Gli eroi in bianconero: Cesare NAY

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
28.10.2021 10:28 di Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Cesare NAY
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Centromediano di poco stile, ma di immensa generosità e combattente di razza: Cesare Nay, studente di medicina, aveva anche classe e tanto, tanto mestiere. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, diventava serioso solo quando scendeva in campo. Ricavava, infatti, il meglio delle sue prestazioni riuscendo a coordinare l’impeto e lo stile, disimpegnandosi al meglio sia nella distruzione sia nella costruzione del gioco.
Educato e addestrato durante il periodo dell’adolescenza ai compiti tattici del mediano laterale, Cesare aveva, istintivamente, l’inclinazione verso il gioco di manovra. Non era raro, infatti, che Nay superasse la propria metà campo, facendo in modo che la squadra partisse all’offensiva, appoggiando la manovra degli attaccanti.
Le cose migliori Nay le faceva come stopper grintoso e ruvido; quando difendeva, era paragonabile a un muro elastico, contro il quale andavano a infrangersi le onde degli attacchi avversari. Forse non aveva l’esperienza del regista difensivo, l’uomo che potesse controllare le operazioni dei terzini a lui affiancati ma tutti i suoi compagni lo hanno sempre ammirato come un importantissimo perno difensivo, centro di posizione e di rottura, di scatto e di battaglia, di coraggio e di resistenza.
Nay veste la maglia bianconera dal 1955 al 1957, totalizzando 59 presenze.

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Nay è molto superstizioso, in questo campo non lo batte nessuno. Ha tutto un complicato cerimoniale nell’indossare gli indumenti di gioco, calza anche in pieno inverno calzini leggeri, ha cravatte speciali da portare prima di determinate partite.
Andando in sede verso il campo, fa solitamente fermare il pullman a un incrocio e lì lo fa attendere, incurante dello strepito delle auto che seguono, sino a che non è passato il tram numero tredici. Nay è un emporio di superstizioni; è capace di rifare la strada dieci volte, sino a che non ha visto il tram numero diciassette.
Io non mi sento di criticarlo, tanto più che quando fallisce un suo esorcismo, perdiamo regolarmente. Non parliamo poi di quando si rompe l’ampolla dell’olio per i massaggi. Si ruppe, quest’anno, a Roma e a Napoli, ed entrambe le volte perdemmo. Mai, che io sappia, abbiamo vinto un incontro prima del quale si sia rotta l’ampolla.