Ibrahimovic: "Dopo Juve-Milan ero dentro lo spogliatoio. Allegri? Un vincente"

Non poteva mancare Zlatan Ibrahimovic al Festival dello Sport di Trento. Le sue parole tra Allegri, Juve-Milan, Leao e Modric: "Da quando ho smesso di giocare a calcio, sembra che il tempo stia fermo. Devo fare qualcosa per sentirmi vivo. Non c’è la stessa adrenalina di quando giocavo. Sono attivo e mi impegno. Dove sto ora? 80/90% in Italia, a Milano. Mi sveglio, vado in palestra o a Casa Milan o a Milanello. Dipende dell’agenda. Poi viaggio, anche fuori dall’Europa. Diverse cose per crescere come persone e fare altre esperienze per crescere“.
“Niente ufficio a casa Milan? Voglio essere più aperto, quando ci sono appuntamenti o riunioni vado da loro. Sennò mentalmente sei troppo fissato sull’ufficio. In tutto quello che faccio, voglio sempre vincere. Mi piace vincere. Devo vincere. Se non riesco a essere me stesso non mi diverto, non mi piace e non sto bene. Devo essere me stesso. Milan. Stanno andando bene. Quest’estate è arrivato Allegri, che è un allenatore vincente. Ha portato esperienza, equilibrio. Poi quando vinci lo spirito è sempre al top. Stanno tutti uniti per fare il meglio possibile. Io lo ho avuto come allenatore. Tutto quello che facciamo lo facciamo per i risultati. Finché il Milan vince, le critiche si allontanano. Se non vinci le critiche si avvicinano, soprattutto quando giochi in un club con il Milan. Secondo me sta giocando bene la squadra. C’è un mix di esperienza e talenti per il futuro. Stanno giocando bene e portano risultati“.
“Litigio con Allegri? Non una, tante volte. Una volta a Londra contro l’Arsenal che tutti si ricordano.
Quando hai due con una mentalità vincente è normale, non è tutti i giorni amore o abbracci, c’è anche un’altra parte di queste situazioni. Diversi caratteri, diverse mentalità. Poi purtroppo quando esce sui giornali, per noi è la normalità. Per voi sembra ‘wow, cos’è successo?’, ma per noi sono cose normali. Soprattutto per me. Dopo Juve-Milan ero dentro lo spogliatoio, sto vicino alla squadra. Il Milan è come una famiglia. Facciamo tutto insieme: perdiamo e vinciamo insieme. Dopo la partita erano tutti arrabbiati perché era una partita che si poteva vincere. Poi quando Allegri parla, tutti ascoltano e parla lui. Di è sfogato perché non era contento, anche i giocatori erano arrabbiati. Dopo la partita ognuno è pieno di adrenalina, quindi la risposta subito dopo la partita non è quella che dai il giorno dopo. Bisogna stare attenti quando si parla dopo la partita. Lo spogliatoio è come una cada, e quando entri non devi disturbare troppo i giocatori e l’allenatore. Cosa manca a Leão? Tanti parlano di lui. Se non si parla di lui, non sarebbe uno dei più forti. Si parla dei più forti. Se guardiamo il passato, quando abbiamo vinto lo Scudetto, per me lo ha vinto da solo. Faceva la differenza. La squadra stava dietro a questo fenomeno. Leao ha vinto lo Scudetto da fenomeno, da solo. Chiediamo tanto da lui perché ha questa magia che ogni volta che fa qualcosa… quando non fa queste cose partono le critiche. Lo aspettiamo. Modrić è un maestro. Non gioca a calcio, lui è il calcio. Non aspettare, se fai questo loro sono disponibili. Devi solo fare la guida”. Più o meno come ho fatto io. Lui molto più leader in campo. Il mio modo più sembrare più aggressivo e più duro, ma per me è la normalità. Un giocatore però non fa la differenza da solo e questa squadra è ben equilibrata”.
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