Davide Lippi a Libero: "A livello mediatico abbiamo inventato Chiellini. Mai detto a papà di non portare Cassano ai Mondiali"

27.05.2012 19:00 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Fonte: di Vanni Zagnoli per "Libero"
Davide Lippi a Libero: "A livello mediatico abbiamo inventato Chiellini. Mai detto a papà di non portare Cassano ai Mondiali"
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© foto di Balti Touati/PhotoViews

Per essere un figlio d’arte, Davide Lippi lavora parecchio, è sempre in viaggio, tra Roma e Milano. «Venerdì pomeriggio ero a Parma per trattare un giocatore, la sera sono stato in Romagna Italia-Spagna under 19». A 35 anni, il rampollo dell’ex ct Marcello Lippi è fra i procuratori emergenti. «Mi occupo anche dell’immagine dei calciatori, vado oltre il semplice contatto con la società, tramite un’agenzia di comunicazione, la Resetgroup: con Carlo Diana, lavoravamo alla Juve, entrai a collaborare nell’ufficio marketing a 19 anni».

Ora si occupa di tante campagne pubblicitarie, in particolare degli azzurri.
«A livello mediatico abbiamo inventato Chiellini, è stato il primo giocatore di livello a sbarcare su twitter e con un profilo facebook. È diventato personaggio tramite gli spot televisivi, anche se è un timido, esattamente come Buffon».

Già, il veterano della nazionale è vestito da portiere di un albergo.
«Lavoriamo pure con Totti e Messi, solo dal punto di vista commerciale. Aiutiamo le aziende a ottimizzare gli investimenti, trovando il testimonial: Nivea per il Milan, Dolce e Gabbana con il Pallone d’Oro, poi Nike, Puma, Adidas. Certo è divertente vedere Chiellini palleggiare con i palloni ovali o Totti al partypoker, idem Materazzi con Mediaworld ».

Da procuratore si concentra sui giovani?
«I romanisti Caprari, promosso in A con il Pescara, Verre e Spinazzola. Ma lo stesso Chiellini, il fratello Claudio lavora con noi, siamo una decina”.



Suo padre sarebbe mai andato al Guangzhou, senza quei 30 milioni di euro?
«Non ha esigenze economiche particolari. Ha passato due mesi a studiare la cultura cinese e la squadra, imperniata sull’argentino Conca, fra i sei trequartisti più quotati. Sono molto orgoglioso della sua scelta, a 64 anni si rimette in gioco, nonostante abbia fatto la storia».

Nel 2006, con il sigaro, festeggia sul campo il titolo mondiale, nel contempo però lascia la Nazionale, per solidarietà verso il processo mediatico contro di lei. Non avesse lasciato a Donadoni, magari avrebbe vinto pure l’Europeo...
«Aveva deciso così in avvio di ritiro. Allora stavo vivendo un momento molto delicato, la mia famiglia era stata chiamata in causa in mille modi, per la Gea, con Calciopoli, l’opinione pubblica voleva che Buffon e Cannavaro restassero a casa, dalla Germania». Com’è finita? «Ho vinto il processo penale, in primo grado e in appello, cosicché neanche c’è stato bisogno del dibattimento sportivo. Sono stato assolto, a conferma dell’onestà del lavoro svolto».

Anche come pr, con la discoteca Twiga, a Forte dei Marmi. Fu lì che le buscò da Cassano e perciò papà non l’aveva più convocato?
«È tutto inventato, inspiegabilmente. Con Antonio ho un ottimo rapporto, ci siamo sempre meravigliati per questa strumentalizzazione farlocca: ha un bimbo strepitoso e una moglie bellissima ».

Un procuratore quanto guadagna?
«Non c’è più una quota fissa, a lungo per regolamento si otteneva l’8%. Il mandato al massimo è biennale, può persino essere di un solo mese, né si rinnova tacitamente».