Il Secolo XIX - La sfida Amauri-Pazzini vale anche la Nazionale

28.10.2009 08:13 di  Francesco Cherchi   vedi letture
Fonte: Il Secolo XIX
Il Secolo XIX - La sfida Amauri-Pazzini vale anche la Nazionale
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© foto di Filippo Gabutti

Se si parla ancora di Amauri in azzurro, è soltanto per un cavillo burocratico. Il ct brasiliano Dunga, infatti, nel gennaio scorso convocò il calciatore in vista della partita che i verdeoro avrebbero giocato (e vinto) proprio contro l’Italia a Wembley il 10 febbraio successivo. La Juventus si oppose alla convocazione, appellandosi al regolamento Fifa. I termini legali per chiamare i giocatori tesserati all’estero erano scaduti, e la Juve disse no, sebbene il volere del giocatore fosse il contrario.
Passa soltanto un mese e la moglie di Amauri, Cynthia Cosini Valade­res, ottiene il doppio passaporto, brasiliano e italiano. Perciò Amauri diventa “nazionabile” e confessa: «Ho parlato due volte con Lippi. Mi ha detto che appena le pratiche sono finite, mi convoca». In effetti Lippi, che nell’ultimo periodo non lesina convocazioni bianconere, lo stima molto e pare che l’ora di Amauri possa arrivare presto, anche se il giocatore, peraltro in maniera onesta, ha dichiarato più volte di preferire, tra le due selezioni, quella di casa sua.
Tutto questo lavorio, nonostante vi sia un certo Giampaolo Pazzini, nato a due passi da Firenze dove Manzoni andò a sciacquare i panni per mettere a punto l’italico idioma, che segna a ripetizione. Pazzini, in maniera abbastanza inspiegabile, non è stato più chiamato dal ct dopo alcune furtive apparizioni. Ha segnato un gol contro il Montenegro, è stato espulso ingiustamente contro l’Eire, ha giocato un’amichevole a Pisa contro l’Irlanda del Nord. Anche in azzurro, come con la Sampdoria, un gol in una partita e poco più.
Amauri è a quota due reti in campionato e Pazzini sta nettamente sopra con sei reti. Per merito di Cassano e non solo. Due volte il Pazzo ha segnato grazie all’assist del compagno d’attacco, altre volte ha sfruttato i cross di Mannini, altre ancora intuizioni proprie. Segna nelle partite contro squadre inferiori, segna gol spettacolari in partite decisive, come la finale di Coppa Italia contro la Lazio. È un ragazzo sveglio, educato, sa far gruppo. Non ha paura di giocare con una mascherina a protezione del naso rotto, anche se sa benissimo che il suo gioco è andare a lottare su ogni palla contro difensori che non gli risparmiano rudezze.