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Davide Falcioni: "Ho parlato con Pirlo, ecco cosa mi ha detto su CR7, Chiellini e Buffon. Nello scudetto dell'Inter c'è tutto il mio ex compagno Conte"

03.05.2021 17:30 di  Luca Cavallero   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Davide Falcioni: "Ho parlato con Pirlo, ecco cosa mi ha detto su CR7, Chiellini e Buffon. Nello scudetto dell'Inter c'è tutto il mio ex compagno Conte"
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© foto di Nicolò Campo/Image Sport

Riguardo all'attualità in orbita bianconera, la redazione di TuttoJuve.com ha intervistato in esclusiva Davide Falcioni, ex portiere della Juventus (1996-1997 e 2000-2001) e amico dell'attuale allenatore della Signora, Andrea Pirlo.

Cominciamo subito dal tuo amico Pirlo: come giudichi il suo lavoro questa stagione?

"Secondo me molto buono. Ha nel dna una mentalità vincente, che ha plasmato nei suoi anni da calciatore. Certo: fare il calciatore è una cosa e l'allenatore un'altra! Però si è trovato ad allenare la Juve in un periodo di grandi cambiamenti. Io so che vuole fare la differenza ed è ancora concentrato su questa stagione: la Juve può ancora arrivare seconda".

Dal tuo punto di vista merita la riconferma?

"Sì. E' impressionante come lavora! Ci siamo sentiti quindici giorni fa: vive il campo e mi ha raccontato come lavora con il suo staff. Merita di poter continuare il progetto che ha cominciato".

Pronti, via e la sua prima esperienza da allenatore lo ha portato a guidare il calciatore più forte del mondo: Cristiano Ronaldo. Cosa ti ha raccontato in merito alla sua gestione?

"Da lui ha avuto tantissima disponibilità, fin da subito. Non ha mai avuto nessun tipo di problema con CR7. Mi ha detto che è un professionista esemplare: è sempre il primo ad arrivare e si allena ai mille all'ora. Uno come lui è una garanzia assoluta, anche nell'alzare il livello in generale":

Ha, invece, rammarichi per quanto riguarda la praticamente totale assenza di Dybala?

"Secondo me molti. Dybala è un giocatore che, con una singola giocata, ti fa vincere da un momento all'altro le partite. Sicuramente, se lo avesse avuto, sarebbe stata tutta un'altra annata. Annata che, però, ci tengo a sottolineare che non è negativa: la Juve ha cambiato praticamente tutto quest'anno, ha avuto diversi infortuni in alcuni momenti e se l'è dovuta vedere con un'Inter che viaggiava a ritmi spediti".

Quanto sono stati importanti per Pirlo i senatori, in particolare Buffon e Chiellini?

"Lui mi ha detto moltissimo. Anche da loro ha avuto grandissima disponibilità, sin da subito. In un'annata come questa, in cui inserisci tanti giovani in rosa, il loro supporto è stato fondamentale per trasmettere ai nuovi la mentalità Juve, che è unica al mondo".

A proposito di Inter - da te prima citata -  hai giocato con Conte alla Juventus: quanto c'è di suo nello scudetto vinto dall'Inter?

"Secondo me c'è praticamente tutto quanto Antonio, con la sua impronta. Ricordo Antonio come un professionista totale: lui non ha mai mollato di un centimetro, nemmeno in allenamento. E' sempre stato un lavoratore esemplare".

Ha tramesso all'Inter la mentalità Juve?

"Io credo che l'esperienza alla Juve lo abbia plasmato, per poi costruire una sua mentalità, che negli anni lo ha portato a vincere dappertutto. Lui sa toccare le corde giuste nei singoli calciatori. Non a caso, con lui, il rendimento di certi calciatori è completamente diverso".

Tornando alla Juve e, nello specifico, al ruolo del portiere: dal tuo punto di vista Szczęsny è un estremo difensore affidabile oppure i bianconeri dovrebbero iniziare a pensare più concretamente a Donnarumma?

"Un anno fa mi sono rivisto con Peruzzi e Taglialatela: rispetto ai nostri tempi il ruolo del portiere è cambiato. Per me Szczęsny è una garanzia: pochi sono al suo livello. Se però la Juve ha la chance di prendere Donnarumma lo deve fare. Non perchè Szczęsny sia scarso, ma per il fatto che ti assicuri un portiere giovane, già di grandissima esperienza".

E Buffon? E' ancor in grado di continuare?

"Dipende da lui: solo lui può sapere come si sente. Io, se posso dargli un consiglio, gli direi che ha scritto la storia del calcio, ma dovrebbe smettere. Non perchè non sia ancora in grado di giocare, ma perchè così inizia a pianificare i suoi prossimi 40 anni di vita. Tanto non ha più nulla da chiedere al campo: nessuno sarà mai come lui".

Si ringrazia Davide Falcioni per la cortesia e per la disponibilità dimostrate in occasione di questa intervista.