L'ex arbitro Bertini: "Sulla possibile espulsione di Orban non ci sono dubbi. Sul rigore l'interpretazione ci può stare"

22.09.2025 19:30 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
L'ex arbitro Bertini: "Sulla possibile espulsione di Orban non ci sono dubbi. Sul rigore l'interpretazione ci può stare"
TuttoJuve.com

Il fine settimana di Serie A ha lasciato in seno tante polemiche sugli arbitri, come per esempio su Rapuano per gli episodi di Hellas Verona-Juventus (rigore dato ai padroni di casa e mancata espulsione di Orban). Ne abbiamo parlato in esclusiva con Paolo Bertini, ex arbitro oggi impegnato con il settore giovanile dell'Arezzo: "Al solito interviene la sensibilità dell'arbitro, sia quello che sta in mezzo al campo che quello al VAR. L'oggettività non potrà mai esserci. Mi sembra di aver visto, parlando squisitamente di aspetti tecnici, è che sulla possibile espulsione di Orban non ci siano dubbi, c'è una sbracciata prima che arrivi il pallone e episodi analoghi sono stati giudicati da rosso. Sulla mano del rigore, l'interpretazione attuale è molto restrittiva e quindi ci può stare. Non mi sembra però un episodio clamoroso".

Del rigore dato al Bologna contro il Genoa, invece, che ne pensa?
"La palla schizza velocemente, senza dare tanto preavviso al giocatore. Il problema è che si punisce la posizione del braccio e non tanto la volontà di colpire il pallone. Questo è un fattore che determina molto, non è solo volontarietà ma compostezza nel gesto: lì il fischio ci può stare, a termini di regolamento. Ciò che si può interpretare è il modo di interpretare i falli di mano, nel complesso. Ci fosse il concetto di volontarietà e basta, non sarebbero rigori".

Ma lei è dell'opinione che il VAR abbia cambiato il modo di essere arbitro? Che i fischietti finiscano schiacciati dal mezzo?
"Sono già rimasti schiacciati. Il VAR aiuta, ma è stato introdotto, e l'Italia è stato il paese guida, perché erano difficilmente digeribili alcuni episodi. Ma nell'arco di una stagione erano quattro-cinque, anche se macroscopici, sfuggiti al controllo o valutati male. Il VAR era la medicina per certi episodi ma non si è considerato che non copre solo quegli episodi, ma tutti gli altri. C'è un potente condizionamento del gioco del calcio ed è una valutazione che non hanno fatto al momento di introdurlo. Per la responsabilità degli arbitri è mortale, ormai non si prendono più quella di decidere in campo ma aspettano il mezzo tecnologico. E le decisioni finiscono condizionate dalla visione asettica su schermo. Sterilizza il gioco del calcio. Ma questa valutazioni andavano fatte prima, ora che è stato introdotto è come un virus e non lo togli. Il prossimo provvedimento sarà senza dubbio il tempo effettivo, sceso in maniera consistente nelle partite".