Evelina Christillin: "Ritrovata la crudeltà sportiva, la Juve fa tanto con poco. Agnelli contento di Pirlo e dei giovani lanciati. Lite con Conte? Deve esser stato provocato"

"Per me la sfida con l'Inter era già iniziata molto prima, perché da cinque anni faccio parte del cda di Crédit Agricole Italia e l'amministratore delegato Giampaolo Maioli, grande tifoso interista, mi ha "obbligata" a votare all'unanimità la sponsorizzazione alla società nerazzurra. E' successo un paio d'anni fa, a volte succedono cose che mai potresti immaginare". Retroscena piuttosto curioso, anche un po' per stemperare gli animi piuttosto bollenti del derby d'Italia, quello rilasciato dalla manager torinese membro aggiuntivo Uefa del consiglio Fifa - nonché tifosissima doc bianconera -, Evelina Christillin, che ai microfoni di TuttoJuve.com analizza il post Juventus-Inter e non solo:
La Juventus è riuscita ad agguantare la ventesima finale di Coppa Italia, un vero e proprio record per un club nostrano. Che cosa ne pensa a riguardo?
"Sono molto felice della qualificazione, ma lo ero già per la Supercoppa. Era stato un buonissimo inizio d'anno, poi quella sera la ricordo ancora di più perché ero presente allo stadio. Non dico sia stata una vendetta, ma sicuramente è stata rattoppata quella brutta sconfitta di campionato con l'Inter. E invece sia a San Siro che ieri, la Juventus è stata concreta, ben messa in campo e solida in difesa. Non si poteva chiedere di meglio".
Ha sempre espresso pubblicamente molto affetto per Max Allegri. E la Juventus, oggi, forse è davvero più Allegriana del solito.
"Certo, non può non piacermi (sorride ndr). E' una Juve anche abbastanza divertente, perché nelle partite giocate con Inter e Roma è stato fatto tanto con poco. Sono state delle sfide piacevoli da seguire, più che altro non c'era quello stress derivante dall'arrivare in fondo e non concludere mai. Quello era un problema che capitava spesso ai bianconeri. Il massimo a cui poter aspirare è proprio questo: giocare bene e ottenere il risultato".
In effetti ciò accadeva con la Juve di Sarri, la cui sconfitta più grande di febbraio fu proprio quella col Lione.
"Sì è capovolta la situazione, ma poi c'è la crudeltà sportiva di una squadra che ha sempre avuto questo nel dna. E' il modus operandi di chi poi riesce a finalizzare e concludere, piuttosto che quel tiki-taka fine a se stesso costituito da tanti passaggi e basta. Il divertimento è lecito, ma se non riesci a buttarla dentro non serve a niente. Come tanti juventini, sono grata per il lavoro svolto da Massimiliano Allegri. E' un complimento".
Come ha giudicato nel complesso questi 180' in cui la Juve si è limitata in maniera sorniona a lasciare il campo all'avversario per poi colpirla letalmente?
"Sorniona è il termine corretto, proprio come i gatti che ti aspettano e poi ti graffiano se necessario. Ammettendo, e ci vuol poco a farlo, la pessima prestazione di campionato, la Juve mi è piaciuta molto. La squadra è messa bene in campo, in difesa ci sono de Ligt e Demiral che stan sempre più crescendo con continuità. Mi sta piacendo l'apporto dei giovani, il turn-over fatto con Genoa e Spal ha messo in luce dei talenti interessanti come Fagioli, Dragusin, Da Graca, Di Pardo. Senza dimenticare che le due rocce ieri non erano in campo, mentre a Milano avevano fatto bene".
Visto che a microfoni aperti il presidente Agnelli risponde sempre che dell'area sportiva se ne occupa Fabio Paratici, che cosa pensa di una Juventus con più gioventù?
"Penso sia molto contento, il nostro presidente poi ha un massimo rispetto delle deleghe che lui stesso ha distribuito. Lui è l'azionista della società, ma prima di tutto è un grandissimo tifoso che è soddisfatto e contento sia del suo investimento personale e sia dei successi in campo. La scelta di Pirlo è stata di Andrea, che ha dimostrato insieme a tutta la società una grande compattezza nel momento in cui l'allenatore è stato messo in discussione. Era normale ci fosse un periodo di assestamento per un debuttante, come si è definito Pirlo stesso, che sta facendo bene dopo l'apprendistato".
Il post partita è stato paradossalmente più vispo del match stesso, con il gestaccio di Conte inquadrato dalle telecamere e la successiva risposta piccata del presidente Agnelli. Che idea si è fatta a riguardo?
"Preferisco non fare commenti, perché non ero presente e non mi baso sulla ricostruzione di alcuni giornali. Posso dire di conoscere molto bene Andrea, se è sbottato in quel modo significa che è stato caricato a mille. Non è una persona che si lascia andare sotto questo punto di vista, in altre circostanze è sempre stato lui a buttare acqua sul fuoco. E' chiaro che queste cose non debbano succedere, ma deve esser stato provocato".
Un po' dispiace per come sia finita con Conte, che è stato calciatore per tanti anni e l'allenatore che ha cominciato questo ciclo di successi.
"Sono fatti loro, ci mancherebbe altro. Nessuno di noi si può intromettere nelle dinamiche di una società che ha visto amori, tradimenti, addii e ritorni. E' troppo complicato per dire qualche cosa, i rapporti sono quelli che sono e non posso dire niente a riguardo. E' chiaro che quando c'è in gioco tanto, le sensibilità vengono amplificate".
Ci riesce a descrivere come è la nuova Conference League?
"Per quanto pianificato prima della pandemia, la Conference League è la terza competizione che permette a quel target di squadre di alcune nazioni che non poteva partecipare alla Champions e all'Europa League. Invece, così, c'è la possibilità di esprimersi a livello internazionale con tutta la dignità che meritano. Questo allarga la forbice delle possibili partecipanti, vedremo poi come riusciremo a partecipare".
Infine una curiosità: abbiamo letto sul Corriere della Sera che terrà un podcast sul rispetto nello sport e nella cultura. Ci può raccontare qualcosa in più?
"Sì, sono stata scelta come intellettuale - anche se non mi reputo tale - e il compito è quello di prendere un articolo della Costituzione, scegliere una parola e declinarla facendo delle proposte ai giudici costituzionali. Ho scelto lo sport e la parola "rispetto", l'ho declinata appunto per il podcast di cinque minuti che poi verrà trasmesso sui loro canali ufficiali. Siamo tutti d'accordo sul razzismo, lo sport femminile così come il rispetto che è una cosa fondamentale. Purtroppo quando si è nervosi per una partita qualche parola di troppo può scattare, ma il rispetto deve essere una regola d'oro dello sport".
Si ringrazia Evelina Christillin per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.