Garlando (Gazzetta): "Stipendi: il calcio si connetta con i balconi e i medici in trincea. Serve buon senso"

Nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha parlato del tema degli stipendi dei giocatori: ". Parlarne si può, il problema, molto più complesso, è decidere che cosa fare. La sensazione è che per trovare una soluzione ragionevole bisognerà camminare tenendosi a equa distanza da due burroni: la demagogia e il garantismo cieco che non tenga conto della eccezionalità di una contingenza drammatica. A illuminare la strada, come sempre in questi casi, dovrà essere il buon senso delle parti. I calciatori sono professionisti, come tutti gli altri, le cui prestazioni sono regolamentate da un contratto di lavoro. Sono pagati per fare un certo tipo di lavoro per un dato periodo di tempo. Non ci piove che se le partite dovessero essere ridotte, e di conseguenza, anche le prestazioni, gli stipendi dovrebbero essere aggiornati al ribasso. Tutti d’accordo. Cambiano i punti di vista nel caso il calendario dovesse essere in qualche modo rispettato fino in fondo. I club chiederebbero ai propri calciatori di partecipare comunque alle gravi perdite di bilancio. L’Associazione Calciatori suggerisce invece di temporeggiare per quantificare quella perdite: porte chiuse? Meno partite? Che poi è la gente che riempie gli stadi e alimenta gli stipendi dei campioni.
L’Italia dei balconi e dei medici in trincea si aspetta dal calcio un gesto di condivisione e di sensibilità, non solo beneficenza. Il presidente del Sion ha licenziato in tronco 8 giocatori. Non è la via. Max Eberl, d.s. del Borussia Moenchengladbach ha rivelato: «I giocatori hanno offerto parte degli ingaggi per venire incontro alle difficoltà del club. Orgogliosi di loro». Questa sembra la via del buon senso. Un sacrificio condiviso, non imposto, e proporzionato alle buste paga dei calciatori. Il calcio ha un’occasione splendida per restare connesso al Paese e guadagnare credibilità".