ESCLUSIVA TJ - La nuova vita di Lanzafame: "Vorrei allenare in Italia, mi ispiro a Conte e Guidolin. Juve? Deve ragionare da provinciale, su Allegri e Mancini..."

"Sono rientrato in Italia da qualche settimana, adesso l'idea è sempre quella di continuare ad allenare. Non è semplice, ma non demordo. Vediamo se uscirà qualcosa di interessante". Pensieri e parole di Davide Lanzafame, ex attaccante bianconero, che in esclusiva a TuttoJuve.com racconta la sua nuova vita lavorativa nel giorno del trentaseiesimo compleanno:
Hai già lavorato in Ungheria e sicuramente l'esperienza acquisita cercherai di utilizzarla qui.
"Sicuramente sì, bisognerà trovare una giusta soluzione per una buona partenza. La scelta è importante, non voglio fare cavolate. E' giusto fare una analisi, per capire dove è meglio cominciare in Italia. Vorrei seguire il giusto percorso, senza strafare, per cercare pian piano di migliorarsi. Quella è la mia idea, il mio volere".
Abbiamo conosciuto bene Davide Lanzafame come calciatore, ora che allenatore sarai?
"Cercherò di creare un giusto mix tra le mie idee e quel che ho appreso dai miei allenatori, sia dal punto di vista comportamentale e sia dal punto di vista tecnico-tattico. Vorrei fare un calcio propositivo, cercare di imporre un ritmo alto in quanto è ormai palese che in questo calcio attuale conta tantissimo la condizione fisica. Per performare al meglio, devi essere al top. Poi è chiaro che bisogna abbinare il tutto a conoscenza e competenza, e se dovesse arrivare un'occasione proverò a mettermi a disposizione".
Vuoi lavorare in un paese come l'Italia che però, a livello europeo, non brilla per intensità e condizione fisica.
"La nostra fortuna è che noi abbiamo gli allenatori più bravi e preparati al mondo. Dobbiamo crescere sull'intensità, cominciando dal basso coi giovani per poi muoversi verso il dilettantismo e proseguire su verso i campionati professionistici. Il ritmo deve essere sempre allenato, in modo da proporlo in gara ad altissimi livelli. Questo è uno step che dobbiamo ancora fare, però abbiamo tante altre qualità come la conoscenza tattica molto importante. Il miglioramento deve esser continuo, ho imparato da me stesso che puoi farlo a 25/30/35. L'allenatore deve cercare di valorizzare il singolo sempre di più, fino a farlo crescere definitivamente".
Ti piacerebbe andare a vedere qualche allenamento?
"Sì, nella maniera più assoluta. Ieri sono andato a vedere il Pinerolo in Serie D e ho trascorso un po' di tempo con il mio vecchio allenatore Clemenza. Cerco sempre di migliorarmi, ogni categoria può farti imparare delle cose nuove".
C'è stato un allenatore a cui ti vorresti ispirare?
"Non posso non citare uno dei più vincenti, non solo per i trofei vinti ma anche per la sua grande determinazione, che è sicuramente Antonio Conte. Ho vissuto un anno e mezzo con lui a Bari, l'esperienza acquisita è un bagaglio che mi porto dietro e cerco di conservarlo in ogni minimo dettaglio. Era severamente pretenzioso, voleva il massimo in ogni singolo minuto di un allenamento e della preparazione mentale. Anche Francesco Guidolin era molto bravo, averlo avuto come mister è stato molto importante per me. Era un po' più silenzioso di Conte, ma i suoi metodi risultavano ugualmente efficaci. Per me loro due sono gli allenatori più rappresentativi dal punto di vista assoluto".
Chi osservi di più in questa Serie A?
"Sto iniziando a vedere le partite da un'altra prospettiva, più che i risultati guardo le prestazioni. Poi è chiaro che conterà sempre come finisce in campo, in base a quello un allenatore può essere più o meno penalizzato. A me piace molto Alvini, perché è partito dal basso ed è arrivato meritatamente in Serie A. Mi dispiace molto che sia stato esonerato, non è bastato il buon gioco espresso a Cremona. Mi trasmetteva molto dal punto di vista comunicativo, nutro una grande stima nei suoi confronti. E poi sto seguendo con attenzione Dionisi, che non ha snaturato il proprio credo nonostante le difficoltà intercorse. Questo è un insegnamento per noi giovani apprendisti allenatori: anche se i risultati non sono immediati, si può continuare su quella strada. Lui non ha cambiato stile di gioco, è stato bravo a continuare sulla sua falsariga. E' uno degli allenatori più preparati".
Non mi hai citato Massimiliano Allegri, come giudichi l'attuale tecnico bianconero?
"Ho sempre parlato bene di lui, in quanto è uno dei migliori sotto il punto di vista gestionale. Poi il suo palmares parla per lui, tanto di cappello. Questo momento molto particolare lo sta gestendo alla grande, visto che la Juventus si è ritrovata a dover fronteggiare una penalizzazione a campionato in corso. Lui è un maestro nel gestire i momenti di difficoltà, anche perché la vera bravura di un allenatore la capisci quando le cose vanno male. Poteva issare bandiera bianca dopo la disfatta di Haifa, invece è sempre rimasto sul pezzo e concentrato. Ora la Juve deve ragionare un po' da provinciale per tirarsi fuori da una zona scomoda, l'obiettivo è la qualificazione europea. Coppa Italia ed Europa League diventano due obiettivi più che importanti".
Non solo la gestione, ma oggi per un allenatore è importante anche la comunicazione. Che è diversa da quella di venti o trent'anni fa.
"Sono d'accordo, c'è un approccio differente. I giovani sono meno soldatini, ma più indipendenti e il rapporto è totalmente diverso. Un allenatore deve essere sempre una persona rispettata, ma la comunicazione deve essere efficace. Altrimenti non basta soltanto la bravura sul campo".
Parlando di campo, a proposito, ma vedremo mai insieme dal primo minuto il tridente Chiesa-Vlahovic-Di Maria?
"La Juve ha trovato un equilibrio con le due punte, per cui difficilmente vedremo un tridente se non a partita in corso. In campionato, dovendo inseguire una qualificazione europea, potrebbe esser rischiato in qualche gara, anche se gli equilibri restano importanti. La priorità è prender pochi gol, poi cercare di ottimizzare i risultati. Credo che la cosa più importante sarà quella di recuperare Chiesa e Vlahovic che sono mancati".
Una battuta su Tommaso Mancini, tuo ex compagno di squadra al Vicenza: arriverà un giorno in prima squadra?
"Non ho seguito la sua evoluzione personale, per cui il mio giudizio potrebbe non esser corretto. Lui è un prospetto importante, con una buona fisicità, sicuramente Montero lo starà svezzando al meglio. L'augurio è che possa togliersi molte soddisfazioni nel calcio che conta, anche perché conosco bene la sua serietà e quanto impegno ci mette in ogni allenamento".
Si ringrazia Davide Lanzafame per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.