Perin: “Ho capito quanto è importante l’aspetto mentale. La Juve ci mette a disposizione…”
17:44 - Al Social Football Summit è presente anche Mattia Perin:
Quanto è importante la forza mentale?
"È un tema di cui sono affezionato. Ho capito quanto possa essere importante l'aspetto mentale non solo nello sport ma soprattutto nella vita quotidiana. Ho iniziato con Nicoletta Romanazzi grazie al mio agente Alessandro Lucci, stavo attraversando un periodo delicato, stavo pensando di smettere di giocare a calcio dopo tanti infortuni e non trovavo più la felicità nel giocare. Alessandro Lucci mi disse: appoggio questa tua scelta, datti una possibilità e fai una chiacchierata con Nicoletta Romanazzi. Da quel giorno è iniziato un viaggio, un sentiero. Ho imparato a conoscermi, so bene quello di cui ho bisogno, so come trovare l'equilibrio. Nicoletta riesce spesso a trovare la chiave di volta per sbloccarmi e permettermi di essere il più performante possibile nello sport e nella vita.
Ci racconti un episodio?
"Ce ne sono tanti. Quello che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi è quanto siamo determinati a lavorare su noi stessi. Durante gli infortuni che ho avuto, le volte che credevo di meritare di giocare e non venivo messo in campo, trovare l'equilibrio, accettare la frustrazione e le emozioni che percepiamo come negative. Ho imparato che tutte le emozioni con equilibrio possono portarci sempre qualcosa di buono. Quello che ho imparato cerco di metterlo a piccole dosi nella vita dei miei figli e mi riempie di orgoglio vedere tutto questo. Ogni volta che commettevo un errore, pur di non pensare guardavo ore di documentari su qualsiasi cosa: dagli Egizi, all'arte. Adesso accetto l'errore e lo analizzo. Lo accetto e cerco di trovare la soluzione per risolverlo.
Sul ruolo del portiere?
"Io sono il mio più grande critico e il più grande fan. Ho scavato in profondità, sono arrivato ad avere un'intimità, mi conosco come non mi conosce nessun altro. Quando ti conosci così, qualsiasi critica può essere un feedback. Io so quando faccio grandi partite o quando faccio degli errori. Sui social media, prima quando giocavo bene postavo una foto e se sbagliavo no. Poi ho capito che ormai i commenti non mi toccavano più. Quello che voglio dire è che questo mi ha dato la libertà, sono libero da tutti i condizionamenti esterni. Mi trovo spesso con i compagni più giovani che magari sono giù di morale dopo i commenti e le critiche della stampa: io cerco sempre di fargli capire questa cosa. Devi fare un percorso. Mi sono meritato questa libertà dopo il percorso che ho fatto e sono molto felice di questo.
Quanto è importante il dialogo?
“La parola è una magia. Uno dei problemi della società moderna è che siamo meno empatici e dialoghiamo meno, i non detti creano frizioni, poi allontanamenti. Lo stesso vale nello spogliatoio. C'è stato un grandissimo passo indietro. Quando ho iniziato giocavo con gente del 74-75-76, ora del 2005, 2006... c'è stato un grande passo indietro dello standing umano. Adesso si fa fatica a trovare il tempo e il momento per dialogare tra noi compagni, per condividere gli stati d'animo. Anche solo, beviamo un caffè insieme. Oggi stiamo perdendo dialogo ed empatia tra di noi.
La Juve vi sostiene in questo ambito?
La Juve mette a nostra disposizione Beppe Vercelli. Lui è un grandissimo psicologo e anche nel settore giovanile ci sono degli psicologi.
Ti senti di dare un consiglio?
"Può far la differenza essere affamati, ma non perdete la voglia di guardare le cose da diverse prospettive. Appassionatevi a più cose possibili, non rimanete mai fermi. L'importante è non rimanere fermi e fare azione. Se abbiamo la forza di muoverci arriverà sempre il premio. L'obiettivo è la ciliegina sulla torta, il trofeo è il cambiamento durante il percorso.
14:16 - Anche Igor Protti è presente al Social Summit:
Hai un ricordo sull’Allianz Stadium
“Si parla della modernità e di come devono essere gli stadi nel 2025. La mia fortuna è stata quella di poterla vivere da spettatore. Io sono venuto con mio figlio a vedere il mio amico Giorgio Chiellini contro il Barcellona. È stata una bella serata e Giorgio ha fatto pure gol”.
Sui gol alla Juve?
“Io ho sempre segnato contro la Juventus nella mia avventura in serie A. Quindi la Juve mi ha sempre portato fortuna”.
11:07 - Michele Uva, executive director dell'Uefa, è intervenuto al Social Summit che si sta tenendo all'Allianz Stadium:
Sulla sostenibilità ambientale…
“Ci sono cinque pilastri che reggono la sostenibilità ed ognuno regge l’altro. La sostenibilità sta diventando un tema abusato, ma dobbiamo mette questi cinque elementi insieme in un percorso strategico. La strategia è un terzo passaggio: prima c’è bisogno diel commitment della tua azienda, la forza di voler affrontare certi temi. La Juve, pochi giorni fa, ha dato il primo grande segnale su come si incorpora la sostenibilità nella strategia generale. La Juve è stata la prima e faccio i complimenti a Greta Bodino. Se c’è il commitment della società, poi c’è bisogno delle persone. Noi ci prediamo sempre le nostre responsabilità, ma nessuni può chiederci di salvare il pianeta perchè non dipende dal governo. Poi dopo la strategia ci vogliono fatti concreti.
Sugli investimenti nella sostenibilità?
“Molti vedono tutto questo come un costo, ma in realtà è un investimento. Oggi tutto questo è una sana competizione sul lavorare con le organizzazioni per cercare di creare percorsi comuni e questo apre le porte a nuove risorse. Noi abbiamo firmato un contratto con un grandissimo sponsor interazione, il primo sponsor della Uefa che si occuperà di sostenibilità. L’Europeo femminile ha avuto 95 azioni legati alla sostenibilità. Io fino al 2021 non mi ero mi occupato della sostenibilità e sempre nel 2021 in Federcalcio avevamo fatto il primo report sulla sostenibilità. I 5 pilastri sono sempre legati tra loro e non possono mai essere slegati. Bisogna avere delle capacità di anticipare i cambiamenti della società civile e non subire mali ma anticiparli. Dalla lotta al razzismo, la parte dell’inclusione, della diversity e dell’equality. Lavorano con me 16 persone e 12 sono donne, 4 uomini.
Sulla piramide della sostenibilità?
“La piramide è un top-down. Questi discorsi partono dal vertice Uefa che parla con le Federazioni e i club. L’obiettivo finale è quello di arrivare nel 2030 a raggiungere la base della piramide, ovvero i nostri tifosi, quelli che sono influenzati dal calcio”.
Sulla sostenibilità in Italia?
“Figc e Lega sono state le prime in Europa a prendere la nostra strategia, c’è una grande sensibilità e accelerazione spinta anche dai partner commerciali e dalla società civile. C’è grande sensibilità, il nostro percorso è lungo, ma l’importante è che ci sia una base. Ormai tutti i club di serie A hanno una manager per la sostenibilità. Dobbiamo raggiungere la base e siamo sulla buona strada”.
Sostenibilità stadi in Italia?
“Sono molto positivo. L’italia ha fino 1 ottobre per presentare i cinque stadi. L’Allianz ha tutti i parametri, l’unico ma anche altri sono sulla buona strada. La cosa importante è l’impegno della Figc, del Ministro dello Sport e dei commissari dell’impiantistica sportiva. L’obiettivo sono convinto che si potrà raggiungere e per Uefa l’Italia è un paese storico”.
Quali sono i parametri?
“In tutto sono 132, a livello di requisiti per uno stadio per essere a norma e UEFA, il 20% sono legati alla sostenibilità”.
Sul nuovo San Siro?
“Sarà una stadio moderno. L’Allianz stadium è stato inaugurato da anni ma ti sembra ancora uno stadio moderno. La cosa fondamentale è che si possa creare uno stato flessibile e agile che possa anche aumentare la capienza e che sia flessibile a livello di spazio”.
Sugli stadi dell’Udinese e dell’Atalanta?
“Cinque stadi nuovi in italiani sono tutti di imprenditori italiani. I grandi investitori dei club devono accelerare sulle infrastrutture. Sullo stadio della Roma? Vale per tutte le grandi città e negli ultimi mesi con Euro 2032 in tanti stanno accelerando. Lo stadio è anche riqualificazione urbana”.
Le tue scelte future?
Il ciclo di un manager è tra i 4 e i 6 anni. Ho costruito il mio successore, penso sia giusto dopo 5 anni lasciare una legacy al calcio europeo certificata dal Time ma me la sento dentro. Penso di averlo fatto con passione, adesso è giusto fare questo passaggio e credo che mi occuperò d’accordo col mio presidente mi focalizzerò su Euro 2032. I ricavi che vengono da un europeo sono redistribuiti al 97% a tutto il calcio europeo.
Direttore: Claudio Zuliani
Responsabile testata: Francesco Cherchi
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