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Paolo De Ceglie: "La chiamata del Servette è arrivata una settimana fa, ho scelto la 23. Juve? La sua forza è quella di cambiare sempre formazione. E su Chiellini..."

14.01.2018 11:00 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Paolo De Ceglie: "La chiamata del Servette è arrivata una settimana fa, ho scelto la 23. Juve? La sua forza è quella di cambiare sempre formazione. E su Chiellini..."
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

"Mi sto allenando in Portogallo con il Servette, ho disputato un amichevole di un'ora e tutto procede per il meglio". E' tranquillo ma al contempo entusiasta della nuova avventura che sta vivendo Paolo De Ceglie, alla ricerca del riscatto dopo un lungo periodo trascorso lontano dai campi da gioco: "Giocherò con la maglia numero 23, era uno dei numeri rimasti e l'ho scelto perchè mi piaceva", risponde in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.

Ci puoi raccontare quando è arrivata la chiamata del Servette?

"La chiamata è arrivata per caso una settimana fa, mi han chiesto se volessi allenarmi con loro visto che già lo stavo facendo con la mia squadra in Valle D'Aosta. Mi son trovato fin da subito molto bene, loro erano entusiasti e alla fine ho deciso di rimanere qui ad allenarmi per tornare in condizione. Hanno deciso di farmi la proposta di contratto e ho valutato tutto: la bella città, il loro obiettivo di vincere il campionato, la loro disponibilità e, soprattutto, le strutture come lo stadio e il centro sportivo molto simili a quelle di un club di Serie A".

Hai deciso di accettare fino al termine della stagione e non i due anni inizialmente proposti da loro. Lo hai fatto per valutare le tue condizioni fisiche oppure è una questione diversa?

"La questione è che io voglio mettermi in gioco in questi quattro mesi, poi voglio sentirmi libero di far ciò che ritengo più corretto. Non sono qui per soldi, sono venuto qui per giocare. Le mie qualità le conoscono tutti".

Al Servette c'è un'altra vecchia conoscenza del calcio italiano come Malonga. Come ti stai trovando con i compagni dopo questi primi allenamenti?

"Mi sto trovando bene, conoscono dove ho giocato e la mia esperienza. Mi hanno accolto bene e mi ritengono una persona che può dare una mano sia dentro che fuori dal campo".

Passando alla Juventus, tuo ex club, come la stai valutando fin qui?

"La forza della Juventus la si conosce e la si vedrà in primavera, è una squadra fortissima che non è formata da undici giocatori ma da undici titolari. La sua peculiarità è quella di cambiare formazione in ogni partita, infatti la sua forza rimane invariata. E' sempre ai vertici, rimane la squadra da battere in Italia ed è la favorita a vincer di nuovo il campionato".

In Champions, invece, come è la situazione? Dapprima ci sarà l'ostacolo Tottenham da superare; ma questa Juve è a livello delle più forti?

"La Champions è quella competizione in cui l'episodio può far la differenza in partite secche, a differenza del campionato in cui si può ragionare sul lungo periodo e un errore può anche non costarti caro. Il primo obiettivo della Juventus è quello di ambire alle semifinali ed arrivare tra le prime quattro, perchè quando arrivi li tutte vogliono vincere".

Hai dichiarato di sentire spesso Giorgio Chiellini, che nella difesa della Juventus è un po' oscurato, ultimamente, dalle prestazioni di Mehdi Benatia. Come commenti la sua stagione? Sembra esser rinato come difensore centrale.

"Trovo il termine rinato non corretto, perchè Giorgio Chiellini è sempre stato un leader della squadra e una garanzia come calciatore. Si possono alternare belle e brutte prestazioni, ma Chiellini non deve essere mai messo in discussione".

Credi che la solidità dell'ultimo periodo in casa bianconera sia stata maturata anche grazie anche al cambio di modulo?

"Sinceramente credo sia un discorso fine a se stesso. La solidità della Juve non è data dal centrocampo o da un modulo, perchè sono i giocatori e l'esperienza a far la differenza. E' l'allenatore che sa come è meglio schierarsi, ritengo che la Juventus abbia tanta qualità e ha tanta voglia di vincere. I valori sono alti e sono molto importanti all'interno della squadra".

Hai avuto un brutto infortunio in carriera quando nel 2010 ti sei rotto la rotula. Ti sei sentito penalizzato da quell'infortunio?

"Gli infortuni comportano dei rallentamenti e dei sacrifici in più, nessuno li vuole avere. Non mi sono sentito penalizzato perchè sono riuscito a far bene, successivamente, con la Juve di Conte che vinse il primo scudetto nel 2012".

Si ringraziano Paolo De Ceglie e l'addetto stampa del Servette Football Club Genève 1890, Loïc Lüscher, per averci concesso la possibilità di realizzare questa intervista".