Napoli, il giornalista-tifoso Chiariello: "Ridurre stipendi una necessità. Negli altri club dinamiche diverse, la Juve ha attinto alla cassaforte di famiglia"

16.08.2021 10:50 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Napoli, il giornalista-tifoso Chiariello: "Ridurre stipendi una necessità. Negli altri club dinamiche diverse, la Juve ha attinto alla cassaforte di famiglia"
© foto di Umberto Chiariello

Il giornalista napoletano Umberto Chiariello ha parlato del mercato del club partenopeo sulla sua pagina facebook. Le sue parole: "I dati a cui fai riferimento sono di natura patrimoniale. E non bisogna confondere l’aspetto patrimoniale da quello economico e finanziario. Il Napoli, con l’Atalanta, l’Udinese e la Lazio, è la sola società italiana con i conti a posto sul piano patrimoniale, cioè non ha debiti. Anzi, grazie proprio al fatto che DE LAURENTIIS non si è preso gli utili del Napoli (oltre agli emolumenti variabili del Cda) ma li ha messi a riserva indivisibile, il Napoli ha accumulato riserve per oltre 100 milioni. Quindi parliamo di una società patrimonialmente in salute.

Però, sul piano gestionale, ora il Napoli rischia molto. Causa pandemia e mancata Champions, i ricavi sono scesi per mancanza di bigliettazione, per fuga degli sponsor, per riduzione dei diritti televisivi e soprattutto per riduzione patrimoniale dei suoi calciatori, che come tutti si sono svalutati del 30% circa, come da studio UEFA della Deloitte.

In più, aggiungiamo che le milanesi sono tornate, com’era normale che fosse, e che le romane sono più agguerrite, quindi entrare in Champions è molto più difficile, come è avvenuto negli ultimi due anni dove non ci siamo riusciti. Questi ricavi tra l’altro sono del tutto volatili (cioè incerti) mentre i costi sono certi e de Laurentiis, oltre ad essere tra i pochi ad avere investito negli ultimi due anni con Lozano e Osimhen, ha spinto al massimo il monte ingaggi che ora non è più sostenibile. Cioè, contrariamente a quel che si dice, ha alzato l’asticella al massimo.

Se il Napoli perde per tre anni di seguito 40 milioni di euro il tesoretto è bello che finito e dopo saranno guai. Abbattere il monte ingaggi è una necessità ineludibile, non un capriccio di DE LAURENTIIS da pappone, come lo definiscono spregiativamente in tanti. Il Napoli davvero non può spendere se non ha ricavi straordinari che sono le plusvalenze, a meno che non va a bruciare altre riserve oltre quelle necessarie per coprire le ultime perdite.

In definitiva, coniugare l’equilibrio economico finanziario attraverso la riduzione dei costi fissi, che è indispensabile, con il mantenimento della competitività sportiva è la vera sfida di DE LAURENTIIS: difficile ma possibile solo se c’è competenza.

Purtroppo però io di GIUNTOLI non ho tanta fiducia, anche perché non ha autonomia decisionale e budget assegnato ed è sfiduciato da De Laurentiis stesso, motivo per cui sono un po’ preoccupato e spero che nessun big parta per mancanza di offerte e un paio di prestiti arrivino perché, come dissi l’anno scorso, questa squadra con un allenatore migliore e più esperto può fare molto bene.

E Spalletti è sicuramente meglio di Gattuso.

Le dinamiche degli altri club sono diverse: la Juve ha attinto alla cassaforte di famiglia ricapitalizzando per 700 milioni di euro in pochi anni, l’Inter ha pagato lo sforzo fatto sotto Conte vendendo i pezzi migliori, il Milan si affida a giovani e soprattutto anziani a saldi ed ha alle spalle un fondo d’investimento che ha interesse a ripianare e rilanciare il Diavolo perché lo deve vendere bene (la mission dei fondi è comprare e vendere ricavando un delta), Lotito lavora con la logica di De Laurentiis, Percassi (che è il più bravo di tutti) continua nella sua mission di valorizzare il suo vivaio e vendere (da ultimo Romero) mantenendo un bilancio sano (oggi è la provinciale benchmark del calcio europeo), i Friedkin hanno un piano industriale di investimento perché non hanno comprato la Roma, ma il brand Roma che ha una valenza mondiale. E comunque la famiglia Friedkin ha una potenza di fuoco infinitamente maggiore.

Io penso che De Laurentiis non sia il miglior presidente auspicabile, ma solo il migliore possibile. Perché tu come me hai sofferto l’indicibile e non avrai dimenticato. Ed il fatto che sia arrivato Spalletti e non Italiano o Dionisi in qualche modo mi fa pensare che De Laurentiis non intenda rinunciare alla lotta di vertice. Quindi preoccupati sì, ma anche speranzosi ancora. Perlomeno fino a fine mercato, quando capiremo effettivamente chi saremo.

Senza dimenticare che questo è un mercato anomalo, il primo post (speriamo) pandemia: vince il primato del mercato (che però non sempre è quello del campo) non chi si rafforza di più ma probabilmente chi si indebolisce meno.

PS: Pronto alle barricate mediatiche sul rinnovo del Capitano, il cui mancato rinnovo sarebbe errore gravissimo".