Esistono dei punti in comune tra questo sprofondo Juventus e la crisi da dove nacque la straordinaria rimonta dei record di Buffon, Dybala e Allegri? O è davvero l'ultima spiaggia prima della fine?

Nato il 5 maggio, è inviato di Tuttomercatoweb. In RAI con 90° Minuto, Calcio Totale e Notte Azzurra, ha lavorato con Radio RAI, con Radio Sportiva e per Il Messaggero
11.10.2022 00:01 di  Marco Conterio  Twitter:    vedi letture
Esistono dei punti in comune tra questo sprofondo Juventus e la crisi da dove nacque la straordinaria rimonta dei record di Buffon, Dybala e Allegri? O è davvero l'ultima spiaggia prima della fine?
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Nell'anno 2015-2016, la Juventus era in una crisi profonda, endemica. Niente gioco, niente spettacolo, solo fischi e pochi punti. Veleggiavano al largo in tre, Roma, Napoli e Inter, a ottobre lo Scudetto e i sogni di gloria sembravano andati. Massimiliano Allegri non riusciva a trovare il bandolo della matassa, nonostante una rosa di straordinaria esperienza, con campioni all'apice della carriera o giovani nel meglio dei propri anni. Erano partiti, dopo Berlino, Carlos Tevez, Andrea Pirlo, Arthuro Vidal e Fernando Llorente. La Juventus prese un giovane, Paulo Dybala, una punta cattiva e d'esperienza, Mario Mandzukic, e Sami Khedira a zero dal Real Madrid. Difesa a tre, dunque ancora BBC o nuovo assetto a quattro? La dieci sulle spalle di Paul Pogba, poi, aprì il dibattito: era l'uomo giusto per vestire il numero dei Grandi, o una maldestra mossa di marketing?

La sfuriata di Buffon e la svolta



Nel secondo anno d.C, dopo Conte, Massimiliano Allegri lanciò pure MrAllegri Tactics, applicazione per giovani allenatori che purtroppo adesso non esiste più. I suoi profili social sono fermi dal 2016 e non si trova più sulle piattaforme. Solo che quella era una Juventus diversa e dopo la sconfitta contro il Sassuolo, episodio raccontato poi postumo anche da Sami Khedira, Gianluigi Buffon fece volare parole e non soltanto negli spogliatoi. Poi disse: "dobbiamo tornare tutti umili e con i piedi per terra perché se si indossa la maglia della Juventus, se non si suda e non si ha la voglia di combattere, si rischia solo di fare delle figure ancora peggiori". E così fu. Corsi e ricorsi: la gara successiva fu il derby contro il Torino e lì nacque una delle più incredibili rimonte della storia del nostro calcio.

Può accadere ancora?

La domanda è lecita. In questa Juventus c'è un giocatore come Buffon, capace di prendere in mano lo spogliatoio? C'è una difesa come quella BBC, che possa rendere di fatto impenetrabile la porta di Szczesny? C'è un giocatore come Dybala che possa inventare e trascinare a suon di gol la Juventus? Allegri ha sempre le stesse idee, ferme come quell'applicazione, o si è aggiornato? Riuscirà a trasmettere la stessa carica ai giocatori? L'impressione è che, almeno a quanto si è visto fino a oggi, le domande siano retoriche e che le risposte sembrino quasi scontate. Però anche allora tutto sembrava perduto. La rivoluzione della Juventus dovrà partire dalla testa, dell'allenatore e dei giocatori. Oppure sarà l'inizio della fine.