani ha fiducia della giustizia e della magistratura del Paese. Solo il 27,8 % dei cittadini reputa che la giustizia sportiva sia equa. I dati fotografano il discredito di una categoria che dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, ma che con applicazione kafkiana delle leggi, arbitrari comportamenti individuali, furore ideologico, spese folli a carico dei cittadini per processi che nel 70% dei casi finiscono nel nulla, ha di fatto reso la pubblica opinione diffidente ed ostile nei suoi confronti.
Si attende la “riforma Nordio“. Ma in carica il ministro da settembre,la riforma procede “lento pede“, con la politica che accusa la magistratura di supplenza per ragioni ideologiche e la magistratura che oltre a dare (sacrosanti) consigli tecnici, pretenderebbe di intervenire nella scrittura delle leggi. Con delegittimazione reciproca in un mare di polemiche. Penso sia chiaro che qui il problema è l'esercizio della giustizia. Del resto le statistiche, se i sondaggi vengono fatti correttamente, raramente mentono.
Ora, in data 4 luglio 2023 i legali di Antonio Giraudo hanno comunicato che davanti al Tar di Roma si è tenuta la prima udienza della causa intenta da Giraudo per vedere accertata la responsabilità dello Stato italiano per “i gravi danni e pregiudizi“ subiti - a suo parere - dalla sua persona. I legali in violazione del diritto europeo hanno chiesto che in via pregiudiziale il Tar rimetta gli atti alla Corte di Giustizia Europea. Il Tar non ha respinto la richiesta degli avvocati Dupont e Rosboch. Dopo la decisione del Tribunale di Strasburgo di discutere le vicenda, anche il Tar di Roma ha ritenute meritevoli di discussione le obiezioni presentate da Giraudo. Il che non significa che Giraudo vincerà. Significa che i tribunali hanno deciso di discutere se i diritti (a norma di legge) di Giraudo furono o meno violati a fronte di un processo (sportivo) celere e privo di contraddittorio. Le necessità della giustizia sportiva non possono violare i diritti di un cittadino. Sembra di capire dal “succo“ del ricorso .
Nel caso Giraudo si vedesse dar ragione, il risarcimento che lo Stato dovrebbe garantirgli potrebbe essere abnorme visto che sono passati tanti anni e che Giraudo (impedito nel suo lavoro, sputtanato in cento titoli e cento media) era uno che guadagnava, come top manager, parecchio. Siamo nel campo delle ipotesi. Ma se Giraudo dovesse mai veder riconosciute le sue richieste inevitabilmente Calciopoli verrebbe riaperta. La Federazione è in bolletta e dovrebbe intervenire lo Stato. Ma in un paese normale, eventualmente, non il governo, ma lo Stato si muoverebbe per rimuovere una istituzione che, allora, debordò dalle sue prerogative .
Siamo in Italia e quindi “vedere moneta, dare cammello“. Ma i presupposti ci sono tutti . Alla faccia dell'indipendenza dello sport. I diritti dei cittadini vengono prima . Pochi giorni fa lo Stato ha dovuto risarcire con 18.000 euro un cittadino pakistano espulso al confine di Trieste. Tornato in Italia dopo lunga odissea, ha fatto richiesta di protezione internazionale e ha presentato ricorso. Vinto .
Cosa farebbe Gravina? Facilmente mobiliterebbe la cricca che lo ostiene e che non ne ha mai chiesto le dimissioni per provare ad insabbiare la cosa. Ma il problema per Gravina sarebbe che con la Corte di Giustizia Europea non si scherza, E non basterebbero i media amici per dirottare il vento. In altri campi, negli ultimi dieci anni, l'Italia ha dovuto pagare fior di quattrini, sanzionata con salate multe per svariate inadempienze e violazioni. Tanto per essere chiari: solo un miracolo potrebbe far tornare ai legittimi proprietari i due scudetti revocati. E nel caso (io temo) Elkann potrebbe rifiutarsi di accoglierli. Uno che bacia le pantofole di Ceferin e Gravina reputo sia capace di tutto.
Chinè e Gravina. E Ceferin. Ma poi anche Abodi e Malagò. E tutto il Palazzaccio romano con i suoi clientes e i suoi manutengoli. Andrea Agnelli dopo aver fatto ricorso al Tar contro la sua squalifica ha subito la giustizia ad orologeria: il giorno dopo. La Corte Federale gli ha infatti infletto altri 16 mesi di squalifica (oltre ai due già comminati) per il filone stipendi e una multa di 60.000 euro .Tra la multa ammollata ad Elkann e quella ad Agnelli la Figc si sta facendo ricca. Ma questo è quasi irrilevante davanti all'accanimento nei confronti di un ex presidente che magari ha sbagliato, ha commesso irregolarità e va punito. Ma la cui inemendabile colpa è quella di non aver patteggiato. Perché la Figc (al pari dell'Uefa) è composta da gente vendicativa. Che sbandiera la legge come un vessillo da non inzaccherare. Ma che in realtà guarda solo al suo “particulare“ e teme per i suoi privilegi . Teme di vedere scalfita la sua posizione di potere . E' un Palazzo, quello calcistico, che non può essere riformato. Non certamente da chi lo occupa, ma io temo neppure da chi sta fuori. Quel Palazzo va abbattuto e i suoi occupanti vanno costretti a cambiare mestiere.
Non sono un difensore di Andrea Agnelli: reputo abbia sbagliato e tanto . Ma l'accanimento giudiziario della Figc nei suoi confronti è palese e francamente lurido.
Ma se le ragioni di Giraudo saranno accettate potrebbe cominciare un'altra storia. E se non saranno gli avvocati di Giraudo a farla cominciare ci penseranno gli sceicchi che stanno letteralmente spolpando il calcio continentale. La Lega araba è inesistente fatta da tre - massimo quattro società -. Ma i media, abbondantemente “unti“ li mettono ogni giorno in prima pagina. E' un castello senza fondamenta quello degli sceicchi. Non c'è struttura, non c'è movimento di base, non c'è capillarità di impianti e di burocrazia, non ci sono arbitri adeguati. Ma ci sono vecchi o attempati campioni attratti dai petrodollari. Un eccellente specchietto per le allodole: i tifosi. Mi rammenta tanto la nascita nel basket dell'Aba negli States. Era un sorta di circo, con un basket, fatto di atleti per lo più afroamericani più dedito allo spettacolo che alla sostanza del gioco. Non a caso molti dei campioni dell'Aba arrivavano dagli Harlem Globe Trotters. Durò per qualche anno. Dall'Aba uscì il fenomeno Julius Erving che dopo la fusione con Nba fece le fortune di Filadelfia. Perché alla fine l'Aba implose. Costi altissimi e impossibilità di vendere i diritti televisivi visto che in pochi volevano investire in tv per quel basket da “ saltimbanchi“. Era un brutto periodo per il basket Usa. La gente associava quello sport alla droga, alla delinquenza, ai bulli che dalla strada arrivavano al parquet. Alla fine, però, ci misero le mani. Le due leghe si unificarono, la Aba sparì, una parte dello stile spettacolare dell'Aba fu riversato nell'Nba, il gioco interno venne sostituito dal corri e tira e dal tiro da tre punti. La violenza venne contenuta, la gente tornò nei palazzetti e fece gli abbonamenti alla tv. Accadrà anche nel campionato degli sceicchi? Potrà accadere. Quando i diritti delle donne verranno rispettati, quando ci sarà libertà di culto e accanto alle moschee, anche chiese, sinagoghe e templi buddisti. Quando il potere temporale sarà scisso da quello religioso: insomma quando ci sarà in quei paesi una Controriforma. Ma soprattutto quando chi ha commesso un delitto orrendo (come quello di far uccidere e far squartare un giornalista inimico in ambasciata) verrà consegnato alle patrie galere. Anche se si tratta di un principe. Allora magari anche il calcio a quelle latitudini non sarà solo un Barnum da esibizione ma una cosa seria. Anche se lo sceicco tal dei tali potrebbe giustamente ribattere: “Seria? Voi che avete come presidente della Federazione Gabriele Gravina invocate la serietà?“. E francamente, difficilmente si potrebbe dargli torto.